Il perduto passo di montagna vichingo rivelato dallo scioglimento del ghiaccio a Lendbreen è stata una scoperta fantastica e sconcertante. La scoperta ha fatto notizia in tutto il mondo, ma ha anche sollevato interrogativi. Chi erano i viaggiatori che attraversavano questo passo di alta montagna e dove stavano andando? Per ottenere una risposta, ci siamo resi conto che avremmo dovuto seguire le orme dei Vichinghi: seguire il sentiero di Lendbeen e vedere dove ci avrebbe portato. Così abbiamo fatto proprio questo e il sentiero ci ha portato a un’incredibile scoperta: un insediamento vichingo perduto!
Il passo di montagna perduto
Il passo di montagna perduto a Lendbreen è la più grande scoperta del programma Secrets of the Ice. Abbiamo trovato resti di slitte, animali morti, vestiti, oggetti per la casa e altri reperti strabilianti che emergono dallo scioglimento del ghiaccio sul passo. Le date al radiocarbonio dei reperti ci dicono che i viaggiatori usarono il sentiero più intensamente circa 1000 anni fa, durante l’era vichinga (leggi di più qui (Secrets of the Ice) e qui (National Geographic)).
Dove portava il sentiero dal passo di Lendbreen?
La scoperta del sentiero che attraversa la banchisa di Lendbreen è stata per noi una sorpresa. Non c’erano registrazioni del passaggio nella storia locale. Questo ha immediatamente sollevato nuove domande. Chi erano le persone che attraversavano il passo e dove erano diretti? Erano gente del posto che viaggiava da e verso le loro fattorie e pascoli estivi, o viaggiatori di lunga distanza diretti a ovest verso i fiordi?
C’era solo un modo per scoprirlo: abbiamo seguito il sentiero di Lendbreen a ovest del passo per vedere dove si dirigeva. Il sentiero iniziava scendendo sul lato sud del passo Lendbreen. “Cairns” (gli “omini di pietra”) e altre lapidi segnavano chiaramente questa sezione del percorso, particolarmente nei passaggi difficili. Seguendo gli ometti, siamo scesi in sicurezza dal ripido fianco della montagna anche senza conoscere in anticipo il percorso. Abbiamo avuto la sensazione di stare camminando sulle orme dei viaggiatori precedenti senza alcuna conoscenza precedente del sentiero. Gli ometti e le pietre ci hanno aiutato nello stesso modo in cui hanno aiutato i nostri compagni di viaggio vichinghi mille anni fa.
Abbiamo seguito il sentiero percorrendo una valle e dirigendoci poi più a ovest. Man mano che ci avvicinavamo ai poderi estivi di Neto, i segnali di traffico intenso si facevano sempre più evidenti. Le persone e i loro animali avevano lasciato tracce rivelatrici: molti percorsi paralleli scavati nel terreno. Poi il sentiero ha iniziato a scendere verso i masi estivi di Neto. Il ginepro che ricopriva tutta l’area stava rendendo più difficile seguire le tracce. Con nostra sorpresa, tuttavia, una volta scesi un po’ più in basso, sul pendio sopra i masi estivi il sentiero si dirigeva a ovest. Ci aspettavamo che scendesse alle fattorie estive. Cosa stava succedendo?
L’antica leggenda di Neto e la scoperta
Curiosamente, c’è un’antica leggenda su Neto, annotata per la prima volta nel XVIII secolo. La leggenda narra che a Neto vi fosse stato un antico insediamento, più antico dei masi estivi che oggi vi si trovano. Queste fattorie estive risalgono solo al XVII secolo. La leggenda potrebbe essere vera? Questo antico insediamento potrebbe in qualche modo essere collegato al sentiero di Lendbreen? In quel caso, dove erano le rovine delle case?
Il nostro membro locale del team, l’archeologo per hobby Reidar Marstein di Lom, ha consentito il salto di qualità. Ha cercato tra i fitti cespugli di ginepro nella collina sopra le fattorie estive di Neto e ha trovato una serie di potenziali rovine di case, a circa 1000 m sul livello del mare. Queste rovine di case si trovano lungo il sentiero Lendbreen coprendone un tratto di circa 500 metri.
