L’evidenza archeologica di antiche combattenti nell’antichità

1597299_669471049758633_2106738402_oPer il ciclo Archeologia in Rosa
“L’evidenza archeologica di antiche combattenti nell’antichità” – Anna Miaczewska (Università di Lublin, Polonia)
7 Marzo 2014 ore 17:00
Torre di Porta Villalta, via Micesio 2, Udine 

La predominante nozione che le donne nell’antichità fossero umili e recluse alla sfera domestica ha creato una tradizione di studi generalmente accettata che inquadrarono la donna esclusivamente in quest’ambito.
I topos di conformità delle donne e la loro presunta passività deve essere però tuttavia ridiscussa. Ciò è dato dalla vasta quantità di testimonianze che vede la donna protagonista sia in attività al di fuori dell’ambiente domestico che all’interno dei più violenti domini associati generalmente agli uomini e alla guerra.
Le fonti bibliografiche e archeologiche permettono di proporre un’immagine differente della donna antica. esse, infatti, erano spesso nemici attivi e formidabili nei tempi di crisi e di guerra: il loro coinvolgimento in un conflitto poteva comprendere la difesa delle mura  della città, la fornitura delle provviste al proprio popolo, l’organizzazione dell’intera tribù o della città in assenza degli uomini, fino alla stessa partecipazione alle battaglie e alle manovre di guerra.
Lo studio dell’iconografia dei mosaici e delle sepolture femminili dimostra come alcune donne assunsero dei ruoli tipicamente maschili e, spinte dalle circostanze, svolsero ruoli non legati alle mansioni femminili conciliando così il mondo violento che le circondava con le loro attività quotidiane.

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