Hierapolis: nuovi studi sulle “Porte degli Inferi”

Uno dei nostri primi articoli nel 2013 si occupò della storia di Hierapolis, si era da poco scoperta la statua di Cerbero all’ingresso del cosiddetto Plutonio.
La spedizione italiana, guidata dal prof. Francesco D’Adria dell’Università del Salento, che da tempo lavorava sul sito, ha confermato l’individuazione della porta di pietra che conduce a una piccola grotta, come la Porta dell’Ade o degli Inferi citati dagli antichi cronisti, come Strabone.
L’accesso era stato costruito sulla parete di un’arena rettangolare all’aperto, sormontata da un tempio e circondata da sedili in pietra rialzati per i visitatori.

Anche D’Adria, come già Strabone nel I sec. a. C., riconobbe l’ingresso dai cadaveri di alcuni uccellini che si erano troppo avvicinati alla “Porta degli Inferi”.

La città infatti si trova in una delle aree geologicamente più attive della regione; 2200 anni fa, si riteneva che le sue sorgenti termali avessero grandi poteri curativi.

Ricostruzione 3D del Plutonio di Hierapolis, la Porta degli Inferi è l'arco sotto le gradinate. (Immagine: Massimo Limoncelli)
Ricostruzione 3D del Plutonio di Hierapolis, la Porta degli Inferi è l’arco sotto le gradinate. (Immagine: Massimo Limoncelli)

Una profonda fessura che corre sotto Hierapolis emette costantemente anidride carbonica vulcanica, che si riversa come una nebbia visibile.

La Porta, nota anche come Plutonio, con riferimento a Plutone, il dio degli inferi, è costruita direttamente sopra di essa.

Pochi giorni fa, il 12 febbraio 2018, è stato pubblicato uno studio del vulcanologo Hardy Pfanz, Università di Duisburg-Essen in Germania, in cui sono state analizzate le concentrazioni di CO 2 all’interno dell’arena nel tempo.

Secondo lo studio, durante il giorno il calore del sole dissipa il gas, ma di notte la CO2, leggermente più pesante dell’aria, si accumula e forma uno strato sul pavimento riparato dell’arena. È particolarmente mortale all’alba , quando la concentrazione di CO 2 a 40 centimetri sopra il livello dell’arena raggiunge il 35%, sufficiente per asfissiare e uccidere animali o persone entro pochi minuti.  Le concentrazioni diminuiscono rapidamente con l’altezza.

Secondo Pfanz i sacerdoti eunuchi conducevano gli animali al sacrificio solo nelle ore del mattino o della sera, quando la concentrazione del gas era più alta. Gli animali sacrificali non erano abbastanza alti da mantenere le loro teste sufficientemente lontane dalla massima concentrazione di CO 2 , e quando l’intossicazione dava loro le vertigini  le loro teste sarebbero scese ancora più in basso, esponendole a concentrazioni più elevate di CO 2 e portando alla morte per asfissia. I sacerdoti, tuttavia, erano abbastanza alti da tenere la testa ben al di sopra dei gas o  potrebbero persino essere saliti su pietre per innalzarsi ulteriormente. “Loro sapevano che il respiro mortale di Kerberos raggiungeva solo una certa altezza massima”, dice Pfanz.

Strabone, registrò che gli officianti potevano persino introdurre le loro teste dentro la porta dell’inferno senza subire effetti negativi e attribuiva questa immunità alla loro loro condizione di eunuchi mentre l’interpretazione di Pfanz e colleghi è che i sacerdoti evitassero di avvicinarsi troppo al cancello se non a mezzogiorno, quando il santuario era relativamente sicuro.

L’archeologo Francesco D’Adria non è così sicuro di questa spiegazione. La sua squadra ha trovato molte antiche lampade ad olio immediatamente attorno al cancello dell’inferno, suggerendo che i sacerdoti si sarebbero avventurati nei pressi anche di notte, nonostante i pericolosi livelli di CO 2.

Le nuove scoperte sono “tremendamente eccitanti”, dice Gil Renberg, un classicista che studia le credenze religiose greche e romane all’Università di Nebraska-Lincoln. “Questa informazione scientifica dimostra la veridicità delle fonti antiche e aiuta a spiegare non solo il motivo per cui le persone riuscirebbero a entrare, ma anche il motivo per cui gli animali sarebbero morti. E’probabile che almeno alcuni degli altri “plutoni” funzionino allo stesso modo. Renberg pensa che i metodi di indagine chimica usati da Pfanz e dal suo team potrebbero aiutare a fornire un’idea più precisa della posizione esatta del cancello dell’inferno in un sito chiamato Akaraka, anch’esso nella moderna Turchia.

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