Eventi – Festa della Capanna Villanoviana 2016 – V edizione

Festa della Capanna Villanoviana 2016 – V edizione
30 – 31 luglio 2016
Asineria di Gombola
Via Valrossenna, Gombola, 41040 Polinago

Sull’Appenino Modenese vi potrebbe capitare di imbattervi in una capanna villanoviana corredata di area artigianale esterna. Non avete fatto un balzo nel tempo, ma vi siete inoltrati nell’area di Archeologia sperimentale che fa capo a Luca Bedini, laureato in Archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente antico, presso l’Università degli studi di Parma.

La passione per la ceramica e i manufatti di argilla lo ha portato a studiare, sperimentare e approfondire la loro lavorazione e cottura, con la volontà di riscoprire le antiche tecniche del periodo antecedente alla nascita di Cristo.
Dopo le prime esperienze di cottura preistorica in buca è stata costruita una fornace orizzontale a camera unica nel 2008 e una seconda fornace dello stesso tipo ma di dimensioni maggiori nel 2009.
La ricerca è così nata e progredita sia nelle tecniche di manipolazione e lavorazione dell’argilla sia nelle pratiche di cottura a legna.
Nel 2010 è stata avviata la costruzione della capanna villanoviana (prima età del ferro), presso la fattoria didattica “Asineria di Gombola” (MO).
Terminata nel maggio 2012, l’antica abitazione è stata realizzata utilizzando materie prime del territorio: argilla dei calanchi, paglia dei campi, legni dei nostri boschi e canne delle zone palustri.
La capanna (diametro 5,50 m) è interrata di 60 cm, con alzato in mattoni crudi, struttura portante in castagno e copertura di canne palustri.

Il progetto iniziale della capanna villanoviana dell'Area Archeologica Sperimentale dell'Asineria di Gombola (Mo) (Foto: Miluca)

Il progetto iniziale della capanna villanoviana dell’Area Archeologica Sperimentale dell’Asineria di Gombola (Mo) (Foto: Miluca)


Inizialmente sono stati prodotti circa 500 mattoni crudi d’argilla e paglia necessari alla costruzione del muro, utilizzando casseforme lignee fabbricate ad hoc. Successivamente è stata realizzata la seduta interna, innalzando un muro a secco in pietra arenaria e sono stati inseriti i pali di castagno a sostegno della copertura. La struttura in legno è progredita con la messa in opera dei lunghi montanti del tetto (5 m) e la relativa intelaiatura orizzontale.
Per finire si è passati alla stesura delle fascine di canne palustri, fissate con rami di nocciolo, per ricoprire il tetto.
L’arredo interno è tuttora in evoluzione, con strumenti e vasi in terracotta relativi al periodo villanoviano-etrusco.
La scelta del periodo storico è stata ispirata dal toponimo “Rossenna”, nome della vallata e del torrente che la percorre. Secondo alcuni storici e filologi modenesi il nome deriverebbe da “Rasna”, antico nome delle popolazioni etrusche.

Di seguito un breve video che La Storia Viva ha avuto il privilegio di girare la scorsa estate durante una visita esclusiva.
Se vi abbiamo incuriositi approfittate della festa della Capanna villanoviana per visitare l’area e vedere lo straordinario Luca Bedini all’opera.

 

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