aggiornamento maggio 2015
Una chiesa è venuta alla luce durante gli scavi condotti sul fondo del lago di Iznik nella provincia occidentale turca di Bursa e diventerà presto un vero e proprio museo subacqueo: lo hanno appena reso noto le autorità turche, dopo l’approvazione del progetto da parte del Ministero della Cultura e del Turismo, e grazie alla copertura economica messa a disposizione dalla municipalità di Bursa. L’edificio, datato al IV secolo d.C., fu costruito sulle sponde del lago, a 130 km da Costantinopoli, nel territorio della città di Nicea. Si trattava di una chiesa dedicata alla memoria di San Neofito, edificata nel luogo in cui il sant’uomo era stato martirizzato nel 310, quando fu frustato pubblicamente, flagellato con uncini e infilato in un forno rovente. La basilica, che custodiva le sacre reliquie del martire, restò in piedi presumibilmente fino al terremoto del 740, prima di crollare e di essere lentamente inghiottita dalle acque del lago.
Iznik è l’attuale nome di Nicea, che per gli appassionati di storia è un nome decisamente importante. La città fu fondata con il nome di Antigoneia intorno al 310 a.C. dal re di Macedonia Antigono I, uno dei Diadochi di Alessandro Magno che dopo la sua morte aveva ottenuto il controllo di un’ampia parte dell’Asia Minore. Successivamente Antigono venne sconfitto da una coalizione di altri Diadochi e la regione venne assegnata nel 301 al generale Lisimaco originario della Macedonia. Questi ribattezzò la città con il nome della defunta moglie Nicea, successivamente latinizzato in Nicaea.
Conquistata dai Romani la città perse di importanza intorno al I secolo. Ritornò in grande auge con la costituzione dell’Impero Romano d’Oriente e con il trasferimento della capitale a Costantinopoli. Nicea divenne il baluardo meridionale per la capitale e fu arricchita di monumenti e fortificazioni.
Vi si tennero due importanti momenti della storia cristiana: il Primo Concilio di Nicea nel 325, convocato e presieduto all’imperatore Costantino I, cui parteciparono circa 300 vescovi, indetto per risolvere i problemi suscitati dall’arianesimo; si dichiarò alla sua conclusione una dichiarazione di fede, che ricevette il nome di simbolo niceno o credo niceno, che riconosceva la consustanzialità tra Padre e Figlio e si decretò la condanna di Ario.
Giustiniano I, nel VI secolo, costruì nel centro della città la chiesa di Haghia Sophia, sul modello della grande chiesa di Santa Sofia di Costantinopoli. In essa nel 787 si tenne il Secondo Concilio di Nicea, convocato su richiesta di papa Adriano I, dall‘imperatrice d’Oriente Irene, per discutere i problemi dell’iconoclastia o “rifiuto delle immagini”, che vede coinvolta la Chiesa orientale e in particolare la Chiesa imperiale di Costantinopoli per almeno un secolo.
Il professor Mustafa Sahin del Dipartimento di Archeologia ha affermato che le prime tracce della chiesa si sono osservate inizialmente a 20 metri dalla spiaggia e che si stanno conducendo scavi per ottenere maggiori indizi circa la chiesa.
Video da LiveLeak
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