L’arte celtica ha legami con l’Asia?

Umbone di scudo rinvenuto nel Tamigi a Wandsworth, Londra. 300-200 aC. Bronzo; Diametro 33 cm. (Foto: British Museum)

Umbone di scudo rinvenuto nel Tamigi a Wandsworth, Londra. 300-200 aC. Bronzo; Diametro 33 cm. (Foto: British Museum)

Un progetto condotto dalla Oxford University si prefigge di documentare la diffusione e l’influenza dell’arte celtica. Una delle domande più interessanti cui i ricercatori sperano di rispondere è se l’arte celtica avesse legami nel mondo eurasiatico. Fino ad ora, il materiale è stato analizzato soprattutto in termini di sviluppo stilistico europeo, ma il team di ricerca sta ora ampliando la sua visuale fino ad analizzare il rapporto tra arte celtica e arte dell’Età del Ferro nella steppa eurasiatica. Saranno oggetto di ricerca un gruppo di manufatti rinvenuti in scavi e presenti in collezioni museali tradizionalmente descritti come “celtici” a causa dell’uso di spirali, cerchi, disegni intrecciati, o rappresentazioni spiraliformi di piante o animali.

Una delle principali linee di indagine è il rapporto tra i Celti dell’Europa centrale e i loro vicini nomadi eurasiatici (spesso indicati come Sciti o Sarmati), che abitavano la parte europea di un corridoio stepposo che si estendeva a est verso l’Asia centrale e la Cina. Queste lunghissime vie di comunicazione attraverso aree semi-desertiche e steppe, che in seguito faranno parte della Via della Seta, sono note per aver giocato un ruolo significativo nei peimi scambi artistici e culturali tra Oriente e Occidente.

Anello metallico con decorazione smaltata blu e rossa ritrovato in Gran Bretagna risale all'Età del Ferro. (Foto: Ashmolean Museum, Università di Oxford)

Anello metallico con decorazione smaltata blu e rossa ritrovato in Gran Bretagna risale all’Età del Ferro. (Foto: Ashmolean Museum, Università di Oxford)

Le tombe conservate nel permafrost nelle montagne della Siberia, in Mongolia e in Kazakistan hanno restituito vetri romani, seta cinese e tessuti dell’Asia centrale, accanto a una ricchezza di materiali locali, i cui disegni elaborati, anche se chiaramente diversi, richiamano i temi espressi negli stili dell’arte celtica. I ricercatori esamineranno la possibilità di un legame tra queste forme lontane di espressione artistica.

Il team si recherà ad esaminare anche raccolte museali in Francia, Germania, Svizzera, Austria, e la Repubblica Ceca, nell’ambito del progetto “European Celtic Art in Context”. Finanziati dal Leverhulme Trust, i ricercatori di Oxford e Cambridge, assieme al British Museum, riuniranno le informazioni esistenti per compilare un vasto database europeo di arte celtica. Si concentreranno anche su reperti di arte celtica oltre i confini di quello che tradizionalmente consideriamo il mondo “celtico”.

Labili confini

Fodero rinvenuto in fosso di confine a South Cave, di tarda età del ferro/ primo insediamento Romano-Britannico. I reperti risalgono intorno al 70 d.C., al tempo dell'invasione romana della Britannia (Foto: East Riding Museums)

Fodero rinvenuto in fosso di confine a South Cave, di tarda età del ferro/ primo insediamento Romano-Britannico. I reperti risalgono intorno al 70 d.C., al tempo dell’invasione romana della Britannia (Foto: East Riding Museums)

Il responsabile del progetto, professor Chris Gosden, della Scuola di Archeologia presso l’Università di Oxford, ha detto: ‘”In Europa, l’arte celtica è fortemente associata a paesi come Scozia e Irlanda, ma ora stiamo pensando più in generale sulle connessioni stilistiche in tutta l’Europa e l’Asia.  Abbiamo il sospetto che l’immaginario figurato fosse legato a raffigurazioni e stati di coscienza probabilmente alterati. Esso utilizza immagini che potrebbero essere collegate a credenze animistiche, di un mondo in cui gli spiriti abitano il mondo materiale e dove i confini tra le persone, gli animali, le piante e gli oggetti sono sfocati “.

 

Si pensa che l’arte celtica in Europa abbia iniziato ad affermarsi attorno 500 a.C., circa lo stesso periodo in cui una nuova tradizione “realistica” è apparsa nel mondo mediterraneo. Anche se chiaramente correlate, l’ispirazione che sta dietro l’arte celtica è in netto contrasto con quella dell’arte classica greca e romana. Sia l’arte celtica che le forme d’arte classiche sono emerse da due flussi continentali di interazione, dove l’arte celtica rappresenta la propaggine più occidentale di quelle figure “in trasformazione” che ritroviamo nelle steppe, proprio ai confini della Cina. Guardando alle influenze orientali, questo progetto si interseca con un altro importante progetto di ricerca, anch’esso finanziato dal Leverhulme Trust, organizzato dalla professoressa Dame Jessica Rawson di Oxford che parallelamente esamina le influenze della cultura delle steppe dell’Asia centrale sullo sviluppo della Cina.

Vi ricordiamo la mostra Celts art and identity al British Museum di Londra fino al 31 gennaio 2016.

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