Le 10 (o più) scoperte archeologiche più interessanti del 2016

1 – Palafitte dell’età del bronzo rinvenute nelle paludi dell’East Anglia

Gli archeologi hanno portato alla luce le eccezionalmente ben conservate abitazioni dell’età del bronzo durante una serie di scavi svoltisi durante tutto l’anno a cava Must Farm nelle paludi dell’East Anglia. Esse forniscono uno straordinario spaccato della vita domestica di 3000 anni fa. L’insediamento, risalente alla fine dell’età del Bronzo (1200-800 aC), sarebbe stato sede di numerose famiglie che vivevano in un certo numero di case di legno su palafitte sopra l’acqua. L’insediamento è stato distrutto da un incendio che ha causato il crollo delle abitazioni preservando i contenuti in situ. Per seguire l’evoluzione degli scavi è stata creata anche una pagina Facebook

Immagini delle palafitte (Foto: heritagedaily.com)
Immagini delle palafitte (Foto: heritagedaily.com)

2 –  Archeologi svedesi scoprono un’antica città sconosciuta in Grecia

Gli archeologi dell’Università di Göteborg hanno iniziato ad esplorare un’antica città precedentemente sconosciuta presso un villaggio chiamato Vlochos, cinque ore a nord di Atene. I resti archeologici sono sparsi sulla cima e intorno alla collina Strongilovoúni sulle grandi pianure della Tessaglia e possono essere datati a diversi periodi. ‘Quello che si credeva fossero i resti di alcuni insediamenti irrilevanti sulla collina può ora essere rivisto come i resti di una città di maggiore importanza di quanto si pensasse, e questo dopo una sola stagione ‘ Per saperne di più.

Mura, torri e porte della città sono ben visibili dall'alto. (Foto: Cecilia Koljing)
Mura, torri e porte della città sono ben visibili dall’alto. (Foto: Cecilia Koljing)

3 – Spettacolare carico di un antico naufragio trovato a Cesarea

Gli archeologi subacquei immersisi nel porto antico, all’interno del Parco Nazionale di Cesarea, hanno recuperato artefatti e monete da un naufragio di 1.600 anni fa. Questo è il più grande insieme di manufatti recuperato dai fondali marini negli ultimi trent’anni. Molti dei reperti sono in bronzo e in uno straordinario stato di conservazione: una lampada in bronzo raffigurante l’immagine del dio del Sole, una statuetta della dea Luna, una lampada con le sembianza di testa di schiavo africano, frammenti di tre statue a grandezza naturale in bronzo, oggetti modellati a forma di animali , un rubinetto di bronzo nella forma di un cinghiale con un cigno sulla sua testa,  e molto altro.

Alcuni dei reperti recuperati dal Porto di Cesarea nel 2016 (Foto: Clara Amit, per gentile concessione della Israel Antiquities Authority.)
Alcuni dei reperti recuperati dal Porto di Cesarea nel 2016 (Foto: Clara Amit, per gentile concessione della Israel Antiquities Authority.)

4 – Significativa città dell’età del bronzo scoperta nel nord dell’Iraq

Gli archeologi dell’Università di Tubinga hanno scavato a soli 45 chilometri dal territorio controllato dall’ISIS, l’insediamento potrebbe essere stato un avamposto dell’Impero accadico. Gli archeologi dell’Istituto per Ancient Near Eastern Studies (Ianes) presso l’Università di Tubinga hanno scoperto una grande città dell’età del bronzo, non lontano dalla città di Dohuk, nel nord dell’Iraq. I lavori di scavo hanno dimostrato che l’insediamento, che oggi ospita il piccolo villaggio curdo di Bassetki nella regione autonoma del Kurdistan, è stato fondato nel 3000 a.C. e fu in grado di prosperare per più di 1200 anni. Gli archeologi hanno anche scoperto strati di insediamento risalenti al periodo dell’Impero accadico (2340-2200 aC), che è considerato come il primo impero mondiale nella storia umana. Scopri di più.

