Il “Mold Cape”: capolavoro di oreficeria dell’età del bronzo

Il Mold Cape è uno dei più spettacolari oggetti conservati al British Museum di Londra. E’ un manufatto in oro massiccio risalente all’Età del Bronzo europea, tra il 1900 e il 1600 a.C.

Il “Mold Cape” in esposizione al British Museum (Foto: Mark Ramsay su Wikipedia)

Fu ritrovato nel 1833 all’interno di un tumulo funerario a Mold, nel Flintshire, Galles. Il tumulo era indicato popolarmente come Bryn yr Ellyllon (“collina delle fate” o “dei goblin”) ma veniva utilizzato come cava di pietra e alcuni operai, durante le attività di estrazione, rinvennero al centro del tumulo una tomba rivestita con lastre di pietra, contenente resti frammentari di uno scheletro e numerosi frammenti appartenenti al prezioso mantello, assieme a stringhe in bronzo, resti di tessuto e numerosissime perle d’ambra.

Perla d’ambra e alcuni frammenti appartenenti al Mold Cape (Foto: British Museum rilasciata sotto licenza Creative Commons (CC BY-NC-SA 4.0)

Tutto ciò che fu trovato nel tumulo venne registrato da Charles Butler Gough, vicario di Mold. Alcuni dei pezzi d’oro e delle perle d’ambra vennero divisi tra gli operai e Mr Langford che aveva affittato il campo. Questi nel 1836 vendette i suoi tre pezzi di grandi dimensioni al British Museum. Tuttavia, solo una delle perle raggiunse il Museo.
Altre parti del mantello d’oro e manufatti associati arrivarono al British a intervalli, tra il 1836 e il 1972, sebbene i frammenti acquisiti dopo il 1836 fossero tutti molto piccoli. Quattro frammenti d’oro furono presentati al Grosvenor Museum, Chester dal signor George Lowe nel 1953. e furono prestati al British Museum dal 1966 al 1987. Uno solo di questi appartiene al mantello, ma gli altri tre sembrano riferirsi a un oggetto distinto, probabilmente un secondo mantello.

Frammento probabilmente appartenente a un secondo mantello (Foto: British Museum rilasciata sotto licenza Creative Commons (CC BY-NC-SA 4.0)

Inizialmente fu considerato come il pettorale da parata di un cavallo, come riporta la didascalia in una vecchia foto in bianco e nero dell’esposizione al British.

Esposto come pettorale di cavallo (Foto: British Museum rilasciata sotto licenza Creative Commons (CC BY-NC-SA 4.0)
Didascalia della foto precedente (Foto: British Museum rilasciata sotto licenza Creative Commons (CC BY-NC-SA 4.0)

La progressiva comparsa di ulteriori frammenti ha indotto gli specialisti a rivedere la forma e assieme l’utilizzo dell’oggetto, fino alla conclusione, raggiunta negli anni ’60 dello scorso secolo, che si tratti di un mantello o più precisamente una sorta di coprispalle, adatto a una persona dalla corporatura esile.

(Foto: British Museum rilasciata sotto licenza Creative Commons (CC BY-NC-SA 4.0)

Nel 2002 il restauro e la ricostruzione del prezioso oggetto furono completati, aggiungendo le parti ancora mancanti con lamine lavorate in tecnica di archeologia sperimentale.

Stampi utilizzati per indagare la creazione del motivo decorativo e produrre i pezzi mancanti per la ricostruzione / restauro del Mold Cape. (Foto: British Museum rilasciata sotto licenza Creative Commons (CC BY-NC-SA 4.0)
Ian McIntyre dimostra la possibile organizzazione di un artigiano nella realizzazione del lavoro a sbalzo. (Foto: British Museum rilasciata sotto licenza Creative Commons (CC BY-NC-SA 4.0)

Un unico lingotto d’oro, del peso complessivo di circa 700g, spianato e assottigliato in foglio, poi ripiegato per assumere la forma definitiva, infine decorato con punzonature e sbalzi dall’interno, dimostra capacità artigianali altamente avanzate nell’Europa dell’età del bronzo. Il Mold Cape è considerato uno dei migliori esempi di lavorazione preistorica in oro dell’Europa e forse del mondo.

Disegno di ricostruzione creato per la mostra del Mold Cape al National Museum Cardiff e Wrexham County Borough Museum, luglio-settembre 2013. (The Trustees of British Museum)

Si ritiene che le lastre di bronzo trovate all’interno della cista potessero fare da supporto per la lamina d’oro, mentre le perforazioni lungo i bordi superiore e inferiore suggeriscono che potrebbe essere stata presente anche una fodera, forse in pelle, e probabilmente un prolungamento in tessuto che scendesse a ricoprire buona parte della persona.

Lo scheletro è andato perduto subito dopo il ritrovamento, quindi il sesso del proprietario dell’oggetto non può essere confermato. Fino a quando il mantello non è stato ricostruito, si è sempre pensato che fosse indossato da un uomo, ma in base alle dimensioni definitive dopo la ricostruzione, si ritiene che sia stato fatto per adattarsi a una persona minuta, come una donna o un bambino.

Altre tombe con perline, ciondoli e altri ornamenti dello stesso periodo sembrano appartenere a donne, quindi il mantello potrebbe essere stato sepolto con una giovane donna che lo indossava in vita.

(Foto: British Museum rilasciata sotto licenza Creative Commons (CC BY-NC-SA 4.0)

Tuttavia, se indossato, avrebbe limitato il movimento della parte superiore del braccio, il che suggerisce che il mantello fosse utilizzato solo per occasioni speciali. Ciò ha portato alla conclusione che si tratti di un oggetto cerimoniale, forse con collegamenti religiosi, ma la realtà è che non sapremo mai chi indossava questo mantello e perché.

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