LUNGO LA “LONGOBARDA” PICCOLA CASSIA DI PIANURA

LUNGO LA “LONGOBARDA” PICCOLA CASSIA DI PIANURA è il titolo di una pubblicazione, edita in formato digitale, che costituisce un piccolo scrigno colmo di sorprendenti gioielli e che potete scaricare da questo link  Lungo la piccola cassia


In forma di dispensa illustra le attività ideate e organizzate dall’Archivio di Stato di Modena, a cura della sua Direttrice Dott.ssa Patrizia Cremonini, nell’ambito della rassegna “Bizantini e Longobardi. Culture e territori in una secolare tradizione” (21 febbraio –18 dicembre 2015) e costituite da un ciclo di trenta conferenze, quattro mostre documentarie e attività didattica con escursioni sul territorio.
In stretta collaborazione con l’Archivio e ad estensione di questo già corposo percorso si è poi articolato un progetto di approfondimenti condotto nell’anno scolastico 2015-2016 dagli studenti di tre classi del Liceo Classico e Linguistico “L. A. Muratori – San Carlo” di Modena, sotto la guida della Prof.ssa Caterina Monari, le cui fasi salienti sono anch’esse illustrate nella pubblicazione.
Aprendo la dispensa appaiono da subito la completezza e accuratezza, l’attenzione all’approfondimento e la coralità dell’“impresa”.
In tempi in cui si parla spesso di divulgazione della storia e di public history, di valorizzazione del patrimonio artistico-culturale e turismo culturale, questo scrigno di gioielli va senz’altro condiviso come esempio di approfondimento della conoscenza del territorio a tutto tondo, e in profondità, con l’utilizzo di tutti gli strumenti possibili.
Si parte dall’inestimabile contenuto cartografico dell’Archivio di Stato, che mette a disposizione nelle mostre e nel corso delle numerose conferenze, non solo la visione preziosa delle migliaia di rappresentazioni del territorio conservate, ma ne fa apprezzare anche l’aspetto storico, stilistico e artistico intrinseco.

1480 circa. Rarissimo disegno ad “occhio di pesce” dell’alta montagna modenese-bolognese con i passi tuttora in uso per valicare l’Appennino verso la Toscana. Sul lato sinistro della mappa è il passo dei Tre Termini o della Calanca, in zona bolognese. Al centro segnalato con grande evidenza, è il valico in area modenese: il passo della Croce Arcana, alla cui sommità campeggia una grande croce rossa. Si tratta degli stessi passi cui giungeva il fascio viario della Piccola Cassia provenendo dalla pianura tra Modena e Bologna.
(Immagine tratta dalla dispensa “Lungo la piccola cassia di pianura” ed. Il Fiorino, elaborazione grafica Giuseppe Gambetta)

Attorno a questo nucleo materiale va formulandosi un mosaico di integrazioni che prevedono aspetti quali l’archeologia, la geomorfologia, la genetica. A partire dal territorio, in senso stretto e fisico, si dipanano, nel corso della monumentale rassegna organizzata dall’Archivio stesso, tutti i rivoli che attraversano la storia dell’umanità in modo concreto, confrontandosi con i reperti, con l’arte, con il linguaggio e le sopravvivenze odierne di tutto quanto viene scoperto o riscoperto via via.
Sfogliando la dispensa si percepisce come il progetto abbia assunto quasi una vita propria, imponendo temi che non potevano essere ignorati e che le curatrici del progetto non hanno mai trascurato. Ecco quindi le escursioni sul territorio, le visite all’abbazia di Nonantola, a Monza, a Ravenna.
Bastano alcuni titoli dalle sezioni della dispensa per dare la percezione della sensibilità del progetto:

  • La valorizzazione comincia in archivio: dai luoghi rappresentati ai luoghi reali
  • Dalle conoscenze dell’archeologia all’esperienza sul territorio: toccare con mano le tracce del passato lungo la piccola Cassola, da via romana a via “longobarda”
  • Conoscenze, esperienze e consapevolezza: un modo per farsi carico della valorizzazione del territorio

La valenza di questa pubblicazione va però ben oltre quella di uno studio appassionato e approfondito del territorio, della storia e della cultura. Vi è una coralità di voci e di intenti che rende un secondo merito a tutto il progetto.

Basta scorrere l’elenco di istituzioni, docenti, professionisti, enti territoriali che sono stati coinvolti a vario titolo e nelle diverse fasi: i Comuni, le Partecipanze agrarie, testimonianza a loro volta di un passato medievale tuttora vivo, il Liceo, l’Accademia Militare e l’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, l’associazione Italia Nostra, oltre ovviamente all’Archivio stesso.
Per chi ha seguito almeno in parte il procedere dei lavori è chiaro che tutte queste componenti del tessuto sociale non sono uno sterile elenco di nomi ma hanno collaborato, sono stati resi consapevoli e partecipi e, quasi tutti, attori del progetto a favore di un pubblico ancora più ampio.