Scavo del versante orientale della parte superiore del Bassetki, dove sono stati scoperti alcuni frammenti di tavolette cuneiformi assire. (Foto: P. Pfälzner)
Scavo del versante orientale della parte superiore del Bassetki, dove sono stati scoperti alcuni frammenti di tavolette cuneiformi assire. (Foto: P. Pfälzner)

5 – Gli archeologi scoprono imponente tumulo dell’età del ferro 

Gli archeologi hanno scoperto che un tumulo alto 40 piedi nello Yorkshire, ritenuto i resti di un castello normanno, è in realtà un monumento unico dell’età del ferro, costruito 2500 anni fa.  Gli archeologi dell’Università di Reading  dicono che il Castello di Skipsea nello Yorkshire è in realtà più simile a Silbury Hill nel Wiltshire di un ‘motte and bailey castle’ dell’epoca normanna, come si pensava. (n.d.t. il ‘motte-and-bailey’ è la tipica costruzione di epoca normanna costruita su una collinetta, spesso artificiale, e circondata da palizzate. In italiano viene tradotta come ‘motta castrale’ e ve ne sono esempi in Sicilia, Francia e Gran Bretagna, risalenti all’XI e XII secolo). La scoperta del ‘Silbury Hill del Nord’ rende Skipsea Castle un monumento unico dell’età del ferro in Gran Bretagna. In precedenza erano conosciuti di questo periodo solo tumuli di ridotte dimensioni. Scopri di più.

Gli archeologi hanno scoperto che un cumulo di 40 piedi nello Yorkshire, ritenuto una motta castrale normanna, è in realtà un monumento unico dell'età del ferro, costruito 2500 anni fa. (Foto: heritagedaily.com)
Gli archeologi hanno scoperto che un tumulo di 40 piedi nello Yorkshire, ritenuto una motta castrale normanna, è in realtà un monumento unico dell’età del ferro, costruito 2500 anni fa. (Foto: heritagedaily.com)

6 – Gli archeologi  scoprono in Norvegia chiesa e altare del re vichingo Olav Haraldsson

Gli archeologi norvegesi sostengono di aver scoperto una chiesa dove il re vichingo, Olaf Haraldsson è stato dichiarato santo. Gli archeologi che lavorano su un sito vicino Trondheim hanno portato alla luce le fondamenta di una chiesa in legno e l’altare ligneo in cui Olaf potrebbe essere stato venerato subito dopo essere stato dichiarato santo. La scoperta dà credibilità ai resoconti delle saghe nordiche che circondano importanti eventi di quel periodo. Scopri di più.

Immagini durante lo scavo della prima chiesa di Olav il Santo (Foto: Norwegian Institute for Cultural Heritage Research (NIKU))
Immagini durante lo scavo della prima chiesa di Olav il Santo (Foto: Norwegian Institute for Cultural Heritage Research (NIKU))

7 –  Strutture in grotta francese gettano nuova luce sui Neanderthal

Nella profonda caverna di Bruniquel, nella regione di Tarn et Garonne della Francia sud-occidentale, una serie di strutture artificiali a 336 metri dall’ingresso sono state recentemente datate come risalenti a circa 176,5 mila anni fa. Questa scoperta indica che gli esseri umani hanno cominciato a occupare le grotte molto prima di quanto si pensasse: fino ad ora il più antico uso di caverne ufficialmente dimostrato risale a soli 38 mila anni fa (Chauvet). Questo colloca le strutture di Bruniquel tra le prime nella storia umana. Scopri di più.

Tracce di fuoco nelle grotte di Bruniquel (Foto: Michel SOULIER - SSAC.)
Tracce di fuoco nelle grotte di Bruniquel (Foto: Michel SOULIER – SSAC.)

