Sayyida al Hurra corsara dell’Islam

“Può essere difficile da credere, ma una magnifica barba non è un requisito per essere un pirata.”

jolly roger

Di questa fenomenale donna non si hanno molti dettagli biografici, il che probabilmente indurrebbe alcuni a completare le lacune storiche con un po’ di fantasia, ma noi ci atterremo a quanto trovato nella scarsa bibliografia disponibile.

Sayyida al Hurra (in arabo: السيدة الحرة‎), non è il suo vero nome, ma un titolo comune a molte donne importanti del mondo musulmano che letteralmente significa “La nobile Signora Libera” e che sta a indicare un potere sovrano. Il suo nome proprio fu probabilmente Ayša, nata intorno al 1485 (nel calendario islamico intorno al 890) da un’importante famiglia musulmana, i Banu Rashid.  Le sue origini familiari erano marocchine o andaluse.
La famiglia si rifugiò in Marocco e si stabilì a Chaouen, meta di molti esuli andalusi, sia ebrei che musulmani, quando Ferdinando e Isabella conquistarono il regno musulmano di Granada nel 1492, alla fine della Reconquista.1

Reconquista

Evoluzione della Reconquista

1La Reconquista fu il periodo di 750 anni in cui avvenne la conquista dei Regni moreschi musulmani di al-Andalus (arabo: الأندلس) ovvero della Penisola iberica (le attuali Spagna e Portogallo) da parte dei sovrani cristiani, che culminò appunto il 2 gennaio 1492, quando Ferdinando e Isabella, Los Reyes Católicos (“I Re Cattolici”), espulsero dalla Penisola l’ultimo dei governanti musulmani, Boabdil di Granada, unendo gran parte di quella che è la Spagna odierna sotto il loro potere (la Navarra verrà incorporata solo nel 1512). 

L’infanzia di Sayyida  fu felice e sicura a Chaouen, dove il padre divenne governatore, ma fu offuscata dalla memoria costante del forzato esilio da Granada.
Fu data in sposa all’età di 16 anni ad un uomo di 30 anni più anziano di lei, un amico di suo padre, Ali al-Mandri governatore di Tetouàn, al quale era stata promessa quando era ancora  bambina. Alcune fonti affermano  che fosse invece sposata con il figlio di al-Mandri, al-Mandri II.
Fu una donna intelligente, imparò molto assistendo il marito nei suoi affari, e dopo la sua morte nel 1515, divenne governatrice di Tétouan.
Fonti spagnole e portoghesi descrivono al-Hurra come “loro partner nel gioco diplomatico”.  Presto si sposò di nuovo. Il suo sposo, Ahmed al-Wattasi, il Re del Marocco, si recò a Tétouan per sposarla. Si ritiene che Sayyida abbia insistito molto su questo aspetto esteriore per dimostrare a tutti che non aveva intenzione di rinunciare a governare Tétouan, anche se sposata al re. 
Sayyida però non poteva dimenticare né perdonare l’umiliazione di essere stata costretta a fuggire da Granada. Nel suo desiderio di vendicarsi sul “nemico cristiano”, si volse alla alla guerra corsara.
Prese contatto con  Barbarossa di Algeri, ammiraglio e corsaro ottomano distintosi fin da giovane in imprese corsare nell’Egeo e sulle coste dell’Africa settentrionale, conquistando Algeri insieme al fratello Bābā Urūǵ nel 1518.  Organizzò quindi velocemente un’ampia flotta, arruolando capitani e corsari.
Nel 1520 inviò la sua flotta nel Mediterraneo con ordini specifici di affondare, bruciare o prendere come ostaggio tutte le navi portoghesi che avessero incontrato. Prese un gran numero di prigionieri in questa impresa, mettendoli in schiavitù e arricchendo la tesoreria di Tetouan con i soldi dei riscatti .

Per oltre 20 anni , Sayyida al- Hurra fu il “leader indiscusso dei … pirati [ islamici ] nel Mediterraneo occidentale” , mentre i fratelli Barbarossa dominavano il Mediterraneo orientale. In Le sultane dimenticate. Donne capi di stato nell’Islam  la sociologa e scrittrice Fatima Mernissi cita documenti storici spagnoli del 1540, secondo cui avvennero negoziati “tra spagnoli e Sayyida al-Hurra”dopo una operazione di pirateria svoltasi nei pressi di Gibilterra, da cui i corsari ricavarono “molto bottino e molti prigionieri”. Anche se sembra che lei stessa non salì mai su una nave,  certamente ha condotto una forza marittima da non sottovalutare .

Le predazioni cessarono improvvisamente nel 1542 sotto un velo di mistero. Mernissi ipotizza che un colpo di stato guidato da uno dei figliastri di Sayyida abbiano rovesciato il suo governatorato in quell’anno. Sembra che, dopo 27 anni come unico governatore di una importante città-stato del Marocco la signora che ha preso il titolo di al- Hurra sia stata deposta e in larga misura dimenticata. Non sembra esserci alcuna traccia della sua vita successiva o notizie della sua morte .

Queste scarne notizie su quella che dev’essere stata una vita straordinariamente ricca difficilmente soddisfano chi è interessato alla storia, ma è tutto quello che abbiamo per ora. Speriamo che possano a breve emergere ulteriori notizie sulla signora conosciuta come Sayyida al-Hurra.

Bibliografia 

  • Rodolfo Gil (Benumeya) Grimau. “SAYYIDA AL-HURRA, MUJER MARROQUÍ DE ORIGEN ANDALUSÍ”.
  • Fatima Mernissi. “Le sultane dimenticate. Donne capi di stato dell’Islam.”
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