Parte del materiale prodotto ad uso degli studenti e dei partecipanti al progetto
Parte del materiale prodotto ad uso degli studenti e dei partecipanti al progetto

Non solo le conferenze e le mostre dell’Archivio aperte al pubblico, ma le stesse attività degli alunni del Liceo sono sfociate in esperienze divulgative e, se ciò non bastasse, numerose altre iniziative sono state promosse sul territorio, cogliendo ogni occasione, come La Giornata del Camminare promossa dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo.
Non si è lesinato alcuno strumento, dal più tradizionale al più innovativo, per suscitare l’interesse attorno al territorio. Non si può tacere dell’utilizzo ripetuto di una forma di divulgazione storica non così scontata per il mondo delle istituzioni, ovvero la Rievocazione Storica.
E’ questo uno strumento di sicura presa sul grande pubblico, che in un contesto scientifico e istituzionale va però certamente selezionato per serietà e accuratezza. Al Progetto va reso il merito di aver premiato in questo senso il gruppo di rievocazione longobarda Bandum Freae da tempo attivo sul territorio e a livello nazionale, che ha letteralmente “dato vita” a quanto detto e mostrato sul popolo longobardo, rivestendo i panni e i corredi degli antichi germani insediati in quelle terre, con la ricostruzione dei reperti locali e le dimostrazioni di combattimento descritti dai relatori nelle diverse sedi e date.
Né si è mancato di dare vita al racconto dell’Origo gentis Langobardorum e dello storico longobardo Paolo Diacono, che descrivevano gli scontri bellici “circa fluvium Scultenna”, l’attuale Panaro, riproponendo, nel corso di una più ampia manifestazione, uno scontro bellico dei tanti che su quel territorio devono essere accaduti.
All’interno di un bosco lungo il fiume Panaro, molto simile a quell’incolto paludoso altomedievale, i guerrieri Longobardi dei Bandum Freae e i Bizantini del gruppo di rievocazione Numerus Italorum hanno incarnato le lotte sull’eterno confine.
Un viaggio nel tempo, che attraverso le parole scritte dagli storici, la cartografia, le testimonianze superstiti e i tanti approfondimenti dell’iniziativa, ha portato alla materializzazione, tramite i rievocatori, della sintesi e della fonte stessa di tutto il progetto: la terra emiliana rivissuta come dovette essere, tra Longobardi e Bizantini.

Foto inaugurazione della mostra SEGNI SULLE TERRE presso ASMo, 30/04/15 con la Direttrice dellArchivio dott.ssa Patrizia Cremonini e il gruppo storico longobardo Bandum Freae
(Foto: Franco Buttaro www.francobuttaro.it)

Questa dispensa doveva necessariamente vedere la luce, non solo a testimonianza dell’enorme mole di lavoro, energia e competenze coinvolte, non solo come tributo alle incredibili sinergie ed entusiasmi prodotti, ma come esempio riuscito di sviluppo e divulgazione della storia territoriale e della sua valorizzazione.
Completata dal magnifico lavoro di grafica di Giuseppe Gambetta (Comune di S Giovanni in Persiceto), costituisce materiale prezioso per alunni, docenti, divulgatori, operatori turistici e culturali e prelude, come si auspica, a ulteriori e futuri progetti.

Non stupisce che le attività qui descritte abbiano meritato l’attenzione delle “Longobard Ways across Europe”, progetto del Comune di Monza e dell’Associazione “Longobardia” per un itinerario europeo turistico-culturale dedicato alla lunga marcia storica dei Longobardi dalla Scandinavia all’Italia.
Né stupisce che per il complesso di iniziative svolte l’Archivio di Stato di Modena abbia conseguito il Premio Italia Medievale 2016 nella Sezione Istituzioni, ribadito e affiancato da quello al gruppo Bandum Freae nella Sezione Gruppi Storici.
Non stupisce nemmeno che la “piccola Cassia”, l’antica via detta anche “Longobarda”, sia divenuta il focus centrale e il simbolo di questa bellissima avventura culturale.
Una via fisica e simbolica che unisce il passato al presente, i bizantini ai longobardi, che si allarga all’Europa tramite le Longobard ways e che speriamo ci porti ancora più lontano.
A rendere definitivamente pubblica questa esperienza la divulgazione della dispensa in formato pdf  dalla pagina istituzionale dell’Archivio di Stato di Modena o dal nostro sito Lungo la piccola cassia

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