8 –  Nave funeraria faraonica scoperta ad Abydos, Egitto

Gli archeologi del Penn Museum  che scavavano nel sito di Abydos, in Egitto, hanno scoperto i resti di una barca funeraria faraonica risalenti al regno di Senwosret III (c. 1850 aC), secondo il dottor Josef Wegner, curatore associato del Penn Museum per la sezione egiziana e da lungo tempo direttore del progetto degli scavi Abydos. Della barca originale, molto probabilmente una barca funeraria faraonica costruita per il faraone Senwosret III, solo poche assi rimangono. All’interno della camera, però, incisi su tutte e quattro le bianche pareti in gesso della camera sepolcrale di forma allungata (lunga circa 21 metri e larga 4 metri), sono i disegni di oltre 120 imbarcazioni faraoniche. La camera conteneva inoltre più di 145 vasi di ceramica, sepolti con i loro colli rivolti verso l’ingresso della sepoltura. Scopri di più.

Alcune delle imbarcazioni riprodotte nella camera sepolcrale (Foto: Josef Wegner)
Alcune delle imbarcazioni riprodotte nella camera sepolcrale (Foto: Josef Wegner)

9 – Il tesoro di scarpe romane di Vindolanda

1.800 anni fa, l’esercito romano costruì una delle sue fortezze più piccole ma più difese presso il sito di Vindolanda, che ora è fa parte delle Frontiere dell’impero Romano, Patrimonio dell’Umanità. La piccola guarnigione di poche centinaia di soldati e le loro famiglie hanno preso rifugio dietro una serie di grandi fossati e bastioni, mentre fuori dalle mura una guerra infuriava tra le tribù britanniche settentrionali e le forze romane. Una volta terminata la guerra, quindi attorno al 212, le truppe e le persone a loro carico lasciarono il forte, gettando nei fossati difensivi tutto ciò che non potevano portare con sé durante la marcia. Nel 2016, gli archeologi di Vindolanda hanno scavato il fossato e ha scoperto una capsula del tempo incredibile. Tra i detriti sono stati rinvenuti anche scheletri di cani e gatti, ceramiche, cuoio e 421 calzature romane. Scopri di più.

Scarpe romane da Vindolanda (Foto: Vindolanda Trust)
Scarpe romane da Vindolanda (Foto: Vindolanda Trust)

10 –  Resti mummificati identificati come la regina egizia Nefertari

Un team di archeologi internazionali crede che un paio di gambe mummificate in mostra al Museo Egizio di Torino potrebbero appartenere alla regina egizia Nefertari, moglie preferita del faraone Ramses II.  La tomba splendidamente decorata di Nefertari si trova nella Valle delle Regine e al professor Fletcher è stato recentemente concesso l’accesso al sepolcro. Anche se saccheggiata in tempi antichi, la tomba, scavata per la prima volta da archeologi italiani nel 1904, conteneva ancora oggetti che sono stati inviati al Museo Egizio di Torino. Ciò ha incluso un paio di gambe mummificate che avrebbe potuto essere parte di una sepoltura successiva, come è spesso accaduto il caso in altre tombe nella regione. Ma poiché le gambe non erano mai stati scientificamente studiate, si è deciso recentemente di intraprenderne l’analisi per scoprire se le gambe potrebbero effettivamente rappresentare tutto ciò che restava di una delle regine più leggendarie d’Egitto. Scopri di più.

Le ginocchia mummificate al Museo Egizio di Torino (Foto: Joann Fletcher)
Le ginocchia mummificate al Museo Egizio di Torino (Foto: Joann Fletcher)

11 – Il mosaico con la storia di Noè

Un mosaico che raffigura la storia di Noè è stato scoperto quest’anno all’interno di una sinagoga del V secolo, presso il sito di Huqoq in Israele. Nel mosaico, si può vedere l’arca insieme a coppie di animali, tra cui leoni, orsi e leopardi. Un altro pannello del mosaico raffigura la storia della divisione del Mar Rosso, mostrando antichi soldati egiziani,  circondati da carri rovesciati, divorati da pesci giganti.

