“Lettere dalla Mesopotamia” – perle segrete e giovani dandy

Dopo la pubblicazione di un precedente articolo alcuni lettori ci hanno chiesto altre traduzioni dal testo di Oppenheim “Letters from Mesopotamia” e dal momento che la cosa ci diverte lo facciamo volentieri.

Figura alata con diadema e orecchini. Bassorilievo dal palazzo di Ninive.

Figura alata con diadema e orecchini. Bassorilievo dal palazzo di Ninive.

Come premessa dobbiamo introdurre però un concetto spiegato in  Lessico epistolare e rapporti Sociali nella documentazione paleo-assira 

L’unità fondamentale dell’organizzazione commerciale paleo-assira era costituita dalle ditte familiari che formavano un’associazione stabile di persone che lavoravano insieme. Il buon svolgimento dei processi commerciali instaurati tra Assur e l’Asia Minore si basava sui legami familiari dei vari individui implicati e sull’esistenza di rappresentanze reciproche.
L’impresa commerciale paleo-assira fece proprio il vocabolario caratteristico della famiglia, così per esempio il termine bētum che designava propriamente la “casa” o la “famiglia” può essere egualmente tradotto con “ditta” e di conseguenza l’espressione bēt abini, la “casa di nostro padre” passa a indicare la “ditta del nostro patrono” o ancora la “casa madre dell’impresa”.
In questo modo i vocaboli relativi ai legami familiari acquistano un doppio significato ed esprimono sia le relazioni tra i membri della famiglia che della ditta. Il termine abum, “padre” veniva utilizzato per designare il patrono, il termine ahum, “fratello”, indicava l’associato. Conseguentemente a questo uso ambivalente, il vocabolario familiare non indicava più necessariamente dei legami di sangue.

Fatta questa premessa proviamo a immaginare il contesto della prossima lettera.

Testa di figura alata con diadema da The Monuments of Nineveh di Layard

Testa di figura alata con diadema da The Monuments of Nineveh di Layard

Perle segrete

Possano gli dei Šamaš e Wer mantenerti sempre in buona salute.
Non ti ho mai scritto perché desideravo qualcosa di prezioso, ma se vuoi essere come un padre per me mandami una collana di perline, da poter indossare intorno alla testa. Siglala con il tuo sigillo e affidala al corriere che ti porterà questa lettera che potrà così consegnarmela. Se non ne hai una a portata di mano scovala in qualunque posto si possa trovare e mandamela. Da questo io vedrò se davvero mi ami come un padre. Ovviamente stabilisci il prezzo, scrivilo e mandami la tavoletta. Il giovane che verrà da te non deve vedere la collana di perle: sigillala in un pacchetto e mandamela. Non deve assolutamente vedere la collana di perle da mettere attorno al capo! Deve essere piena di perle, deve essere bellissima! Se quando la vedrò non mi piacerà te la rimanderò indietro! Mandami anche il mantello di cui ti ho già parlato.”

Affresco dal Palazzo di Til Barsip (Museo Archeologico Nazionale di Aleppo)

Affresco dal Palazzo di Til Barsip (Museo Archeologico Nazionale di Aleppo)

Curiosa richiesta non vi pare? Forse però non tanto quanto sembra.
Innanzitutto la formula iniziale è un comune saluto convenzionale. Quasi sempre nelle tavolette rinvenute integre l’apertura è di questo tenore. Corrisponde all’incirca al nostro convenzionale “Spero che tu stia bene” in apertura alle lettere manoscritte di qualche anno fa, nelle e-mail forse questa educata forma di apertura è andata perdendosi. Le divinità che sono invocate a mantenere la salute del destinatario di questa missiva sono ŠamašShamash, il dio del Sole e della giustizia, e Wer, una divinità della tempesta. Come a dire “nel bello e cattivo tempo, in ogni situazione, le divinità ti conservino in salute”.

Ma veniamo alla richiesta. Sembra che si tratti di un capriccioso figlio che pretenda eccentrici e costosi ornamenti dal padre. Il tono è urgente e non ammette scuse (se non l’hai a portata di mano vai a cercarla ovunque), ma per quanto visto prima, non è affatto detto che si tratti di un rapporto padre-figlio. In effetti potrebbe trattarsi di un patrono, un mentore o un socio di maggior importanza o più anziano. La tavoletta dice infatti anche di fargli sapere il costo, non si tratta quindi della richiesta di un dono, ma dell’acquisto di un oggetto molto particolare.

