Arn – L’ultimo cavaliere (Arn – Tempelriddaren, Letteralmente tradotto Arn – il cavaliere templare) è un film del dicembre 2007 per la regia di Peter Flinth, con Joakim Nätterqvist, Sofia Helin, Stellan Skarsgård, Simon Callow, Vincent Perez, Bibi Andersson, Michael Nyqvist, Milind Soman.
E’ basato su una saga in quattro volumi di Jan Guillou che ha avuto grande successo nei paesi scandinavi i cui titoli sono Il Templare, Il Saladino, La Badessa, L’erede del Templare. Il secondo film Arn – Il Regno alla fine della strada (Arn – Riket slut vid vägens) è uscito il 22 agosto 2008. I due film sono stati rimontati in un unico DVD per il mercato internazionale. Con un bilancio totale di circa 210 milioni di corone svedesi (circa 20 milioni di euro) per entrambi i film, è la produzione più costosa del cinema svedese ed è frutto della collaborazione congiunta tra Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia e Germania.
Il successo di pubblico nei paesi scandinavi ha inoltre indotto la produzione di una serie televisiva omonima diretta dallo stesso regista.
Trama
Ambientato in Svezia alla metà del XII secolo ha per protagonista un personaggio di completa finzione Arn Magnusson (Joakim Nätterqvist). Di lui si narra come sia sopravvissuto per miracolo a una malattia gravissima in tenera età: i genitori increduli e grati per questo miracolo, decidono di ringraziare Dio mandando il piccolo Arn in un monastero, per seguire gli insegnamenti cristiani. Nel monastero ad Arn viene insegnata l’arte del combattimento dal frate Guilbert, un ex templare, suo fedele amico e precettore, che trasforma col tempo il protagonista in un giovane forte e coraggioso. Ormai cresciuto, Arn torna presso la sua famiglia che trova impegnata in beghe politiche fra i diversi clan svedesi e interviene vincendo un importante duello d’onore.
Il film riserva anche una storia d’amore: Arn infatti si innamora, ricambiato, della bella Cecilia Algotsdotter (Sofia Helin) purtroppo promessa ad un uomo del clan rivale e concepiscono un figlio. Quando i due amanti vengono scoperti, a seguito di una delazione, per Arn giunge l’ora di andare a combattere a Gerusalemme nell’Ordine Templare, dove guadagna la fama di cavaliere coraggioso e onesto conosciuto localmente come al Ghouti (il Goto), mentre per Cecilia si aprono le porte del convento dove resterà rinchiusa per venti anni, dopo che il figlio le è stato tolto.
Qui viene sottoposta a mille angherie dalla badessa e dalle compagne, tutte appartenenti al clan Sverker, nemico della sua famiglia. Arn a Gerusalemme salva la vita a Saladino (Milind Soman), che era stato vittima dei predoni. Quando si troverà ad affrontare proprio Saladino, nella battaglia divenuta poi famosissima di Montgisard, egli gli renderà il favore salvandolo durante il massacro dell’esercito templare.
Tornato in patria, Arn si ritrova con Cecilia e conosce il proprio figlio. Ma la sua terra è nel pieno di in una guerra civile per la corona, contesa dal clan Sverker, e le forze unite del clan Erik e Folkung, nella fase che precorre la nascita dello stato unitario. Di fronte alla guerra contro il clan rivale, alleato coi danesi, non ha altra possibilità che istruire al combattimento gli uomini del suo clan e sconfiggere gli avversari in un’epica battaglia. Ferito gravemente, muore fra le braccia dell’amata Cecilia.
Critica
I due grandi padri ispiratori della pellicola sono a nostro avviso Bergman e Scott. Il primo per i ritmi, molto consoni al pubblico scandinavo un po’ meno a quello italiano. Abituato alla velocità hollywoodiana e alle serie televisive d’oltreoceano il pubblico italiano sembra non aver apprezzato la solennità delle inquadrature e l’indugiare sui volti e sulle scene, sottolineate da una colonna sonora altrettanto solenne. Tuttavia è proprio questo ritmo che ne fa un prodotto originale e diverso dalla maggior parte della filmografia contemporanea che si gioca tutta al rialzo tra splatter, effetti speciali e stato d’ansia indotto. Durante le scene della famosa battaglia crociata invece è inevitabile ricordare Le Crociate di Ridley Scott, uscito solo un paio di anni prima, nel 2005, incluso lo sviluppo attorno al rapporto personale di Arn col Saladino.