Un soldato divorato da pesci (Foto: Jim Haberman, per gentile concessione UNC-Chapel Hill)
Un soldato divorato da pesci (Foto: Jim Haberman, per gentile concessione UNC-Chapel Hill)

12 – La più giovane mummia egizia

Una bara in miniatura nel Fitzwilliam Museum di Cambridge (Inghilterra) conserva quella che sembra essere la più giovane mummia egizia conosciuta. La bara, fatta in legno di cedro, è stata scoperta a Giza nel 1907 e risale a oltre 2.500 anni fa. All’interno c’era un feto di sole 16-18 settimane che probabilmente morì per un aborto. La bara ha delle minuscole incisioni e si trovava nel museo da oltre un secolo, ma i curatori pensavano che contenesse organi interni di una qualche persona mummificata, almeno fino alla recente scansione TC che ne ha rivelato l’occupante.

(Foto: The Fitzwilliam Museum, Cambridge)
(Foto: The Fitzwilliam Museum, Cambridge)

13 – Rotoli del Mar Morto 

Utilizzando una serie di scansioni TC, gli scienziati sono stati in grado di “srotolare virtualmente ” un rotolo semicarbonizzato del Mar Morto risalente a circa 1.700 anni fa. Il rotolo carbonizzato è stato scoperto nel 1970 presso il sito di En Gedi, vicino al Mar Morto in Israele. I più noti “Rotoli del Mar Morto” sono stati scoperti tra il 1947 e il 1956 in un altro sito, chiamato Qumran , anch’esso vicino al Mar Morto.

Lo stato del rotolo di En Gedi lo rende estremamente fragile e impossibile da aprire fisicamente. Le scansioni hanno rivelato il testo della pergamena, che si compone di una parte del Libro del Levitico. La data precisa del rotolo non è chiara, anche se sembra avere intorno a 1700 anni.. Una simile tecnica è stata utilizzata nel 2015 per leggere rotoli carbonizzati dal sito di Ercolano in Italia.

Il rotolo di En-Gedi ( Foto: Seales et al., Sci. Adv. 2:e1601247 (2016). )
Il rotolo di En-Gedi ( Foto: Seales et al., Sci. Adv. 2:e1601247 (2016). )

14 – La piramide nella piramide nella piramide

Gli archeologi hanno scoperto che la piramide di El Castillo a Chichén Itzá in Messico in realtà consiste di una piramide all’interno di una piramide all’interno di una piramide . La piramide più esterna è stato costruita tra il 950 e il 1000, mentre la piramide all’interno di quella piramide è stata costruita tra l’850 e il 900, all’interno di una piramide che è stato costruita tra il 600 e l’800.

Per fare la scoperta, gli scienziati hanno condotto un sondaggio di resistività elettrica sulla piramide più esternao. Quella basata sulla resistività elettrica è una tecnica ampiamente utilizzata in archeologia, in cui la corrente elettrica viene fatta passare attraverso una struttura, o il terreno, e la resistenza incontrata dalla corrente viene misurata. Queste misure vengono poi utilizzae per aiutare a determinare ciò che si trova al di sotto di una superficie.

La piramide El Castillo a Chichen Itzà (Foto: jgorzynik | shutterstock)
La piramide El Castillo a Chichen Itzà (Foto: jgorzynik | shutterstock)

15 – Il sito megalitico del Kazakistan

Gli archeologi hanno annunciato la scoperta di un complesso in pietra nel Kazakistan che si estende oltre 300 acri (120 ettari) di terreno, più di 200 campi di calcio americano, e risalirebbe a 1500 anni fa. Una grande quantità di lavoro resta ancora da fare. Tuttavia, gli archeologi possono già segnalare la scoperta di una sella fatta in parte di argento e pietre, incisa con immagini di armi e creature. Il complesso potrebbe essere stato costruito dagli Unni, un popolo che ha viaggiato in tutta l’Asia e l’Europa fino ad entrare in conflitto con l’impero romano.

Il sito megalitico probabilmente edificato dagli Unni (Foto: Evgenii Bogdanov)
Il sito megalitico probabilmente edificato dagli Unni (Foto: Evgenii Bogdanov)
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