In precedenza alcuni studi genetici hanno affrontato la questione della discendenza anglosassone, ma hanno dato risultati contrastanti.
Stimare l’impatto delle migrazioni storiche in base ai soli dati genetici moderni è una sfida, in quanto sia lo stato della popolazione indigena prima della migrazione così come il patrimonio genetico degli immigrati sono sconosciuti e devono essere stimati contemporaneamente basandosi sui corredi genetici odierni. In secondo luogo, se la popolazione di origine è geneticamente vicina alla popolazione indigena, le migrazioni sono difficili da quantificare a causa della sfida nel rilevare piccole differenze genetiche. Ciò è particolarmente vero nel caso delle migrazioni anglosassoni in Gran Bretagna, visti gli stretti rapporti genetici in Europa.
Da queste considerazioni è nata l’idea del dottor Stephan Schiffels dell’Istituto Max Planck per la Scienza della storia umana in Germania di sequenziare i genomi antichi.
Le sepolture da cui sono stati prelevati i campioni sono di tre diverse epoche: Età del ferro, alto e medio periodo anglosassone. Contrariamente ai racconti di una fuga di massa dei Britanni a causa delle invasioni Anglo-Sassoni, i ricercatori trovarono evidenze di matrimoni misti nella primissima fase dell’insediamento.
Al fine di distinguere la traccia anglosassone dalla base genetica dei Britanni indigeni, i ricercatori hanno esaminato molte mutazioni rare nell’intero genoma.
“Abbiamo scoperto che queste rare mutazioni erano la chiave per studiare i campioni storici. Potremmo paragonare i nostri antichi campioni con i campioni moderni in modo più efficace”, rivela il dottor Schiffels a BBC News.
“Per esempio, abbiamo studiato le mutazioni a bassa frequenza che devono essersi verificate negli antenati degli olandesi nel corso degli ultimi mille anni. Abbiamo scoperto che queste mutazioni sono state condivise con gli immigrati anglosassoni con una frequenza due volte maggiore di quanto non siano presenti nelle popolazioni celtiche indigene. Queste mutazioni rare si trovano solo con sequenziamento dell’intero genoma.”
Da lì, gli scienziati hanno potuto monitorare il contributo degli antichi migranti anglosassoni alle moderne popolazioni britanniche.
Si è scoperto che, in media, il 25% -40% dell’eredità genetica dei britannici moderni è attribuibile alle anglosassoni. Ma la frazione di discendenza sassone è maggiore in Inghilterra orientale, più vicina ai luoghi di stanziamento dei migranti.
Anche le popolazioni celtiche, come gallesi e scozzesi mostrano qualche ascendenza anglosassone anche se è in genere inferiore a quella nell’Inghilterra orientale. Ma il dottor Schiffels sottolinea che è difficile dire quando questa componente genetica è arrivato fino a quando il DNA dell’età del Ferro proveniente da quelle regioni non verrà analizzato.
In un altro studio, anch’esso pubblicato su Nature, il Prof Dan Bradley del Trinity College di Dublino e i suoi colleghi hanno analizzato il genoma di nove individui di epoca romana rinvenuti a York.
Sei degli individui, presumibilmente indigeni Britanni , erano geneticamente molto simili ai moderni gallesi, ma diversi dalle popolazioni che vivono nello Yorkshire attualmente.
Tuttavia uno degli individui aveva affinità genetiche con popolazioni del Nord Africa e del Medio Oriente ed è stata considerata una prova di migrazione a lunga distanza in epoca romana.
Le sepolture a Driffield Terrace, da cui i dati genetici sono stati tratti, coincidono con il profilo di gladiatori romani.
La maggior parte erano di sesso maschile, di età inferiore ai 45 anni ed erano stati decapitati. Erano anche leggermente più alti rispetto alla media della Britannia Romana e la maggior parte di loro mostrava segni di trauma alle ossa. Da queste evidenze il prof Bradley e i suoi colleghi deducono che i resti potrebbero anche essere compatibili con legionari romani.
Lo studio degli antichi genomi, esteso a campioni più ampi, potrebbe certamente assicurarci una maggior comprensione delle dinamiche storiche e protostoriche, aggiungendo importanti informazioni su fenomeni quali invasioni, migrazioni e fusioni di gruppi.
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