Le tombe dei giganti in Sardegna – bronzo antico (circa 2000 a.C.)

La Sardegna è una terra ricca di straordinari e misteriosi monumenti.Tra questi vi sono le tombe dei giganti (tumbas de sos gigantes in lingua sarda) sono monumenti funerari costituiti da sepolture collettive appartenenti alla età nuragica e presenti in tutta la Sardegna. Sono delle costruzioni a pianta rettangolare absidata, edificate mediante dei monoliti di pietra di grandi dimensioni conficcati nella terra. Si possono trovare in tutta la Sardegna e attualmente quelle conosciute sono 321

Modello 3D della tipologia di Tomba dei Giganti ad esedra con arco centinatoModello 3D della tipologia di Tomba dei Giganti ad esedra con arco centinato

Struttura Questi particolari sepolcri consistono essenzialmente in una camera funeraria lunga dai 20 ai 30 metri e alta da 2 a 3 metri. In origine l’intera struttura veniva ricoperta da un tumulo somigliante più o meno ad una barca rovesciata. La parte frontale della struttura è delimitata da una sorta di semicerchio, quasi a simboleggiare le corna di un toro, e nelle tombe più antiche, al centro del semicerchio è posizionata una stele alta molte volte fino a 4 metri, finemente scolpita e fornita di una piccola apertura alla base che – si suppone – veniva chiusa da un masso, e tramite la quale si accedeva alla tomba. In quella età pensavano che il toro e la madre natura si accoppiassero per poi dare vita ai defunti nell’aldilà. Nelle vicinanze dell’ingresso veniva eretto un betilo (o betile), pietra rivestita di sacralità a simboleggiare – si pensa – gli dei o gli antenati che vegliavano sui morti.

Funzione I membri della tribù, del clan o del villaggio, venivano a rendere omaggio ai morti della comunità, senza distinzione di rango, senza particolari privilegi e senza apportare offerte di valore. Erano infatti degli ossari nei quali depositare le spoglie dei defunti una volta che queste erano divenute degli scheletri. Molto probabilmente venivano scarnificate prima della sepoltura (sono state rinvenute tracce di questa pratica sulle ossa), e venivano seppellite quando raggiungevano un numero consistente. I culti legati alle tombe di giganti sono da collegarsi al dio Toro e alla dea Madre e, secondo alcune ipotesi, la forma della costruzione richiama sia ad una testa bovina sia ad una partoriente (la morte era infatti legata alla nascita secondo il principio della rinascita). I sepolcri e le necropoli divennero – nel tempo – sempre più grandi e solo successivamente la tradizione popolare sarda le ha definite domu ‘e s’orcu ossia Casa dell’orco, poiché si pensava che il grosso quantitativo di ossa rinvenute al loro interno fossero i resti dei banchetti di un gigante. Il nome è stato poi italianizzato.

Sa Domo 'e s'Orcu presso QuartucciuSa Domo ‘e s’Orcu presso Quartucciu

Evoluzione Nel corso dei secoli la Tomba dei Giganti mantenne inalterata la pianta a protome taurina o a nave capovolta, ma per la sua costruzione furono progressivamente applicate le tecniche architettoniche impiegate nello sviluppo di pozzi sacri e nuraghi. Il primo tipo di tomba dei giganti è il cosiddetto tipo dolmenico dotato della tipica stele centinata raramente monolitica e più sovente bilitica. Successiva a questa tipologia è il tipo a filari con esedra non più caratterizzata dalla presenza della stele e delle ali dell’esedra con massi conficcati a coltello, ma di una muratura a filari orizzontali; in questo caso i massi sono lievemente squadrati. La successiva evoluzione consiste nella applicazione della isodomia rilevata già in vari nuraghi e pozzi sacri. A questa tipologia appartengono due sottotipi: la tomba con portello centrale architravato e la tomba con portello ricavato in una lastra trapezoidale.

Riportiamo di seguito un elenco non certo esaustivo di alcuni esempi di questi affascinanti tracce del passato.   

