La “bella addormentata” di Aksum

La donna scoperta da Louise Schofield indossava uno splendido anello di bronzo. E' stata sepolta  come se si rimirasse in uno straordinario specchio in bronzo di stile romano." afferma Schofield . (Photo: Graeme Laidlaw)

La donna scoperta da Louise Schofield indossava uno splendido anello di bronzo. E’ stata sepolta come se si rimirasse in uno straordinario specchio in bronzo di stile romano.” afferma Schofield .
(Photo: Graeme Laidlaw)

Ci piacciono molto le scoperte che smentiscono le nostre idee sul passato. Questa modifica la storia delle relazioni tra Impero Romano e l’est africano, per la precisione con il Regno di Aksum.

Durante lo scavo durato sei settimane dell’antica città di Aksum nell’attuale Etiopia, gli archeologi inglesi hanno scoperto 11 tombe che contenevano oggetti “straordinari”. L’abitante di una delle tombe è lei stessa particolarmente interessante: la cosiddetta “Bella addormentata”, come l’ha soprannominata Louise Schofield, già curatrice del British Museum, che ha guidato la squadra. “E’ raggomitolata su un fianco, con il mento appoggiato sulla mano, indossa un bellissimo anello di bronzo. Fu sepolta come se si osservasse in uno straordinario specchio in bronzo di fattura romana.” spiega Schofield all’Etiopia Observer. Al suo fianco è stato ritrovato un cucchiaino in bronzo con un certo quantitativo di kajal, la polvere composta principalmente di galena, malachite, antimonio e grasso animale usata per scurire le palpebre e delineare il contorno occhi fin dal IV millennio a.C.

Balsamario da una delle tombe scavate ad Aksum (Foto: Benjamin Morse)

Balsamario da una delle tombe scavate ad Aksum (Foto: Benjamin Morse)

La donna indossava una collana di migliaia di piccole perle, e una cintura anch’essa decorata con perline. La qualità dei gioielli suggerisce che fosse una persona di alto rango, in grado di acquistare i migliori prodotti di lusso. Altri manufatti della sua sepoltura sono recipienti in vetro romani: due bicchieri perfettamente conservati e un balsamario o unguentarium. Negli articoli da noi consultati viene indicato come “lacrimatoio” e spiegato come una piccola fiasca destinata a contenere le lacrime dei parenti della defunta. In realtà la destinazione d’uso di questi oggetti è stata definitivamente risolta nel XVIII secolo, dopo che per lungo tempo si è effettivamente ritenuto contenesse il pianto degli addolorati parenti, forse per un’errata interpretazione di un versetto dei Salmi ripreso in seguito da Shakespeare. Erano contenitori per unguenti e profumi di grande utilizzo nell’antichità.
La presenza di una brocca in terracotta fa presumere l’uso di seppellire cibo e bevande per la vita nell’oltretomba. Il contenitore verrà prossimamente analizzato per scoprirne l’originale contenuto.
In altre tombe prossime a quella della Bella Addormentata sono stati rinvenuti resti di guerrieri, ciascuno dei quali indossava ampi bracciali di ferro, mentre un’ulteriore sepoltura femminile ha restituito un’incredibile collana costituita da ben 1065 perline di vetro colorato e altrove uno straordinario balsamario in vetro lavorato.

Importanza del ritrovamento

La vera grande importanza dello scavo non attiene tanto alla bellezza degli oggetti quanto al fatto che essi datano l’influenza dell’Impero Romano nell’area a molto prima di quanto fino ad oggi si ritenesse.

Regno di Aksum nella sua massima espansione IV secolo

Regno di Aksum nella sua massima espansione IV secolo

Il Regno di Aksum, di cui la città con lo stesso nome è stata la capitale, è esistito tra il 100 d.C. e il 940 d.C., e ha coperto la maggior parte di quelle che oggi sono l’Eritrea, l’Etiopia settentrionale, lo Yemen occidentale, il sud dell’Arabia Saudita e il Sudan. Lo specchio romano, insieme ad altri reperti romani rinvenuti nello scavo, sono molto significativi: Schofield spiega che gran parte di quanto finora noto del regno aksumita risale a IV e V secolo, ovvero a quando “è stato adottato il cristianesimo [e] … gli scambi con Roma sono diventati molti più intensi”. Ma i ritrovamenti della squadra di Schofield sono riferibili al I e II secolo, il che indica che il regno può aver avuto una relazione di scambio con Roma molto antecedente. In cambio, i romani ottenevano avorio, incenso e metalli. Gli scavi di Schofield anche trovato prove di lavorazione del ferro.

I reperti andranno a un nuovo museo tedesco la cui apertura è prevista nel mese di ottobre. Schofield spera di organizzare un prestito al British Museum, ma prima i reperti dovranno essere restaurati: lo specchio, per esempio, è corroso e leggermente incurvato. La Germania al momento sta inviando nove conservatori.
UsaToday
The Guardian
IBT

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