Qui in Norvegia, le rovine di case montane dell’età del ferro, dell’età vichinga e del periodo medievale possono essere difficili da trovare a vista. Le case erano costruite in legno che, marcendo molto tempo fa, ha lasciato scarse tracce. A volte, tutto ciò che resta da vedere sono le linee indistinte dei muri, come file di pietre ricoperte di vegetazione o bassi argini. Con i fitti cespugli di ginepro che ricoprivano l’area, era difficile affermare con certezza che tutte le scoperte di Reidar fossero rovine di case.
Tagliare il ginepro
L’estate scorsa abbiamo iniziato il lavoro sul campo nell’area delle presunte rovine di case sopra Neto. Abbiamo iniziato a perlustrare l’area come meglio potevamo, visto il fitto ginepro. E’ risultato un totale di 21 possibili rovine di case.
Il passo successivo è stato quello di ripulire quattro delle rovine dal ginepro per avere un’idea della loro disposizione. Le rovine esposte hanno subito dato un’impressione di una certa antichità. Le loro pareti esterne erano visibili come bassi terrapieni e piccoli test con una trivella al centro delle rovine hanno rivelato carbone nel terreno, forse dai focolari.
Gli scavi di prova
Il passo successivo è stato quello di intraprendere piccoli scavi di prova all’interno delle case. Questi test hanno confermato che gli argini erano effettivamente linee di muro provenienti da rovine di case. Il carbone che abbiamo trovato durante il test della trivella proveniva da focolari posti al centro delle case. Eravamo a posto! Vi erano anche resti di soppalchi in pietra lungo le pareti laterali, caratteristica tipica di questo tipo di rudere. Non abbiamo trovato reperti nei nostri piccoli quadrati di scavo, ma spessi strati di carbone associati ai focolari hanno permesso di prelevare campioni per la datazione al radiocarbonio.
La datazione al radiocarbonio
L’età dei resti era ancora incerta. Dal loro tracciato e dall’associazione con il sentiero per il passo di Lendbreen, sembrava probabile che potessero essere almeno medievali e forse precedenti. Avevamo bisogno di saperlo con certezza e abbiamo presentato cinque campioni da due delle case per la datazione al radiocarbonio. I risultati sono ora tornati ed ecco: tutti e cinque i risultati rientrano nell’intervallo 750-1150 d.C., il periodo con il traffico più intenso attraverso il passo di Lendbreen. Sicuramente, questa non può essere una coincidenza.
Nuove domande
La leggenda era vera! C’era stato un antico insediamento a Neto. Abbiamo trovato le rovine e ora sappiamo che almeno due delle rovine risalgono all’età vichinga e al periodo altomedievale. Le altre rovine sembrano abbastanza simili, quindi potrebbero essere della stessa epoca o forse anche più antiche.
Tuttavia, ci sono ancora più domande che risposte. Riteniamo che le case dell’insediamento vichingo siano probabilmente collegate al traffico attraverso il passo di Lendbreen, poiché si trovano lungo il sentiero che vi conduce. Potrebbero aver fornito rifugi notturni per i viaggiatori. Sono stati usati anche per altri scopi? Forse le nostre case erano usate anche per l’agricoltura estiva in epoca vichinga? Anche l’insediamento agricolo permanente è una possibilità. L’analisi del polline di una palude vicina mostra che l’agricoltura inizia nell’area di Neto intorno al 300 d.C., contemporaneamente all’inizio del traffico su Lendbreen. Sicuramente questa non è solo un’altra coincidenza. Le case potrebbero essere state utilizzate anche come postazione di caccia. Le renne venivano cacciate intensamente nelle montagne sopra Neto.
Qual è la prossima tappa?
Espen Finstad, co-direttore di Secrets of the Ice, è la forza trainante di questa parte del programma:
“La scoperta dell’insediamento vichingo è terribilmente emozionante. Aggiunge una dimensione completamente nuova ai reperti del passo di montagna di Lendbreen. Ma ci sono ancora molti misteri da risolvere qui. Il piano è di continuare le indagini a Neto questa estate. Stiamo inoltre preparando ulteriori rilievi seguendo il sentiero a ovest dall’insediamento vichingo verso i fiordi. Speriamo che ci saranno scoperte più emozionanti lungo il sentiero qui”.
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