Quanto particolare? Meno di quanto sembri. In effetti da alcune raffigurazioni dell’epoca pare piuttosto diffusa la pratica maschile di adornarsi con bracciali, anelli, collane e orecchini, in qualche bassorilievo appaiono anche preziose fasce decorate poste sulla fronte come diademi. Anche se a onor del vero i diademi sembrano riservati alle divinità.

Bassorilievo dal Palazzo di Sargon II a Khorsabad, Louvre Room 4 , Paris | Photos Gallery

Bassorilievo dal Palazzo di Sargon II a Khorsabad, Louvre Room 4 , Paris | Photos Gallery

Il vero unico mistero è: perché il mittente era così preoccupato di tenere all’oscuro il corriere da ripetere la raccomandazione ben due volte? Questo non lo sapremo proprio mai.

Vestiti alla moda

Un nostro proverbio dice che “Il figlio del calzolaio va a piedi scalzi”, sembra che 4000 anni fa le cose non differissero molto. Nel precedente articolo raccontammo che una delle principali merci vendute nel kârum di Kanesh e proveniente da Assur fossero i tessuti di lana prodotti nel sud della Mesopotamia o nella stessa Assur dalle parenti donne dei mercanti stabiliti a Kanesh. La prossima lettera è la lamentela rivolta da un giovane alla propria madre a causa dei poveri abiti che è costretto ad indossare.

Possano gli dei Šamaš, Marduk e Ilabrat mantenervi per sempre in buona salute per amor mio.
Di anno in anno gli abiti degli altri giovanotti che sono qui vanno migliorando, ma tu permetti che i miei peggiorino di anno in anno. Insisti a farmene sempre meno e sempre più modesti. Considerando che in casa nostra si usa la lana come il pane quelli che mi hai fatto sono davvero abiti modesti. Il figlio di Adad-iddinam, il cui padre è solo un assistente del mio, ha due nuovi abiti completi e tu ti lamenti per farmi anche solo un completo. A dispetto del fatto che tu mi hai partorito e lui è stato solo adottato, sua madre lo ama, ma tu non ami me!”

Il completo di abiti a cui il giovane fa riferimento è composto probabilmente da una tunica e un mantello. Una delle iconografie da cui attingere informazioni sul costume tipico è quella del re assiro Assurnasirpal II, vissuto un po’ più tardi, nel IX secolo a.C.  L’indumento di base è costituito da una tunica aderente lunga fino alle caviglie con una linea rigida e austera ma con frange disposte sull’orlo. Il nome generico usato per definire questo indumento è kandis

Sopra era indossato un drappo, kaunace o kaunakès, usato a guisa di mantello, una sorta di scialle frangiato e maggiormente decorato dell’indumento sottostante, avvolgente completamente i fianchi e sostenuto da una fascia ricamata nel quale venivano infilati sul davanti i due pugnali. Si riscontra spesso l’utilizzo di più scialli sovrapposti tra loro indossati sopra la veste sottostante.

Assurnasipal II con un ufficiale e un attendente. Dal Palazzo Nord-Est di Nimrud, circa 865-860 a.C. - British Museum.

Assurnasipal II con un ufficiale e un attendente. Dal Palazzo Nord-Est di Nimrud, circa 865-860 a.C. – British Museum.

Il nostro giovane e ambizioso autore della lettera non vuole certo sfigurare davanti ai figli degli “impiegati” di suo padre in quel di Kanesh e se la prende con la madre che, a casa, dispone di enormi quantità di lana e di tessuto e potrebbe di certo mandargli tutti gli abiti che desidera. E’ talmente preso dal suo egocentrismo che insulta piuttosto pesantemente la madre accusandola di amarlo meno di una madre adottiva. Forse però se ne pente e non spedisce la missiva, che altrimenti non sarebbe rimasta nei quartieri della cittadella commerciale di Kanesh dove gli archeologi l’hanno ritrovata. Magari nel frattempo erano arrivati dei vestiti nuovi? 🙂

 

Bibliografia:

  • Luigi Cagni, «La religione della Mesopotamia», in Storia delle religioni. Le religioni antiche, Laterza, Roma-Bari 1997
  • Layard, Austen Henry, The monuments of Nineveh : from drawings made on the spot ; together with: a second series of the monuments of Nineveh ; including bas-reliefs from the Palace of Sannacherib and bronzes from the ruins of Nimroud ; from drawings made on the spot during a second expedition to Assyria; Vol. 2
  • A. Parrott, Gli Assiri, Milano, 1961
  • Fales, Frederick Mario. L’impero Assiro. Laterza, 2001.
  • Ascalone, Enrico. Mesopotamia: assiri, sumeri e babilonesi (Dizionari delle civiltà; 1). Brossura, Electa Mondadori, 2005
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