La Legge Salica

La famosa Legge Salica risale al 503 e si deve al re merovingio Clodoveo. Si tratta della stesura per iscritto di norme giuridiche preesistenti, sino ad allora tramandate oralmente. Il nome deriva dai Franchi Salii, originariamente insediati presso la foce del Reno, nell’attuale Olanda Settentrionale, cui la casa merovingia apparteneva.

Regno dei Franchi sotto la dinastia Merovingia
Regno dei Franchi sotto la dinastia Merovingia. Regioni geografiche e date di conquista.

Le norme contenute riguardavano ogni ambito e prevedevano pene pecuniarie o corporali di diversa entità, in funzione dello status del danneggiato: uomo libero, schiavo o non-franco. Sebbene preceduta cronologicamente nel mondo barbarico da altre raccolte scritte, per esempio la Lex Burgundionum, e seguita dall’estensione di numerosi altri codici legislativi nei regni romano-barbarici, la raccolta di Clodoveo assunse particolare risonanza nel tempo rispetto al diritto successorio che escludeva l’eredità per le femmine.

Pagina dal manoscritto contenente la Lex Salica conservato a Parigi, Bibliothèque Nationale, MS Latin 4404
Pagina dal manoscritto contenente la Lex Salica conservato a Parigi, Bibliothèque Nationale, MS Latin 4404

Ad oggi, citando la Legge Salica, si fa riferimento preciso a questo unico aspetto, sebbene come è ovvio fosse soltanto uno dei numerosi considerati. Questa legge, o meglio questo particolare aspetto della legge, venne infatti utilizzata in modo più o meno anacronistico da tutte le case regnanti, riesumandola in occasione di conflitti dinastici. Ricordiamo ad esempio la Guerra di Successione Austriaca (1740-1748) che coinvolse quasi tutte le potenze europee e scoppiò all’ascesa al trono austriaco di Maria Teresa d’Austria, fondamentalmente a causa delle mire espansionistiche di Federico II di Prussia. Questi, al pari di altri regnanti, non riconobbe la successione alla casata asburgica di un erede di sesso femminile. La Prammatica Sanzione del 1713, che prevedeva la successione per primogenitura anche per via femminile, rappresenta di fatto il distacco della legge di successione austriaca dalla Legge Salica. 

All’aspetto successorio della Lex Salica fanno riferimento legislazioni giunte fino ai nostri tempi. L’attuale casa regnante inglese Windsor ha assunto una variante della stessa Legge secondo cui solo in assenza di un discendente diretto di sesso maschile si consente a una femmina di assumere il titolo.

Per quanto riguarda l’Italia, lo Statuto Albertino del 1848 recita all’articolo secondo comma due: “Il trono è ereditario secondo la Legge Salica”.
E’ proprio di questi giorni l’annuncio, fonte di numerose polemiche, che Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell’ultimo re d’Italia Umberto II, e suo figlio Emanuele Filiberto abbiano abolito la Legge Salica, consentendo anche alle donne il ruolo di capo famiglia.
Nello specifico il titolo potrebbe essere assunto ora da Vittoria, primogenita di Emanuele Filiberto che al momento ha soltanto due eredi femmine. Le polemiche seguite a questo annuncio sorgono sia all’interno dell’ex casa regnante che tra studiosi e monarchici.
I temi disquisiti sono sostanzialmente due: la possibilità di modificare statuti da parte di una famiglia non più regnante, ovvero al di fuori di una monarchia costituzionale, poiché tali modifiche andrebbero ratificate dal Parlamento; la vecchia contestazione riguardo alla legittimità stessa del ramo Savoia-Carignano rispetto al ramo Savoia-Aosta della casata.

La controversia, nota come questione dinastica, ruota attorno alla possibilità che Vittorio Emanuele di Savoia, con ovvia ricaduta sul figlio Emanuele Filiberto e discendenti, abbia perso ogni diritto al trono d’Italia, avendo contratto matrimonio con una persona di differente condizione sociale senza l’esplicita autorizzazione del sovrano nella sua veste di capo della casa (il cosiddetto regio assenso), così come stabilito dal combinato disposto dell’art. 2 delle regie patenti date il 13 settembre 1782 dal re di Sardegna Vittorio Amedeo III di Savoia, del regio decreto del 1890 sulla Real casa e dell’art. 92 del codice civile.

Ancora una volta come sempre nei secoli, la validità o abolizione della più che millenaria Legge Salica viene invocata di fatto per far prevalere il proprio ramo familiare a discapito di “parenti” prossimi o lontani e sembra non avere a che fare con le aspirazioni “moderne e paritarie” sostenute dagli interessati, non ci pare infatti casuale che Amedeo di Savoia-Aosta abbia eredi maschi a differenza di Emanuele Filiberto.

Ricordiamo che, sebbene priva di un trono, la casa Savoia e nella fattispecie il suo capo famiglia non gode soltanto di prestigio e riconoscimento, ma gestisce ordini dinastici e organizzazioni di beneficenza che come cita lo stesso sito di Emanuele Filiberto movimentano sostanziose cifre. Quanto ai patrimoni, ufficialmente confiscati con la caduta della monarchia e la proclamazione della Repubblica, sono numerose le questioni dubbie e oscure sia sull’entità che sulla effettiva cessione, ma questa è un’altra storia.

Aggiornamenti:

Il 1° giugno 2021 muore il Duca Amedeo di Savoia-Aosta, lasciando il titolo al figlio Aimone.
Il 30 settembre 2021, alla vigilia delle nozze del Principe Ereditario Giorgio di Russia con l’italiana Rebecca Bettarini, si è tenuta una cena di gala nella capitale imperiale San Pietroburgo, durante la quale i due eredi dei rami Savoia-Carignano e Savoia-Aosta, rispettivamente Aimone ed Emanuele Filiberto, sono stati immortalati insieme e sembrano aver discusso amichevolmente. La “questione dinastica” sarà stata appianata? Non per i partigiani delle due fazioni.

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