Mostri Medievali

Da un articolo di Alixe Bovey su British Library

Tra le pagine illustrate dei manoscritti medievali ricorrono spesso uomini con teste di cani, creature con piedi giganti, grifoni, sirene e demoni infernali.  Alixe Bovey approfondisce, in questo articolo, il significato simbolico di una serie di mostri per capire cosa possano insegnarci sulla vita e la fede nel Medioevo.

Numerosi documenti dell’antichità raccontano dell’esistenza di persone mostruose che vivono ai margini del mondo conosciuto. Nel I secolo d.C., Plinio il Vecchio descrisse l’esistenza di straordinarie razze di esseri umani che vivevano in India ed Etiopia: tra queste annoverava la presenza di alcune creature pelose senza bocca chiamate Astomi che non avevano bisogno di cibo o bevande; poi descrisse uomini con teste di cane; e creature con una gamba sola che saltavano con velocità incredibile e utilizzavano i loro piedi giganti come ombrelli per proteggersi dal sole.

Plinio stesso fu una fonte di ispirazione per altre autorità del passato e il suo resoconto di queste meravigliose razze influenzò, a sua volta, il Medioevo. In questo periodo i mostri dell’antichità e della tradizione folkloristica entrarono a far parte pienamente del mondo cristiano.

Per i cristiani, le razze mostruose attestavano non solo la loro credulità, ma anche la loro etica. Nel IV secolo d.C. Sant’ Agostino di Ippona scrisse di non essere affatto convinto che queste figure mostruose esistessero davvero, ma ritenne che la domanda fondamentale da porsi fosse se queste creature potessero considerarsi o no esseri umani, discendenti da Adamo, e quindi esseri “razionali e mortali”. Se fosse così, secondo Sant’Agostino, erano degni di salvezza.

Illustrazioni mostruose

L’interesse per le razze mostruose perdurò attraverso il Medioevo.
Nel X secolo in Inghilterra, le descrizioni di tali creature sono state raccolte in un testo noto come “Meraviglie d’Oriente”. Copie illustrate di questo testo hanno permesso ai lettori di ammirare le immagini di esseri meravigliosi in esso descritti.

Allo stesso modo, un’edizione gigante della Bibbia prodotta ad Arnstein in Germania nel XII secolo, contiene una pagina di disegni di razze mostruose, e il Salterio inglese noto come Rutland Psalter del XIII secolo comprende raffigurazioni di mostri lungo i  margini.

Un altro Salterio inglese risalente circa al 1260 include una mappa piccola ma altamente dettagliata del mondo con razze mostruose disposte lungo il suo bordo orientale.
L’Oriente non era l’unico habitat per i mostri: nelle sue cronache d’Irlanda, Gerald of Wales (1146 – 1223) racconta storie di un lupo mannaro parlante, una donna barbuta, creature per metà uomo e per metà bue e un pesce con tre denti d’oro.

Demoni nel Cristianesimo

Tali mostri erano eccitanti ed esotici, ma dal momento che si trovavano alla periferia del mondo conosciuto, non sembravano causare particolare ansia nella popolazione medievale. Un’altra tipologia di mostro, però, si nascondeva in agguato dietro ogni angolo suscitando così un’intensa paura: i demoni.Spesso erano raffigurati con corpi pelosi, zoccoli, ali di cuoio e facce posizionate in diverse zone del corpo. Esseri, il cui unico scopo era quello di tentare, contrastare e danneggiare.

Secondo la fede cristiana medievale queste creature erano angeli caduti, i cui corpi scuri, pelosi e alati erano una perversione della forma angelica. Sebbene non sempre visibili, tuttavia, erano ritenuti esseri sempre presenti. Un diagramma dell’universo contenuto in un Libro delle Ore del XIV secolo, mostra questi demoni che precipitano dal Paradiso verso Satana, legati in catene sotto il cosmo.

Innumerevoli storie medievali descrivono l’astuzia di Satana e del suo esercito di demoni, in grado di camuffarsi per far si che la gente commetta dei peccati. Solo i Santi, e in particolare la Vergine, erano capaci di riconoscere e sconfiggere tali creature.

Differenti demonizzazioni

I mostri sono stati spesso utilizzati per definire dei confini e per esprimere una distinzione tra la moralità e il peccato – o tra la conformità e la non conformità. Quelli percepiti come peccaminosi sono stati spesso dipinti come fisicamente deformi. Questa tattica è stata usata per demonizzare i nemici percepiti della cristianità, come Ebrei, Musulmani e Turchi ai quali erano attribuite pratiche disumane (come il cannibalismo). Gli artisti medievali davano spesso ai non cristiani caratteristiche esagerate o deformi, credendo che la loro immoralità potesse essere espressa visivamente attraverso la mostruosità.

I bestiari

Il mondo naturale è stato spesso interpretato anche come espressione di un sistema morale. Uno dei migliori esempi che attesta ciò è stato il Bestiario, una tipologia di libro che riuniva le descrizioni di animali partendo da creature ordinarie, come capre e api, arrivando a descrivere bestie fantastiche tra cui grifoni, sirene e unicorni.

Nella maggior parte dei bestiari gli animali sono definiti in relazione alla morale cristiana: le creature stesse non erano tanto importanti tanto quanto le verità morali rivelate nella loro spiegazione. Le sirene, per esempio, descritte con la parte superiore del corpo di un essere umano e la parte inferiore di un uccello o di un pesce (o anche una combinazione delle due), cantavano belle canzoni per cullare i marinai, farli addormentare e poi attaccarli e ucciderli. La morale: coloro che si lasciavano andare al piacere delle deviazioni terrene sarebbero stati vulnerabili al diavolo.

Ma non tutte le creature mostruose erano brutte e non tutte erano cattive: secondo il Bestiario l’unicorno è un simbolo di Cristo e il suo corno simboleggia l’unità di Dio.

In un manoscritto medievale c’è un’illustrazione che mostra un cavaliere nell’atto di rubare un cucciolo di tigre alla madre. Il testo afferma che una tigre può correre più veloce di un uomo su un cavallo e, per far fronte a questo eventuale problema, il cavaliere lancia uno specchio alla tigre che si ferma e guarda il riflesso pensando di guardare il proprio cucciolo.

Le miniature dei mostri

I manoscritti più preziosi erano spesso decorati con immagini di mostri. Corpi a serpentina con teste nell’atto di mordere erano intrecciati in splendidi capolettera; strane creature ibride composte da parti del corpo da due o più creature erano dipinte a margine; nelle immagini in miniatura e nei margini spesso erano presenti le raffigurazioni di un mostro sconfitto da un santo o da un eroe. La presenza di tali mostri è spesso ludica e talvolta in sorprendente contrasto con la serietà del testo. Eppure le interpretazioni fortemente morali di tali mostri in altri contesti suggerisce che gli spettatori medievali avrebbero potuto trarre diletto da tali immagini e allo stesso tempo le avrebbero viste come simbolo dei pericoli che si annidavano oltre i limiti della fede cristiana.

Articolo di Alixe Bovey tradotto con la collaborazione di Annalisa Iezzi

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