Su cuaddu ‘e Nixias La più antica tomba dei giganti esistente in Sardegna. Si trova nel territorio comunale di Lunamatrona (VS), in località Nixias, dalla quale prende il nome. Il nome dato alla stele nuragica dalla fantasia popolare (il cavallo di Nixias) è dovuto alla presenza di un foro circolare sulla parte superiore che, secondo la leggenda, serviva a legare i cavalli. In realtà non si conosce il reale utilizzo del foro,creato con molta probabilità in epoca più recente. Il monumento databile ai secoli 1700-1600 a.C è di particolare interesse, costituendo un raro esempio di tomba di giganti con stele centinata nel centro-sud dell’isola. Tale tipologia è infatti caratteristica dell’area centro-settentrionale della Sardegna. La camera sepolcrale,lunga 10,30 metri e larga 60 centimetri,è un corridoio infossato nel terreno delimitato da lastre di marna,pietra locale tenera,facilmente lavorabile ma anche molto friabile. Al fondo della camera si nota un cassone quadrangolare completamente chiuso e leggermente più alto del resto del corridoio,che i reperti ritrovati fanno ritenere sia la parte più antica del sepolcro. La tomba dei giganti fu costruita in seguito senza distruggere,anzi adattandosi con venerazione alla sepoltura più antica. La camera,come suggeriscono altre tombe di giganti simili,doveva essere coperta di lastre poggiate in orizzontale sulle pareti laterali e protetta da un tumulo di terreno delimitato da un muretto di contenimento. Al centro l’ingresso si apre alla base di una grande stele in arenaria (alta ora 2,90 metri)arcuata alla sommità che ha la faccia scolpita in tre fasce sovrapposte delimitate da listelli e contornata da un bordo in rilievo. Ai due lati della stele,oggi spezzati e poco visibili,si trovano dei lastroni verticali,di altezza decrescente dal centro verso l’esterno che formano due ali curve per un’ampiezza di metri 13,90. Questo spazio di fronte all’ingresso era dedicato alla celebrazione dei riti in onore dei defunti. Gli scavi hanno confermato il fatto che il monumento non è stato costruito su un terreno vergine, ma sul luogo di una più antica tomba.

Clicca qui per una mappa e alcune foto di dettaglio
http://wikimapia.org/#lang=it&lat=39.649981&lon=8.879492&z=20&m=b&show=/1825961/it/Tomba-di-giganti-di-Su-Cuaddu-e-Nixias

Di particolare interesse sono le tombe di CapicheraLi Lolghi e Coddu Vecchju, nei pressi di Arzachena
http://wikimapia.org/#lang=it&lat=41.050238&lon=9.355808&z=18&m=b&show=/15932807/it/Interno-della-tomba-di-giganti-di-Coddu-Ecciu-o-Coddu-Ecchju-o-Coddu-Vecchiu&search=coddu%20vecchju

quelle di Tamuli, con i betili mammellati, nei pressi di Macomer
http://wikimapia.org/#lang=it&lat=40.261221&lon=8.718408&z=18&m=b&show=/11659040/it/Tomba-di-giganti-di-Tamuli-B&search=tamuli%20Le tombe a Tamuli sono tre, e sono presenti sei betili, di cui tre lisci a rappresentare il maschile e tre mammellati a rappresentare il femminile.

Betili mammellatiBetili mammellati

S’Ena e Thomes è uno degli esempi più suggestivi e più intriganti. Forse perché è una delle tombe meglio conservate. S’Ena e Thomes si presenta possente e maestosa, molto simile a come doveva essere migliaia di anni fa. La sua esedra ha una larghezza superiore ai 10 metri e la sua stele centrale è alta quasi 4 metri e pesa circa 7 tonnellate.Queste dimensioni ciclopiche fanno ben capire il perché i monumenti funerari dei nuragici siano stati chiamati “Tombe dei Giganti”. S’Ena e Thomes conserva quasi intatto il corridoio funebre con copertura a piattabanda, cioè costituita da lastre di pietra disposte orizzontalmente lungo le pareti del corridoio.

