Sull’EXPO 2015 di Milano le polemiche e i “fattacci” sono molti. Non è nostro compito né nostra volontà entrare in merito alla politica o all’economia di questo evento.
Ma a quanto pare gli organizzatori sono riusciti a sollecitare il disappunto perfino in semplici appassionati di storia come noi.
Ebbene si, dal momento che con grande orgoglio viene presentata nientemeno che Teodolinda, “donna immagine” e guida del padiglione lombardo.
Abbiamo recuperato le seguenti immagini dalla Gazzetta di Mantova e ve le proponiamo.
Non notate niente di strano? I nostri attenti lettori avranno colto che l’abbigliamento dei nostri eroi Teodolinda e Agilulfo ricalca quello della Cappella di Teodolinda a Monza. … peccato che questa sia una rappresentazione molto tarda del celebre matrimonio, risalente al XV secolo, e niente abbia a che fare con il reale aspetto della corte longobarda, di ben otto secoli antecedente all’affresco.
Recentemente il Presidente della Regione Lombardia Maroni ha espresso la volontà di candidare all’Unesco proprio questo magnifico monumento e vogliamo sperare, lo vogliamo veramente tanto, che la citazione sia voluta e dichiarata.
Altrimenti si tratta di una svista madornale, perpetrata proprio in casa lombarda e alla importante presenza di chi delle “radici storiche” ha fatto una bandiera.
Dell’abbigliamento della “vera” Teodolinda possiamo dire molto poco. Ne sanno qualcosa i rievocatori dei vari gruppi longobardi italiani che devono ricercare tessuti e modelli filologici in ambiti coevi di tutta Europa. Grazie alle caratteristiche del nostro suolo infatti non restano che minuscoli frammenti di tessuto come reperti di VII secolo, insufficienti certo a disegnare un’intera mise.
Ma anche così la Regina Teodolinda ( di stirpe longobarda Letingia per parte materna e bavarese per parte paterna) risulterebbe sicuramente più credibile se vestita come una delle ricostruzioni eseguite da eminenti musei, i quali hanno elaborato loro interpretazioni dell’abbigliamento di regine dell’epoca e della medesima area culturale ed etnica di Teodolinda.
Come per esempio la ricostruzione eseguita dal Museo Archeologico di Francoforte per la mostra sulle Regine Merovinge (Königinnen der Merowinger).
Arnegunda, Wisigarda e Bathilde, vissute nel VI e VII secolo, sono certamente esempi più affidabili di quanto lo sia una pur splendida pittura tardo medievale. Se teniamo poi conto che pur essendo sposa di Teodeberto I, re merovingio e quindi Franco, Wisigarda era proprio la zia di Teodolinda e pertanto longobarda, la scelta sembrerebbe quasi obbligata.
Anche una piccola festa locale, come quella per le Nozze di Teodolinda a Lomello, si è preoccupata, dopo anni di rappresentazione ispirata al famoso affresco, di approfondire quest’anno il tema longobardo e adeguarsi a partire dalla filologicità dell’abbigliamento. Siamo orgogliosi che gli organizzatori ci abbiano interpellato in amicizia e di aver fornito loro proprio questi esempi.
Ma sarebbe stato sufficiente per gli organizzatori di EXPO fare un salto a visitare il Museo Archeologico di Milano o anche solo visitarlo virtualmente comodamente da casa, per rendersi conto che l’abbigliamento più consono a una donna del VII secolo non somiglia affatto a quello da loro proposto.
Che peccato l’occasione mondiale di sfoggiare un po’ di conoscenza della storia patria sia andata perduta!
Speriamo non se ne accorgano i cultori stranieri di tale storia, che sono più di quanti si creda a giudicare dai notevoli reperti altomedievali italiani presenti in musei prestigiosi come il Metropolitan Museum di New York o il British Museum di Londra.
Ci auguriamo almeno che con questo omaggio “vivente” (voluto o accidentale non è dato sapere) alle sue raffigurazioni (ma non alla vera regina), la Cappella di Teodolinda guadagni la nomina a sito UNESCO….
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