Sa Ena 'e Thomes presso DorgaliSa Ena ‘e Thomes presso Dorgali

Sa Perda ‘e S’Altare (la pietra dell’altare) è una tomba dei giganti che si trova nel comune di Birori, in prossimità del confine amministrativo dei comuni di Borore, Bortigali e Dualchi. È posto ad una altezza di 339 m s.l.m.m. e dista circa 1500 metri dalla SP 33, l’arteria stradale più vicina.

Si tratta del monumento funerario più importante e meglio conservato di tutta la zona, che peraltro risulta particolarmente ricca di testimonianze archeologiche. La prima segnalazione risale al 1833 da parte dello studioso gen. Alberto Della Marmora (che lo attribuì erroneamente al comune di Silanus) il quale, nel 1840, lo descrisse compiutamente, anche illustrandolo con disegni, nel suo Voyage en Sardaigne.

La tomba di Sa Perda ‘e S’Altare presenta il tipico modello architettonico in stile dolmenico-ortostatico e anch’essa sembra ricordare, nello schema planimetrico, la riproduzione della protome taurina, simbolo della religione dei sardi preistorici fin dal lontano neolitico. È pertanto formata dal corpo che ospita la camera funeraria rettangolare – che ha una lunghezza di m 15,50 – e dall’area cerimoniale, o esedra, che misura m 18,50 alla corda. L’esedra è delimitata da due ali di muro composte da grandi lastroni conficcati a terra (9 nell’ala destra, 6 nella sinistra) con al centro la parte residuale della stele originaria, un masso squadrato di forma rettangolare alto 170 cm e lungo 250, ornato della tipica cornice in rilievo. Alla base della stele è presente il portello di accesso al vano funerario.

Ad una ventina di metri da Sa Perda ‘e S’Altare in direzione NO è presente un altro sepolcro di cui però rimangono soltanto i resti. È appena riconoscibile una parte della camera funeraria, della lunghezza di metri 4,30 per 3,20, alcuni lastroni rovesciati a terra e frantumi della stele, che ancora mostra tracce del portello.

Sa Perda 'e S'Altare presso BiroriSa Perda ‘e S’Altare presso Birori

Tomba di Osono presso Triei Intorno alla tomba si sono trovate le strutture di dieci ambienti non ancora interpretati, che si pensa potessero essere parte di un santuario oppure abitazioni. Il sito, completamente coperto di terra e fitta vegetazione, è stato scoperto e scavato circa 15 anni fa, senza essere in precedenza stato sconvolto dagli scavi clandestini, cosa purtroppo frequente. La tomba è stata rinvenuta integra e al suo interno sono stati trovati numerosi reperti di grande valore per la datazione e lo studio del monumento, come ceramiche, oggetti di metallo, e frammenti di ossa umane. Inoltre sono stati rinvenuti anche reperti riferibili al periodo imperiale romano, e ciò attesta una frequentazione del sito sino almeno al III secolo dopo Cristo. Il nuraghe Bau Nuraxi è di tipo complesso pentalobato, realizzato con enormi blocchi di granito locale, ed è composto da una torre centrale e da un grosso muro di difesa che incorpora le altre quattro torri. Nei dintorni si possono vedere alcune decine di capanne a pianta circolare, alcune delle quali di grandi dimensioni. Purtroppo il complesso nuragico si trova attualmente in completo stato di abbandono ed è completamente sommerso dalla vegetazione, cosa che ne rende difficile l’individuazione nonostante le considerevoli dimensioni.

Osono presso TrieiOsono presso Triei

Bibliografia:

  • Albert De La Marmora, Itinéraire de l’ile de Sardaigne – Tome II, Torino, 1860
  • Caterina Bittichesu, Le Tombe dei giganti.
  • “Sardegna” – le guide di Archeo – De Agostini Rizzoli periodici.
  • “Sardegna nuragica” – G. Lilliu – De Agostini.
  • “I segreti dell’archeologia” – DeAgostini
  • “La Sardegna” – A.Caocci – Mursia.
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