In generale ci sembra un buon film, molto curato nella ricostruzione degli aspetti materiali: armi, armature, ambienti e abitazioni, abbigliamento e usanze. Interessante nell’originale l’uso di svedese, latino, francese e arabo per rendere più realistici i dialoghi nei diversi scenari della vicenda. E’ un film da vedere senza attendersi effettoni o colpi di scena, ma come vi apprestereste ad ascoltare una saga tradizionale.
Certamente il film ci stimola ad una serie di approfondimenti a cui ci dedichiamo subito.
Scenario storico
Sebbene il protagonista non sia mai realmente esistito e la sua vicenda sia di pura fantasia, essa viene inserita in un momento particolare e preciso nella storia della Svezia: la sua nascita storica o meglio il suo affiorare dalla leggenda alla storia.
Nel film Arn appartiene alla casata dei Folkung in svedese Folkungaätten che qualche studioso preferisce indicare come Casa di Bjelbo in svedese
Bjälboätten per non confonderla con una corrente politica molto più tarda. E’ questo un clan che vanta un mitologico antenato Folke Filbyter (da foal biter= colui che castra i puledri coi denti ) da cui il nome di Folkung. Questo progenitore dell’epoca pagana sarebbe stato un trisavolo di Birger Brosa il quale prese sede nel maniero di Bjelbo, da cui la seconda denominazione.
In ogni modo i membri di questa dinastia non hanno mai usato un nome per riferirsi a se stessi fino al XVI secolo, quando i cognomi sono stati adottati in Svezia, quindi non c’è un “nome corretto” rispetto ad altri per indicare il clan.
Il personaggio storico Birger Brosa, importante membro della casata che ebbe il titolo di Jarl, appare nel film come uno dei membri della famiglia di Arn, il cui padre Magnus Folkesson (figlio di Folke) ribadisce nel nome l’appartenenza al clan.
Il titolo di Jarl
E’ il più alto titolo dopo quello di re nella gerarchia aristocratica scandinava. Il significato letterale è capo, corrispondente al latino dux, e per potere pari a un principe sovrano. Il termine trasferito in Gran Bretagna nell’anglo-sassone earl si è parificato al conte continentale, perdendo quindi in potere territoriale e gerarchico. Nella fase di formazione dei regni scandinavi, viceversa, esso poteva anche equivalere a quello di re, ovvero di detentore di potere assoluto, su regioni di dimensioni limitate, come fu nel caso dei regni della Norvegia. Intorno al 1100, Folke il Grasso fu il primo della casata a divenire Jarl e probabilmente anche il primo a ricoprire la carica di Jarl in tutta la Svezia, sotto il re Inge I, e si legò alla casa regnante danese tramite matrimonio con una figlia di re Canuto IV di Danimarca. Altri Jarls importanti della famiglia furono Birger Brosa, Charles Sordi , Ulf Fase e Birger Jarl. Nei primi anni del XIII secolo, alcuni membri della famiglia si trasferirono in Norvegia dove mantennero il titolo di Jarl per quei territori. La potenza della casata è dimostrata dal fatto che il titolo di Jarl venne mantenuto a prescindere dall’avvicendarsi delle famiglie reali e addirittura in nuove sedi.
La Casa di Bjelbo era quindi un importante clan e casa reale che ha prodotto la maggior parte dei Jarls in Svezia nel dall’XI al XIII secolo fino a quando il titolo è stato abolito nel 1266, mentre in seguito vi si annoverano numerosi vescovi della diocesi di Linköping, nell’Östergötland. E’ questa una delle regioni del Götaland mentre
Linköping è il primo insediamento a ottenere lo status di città nel 1200 e tuttora una delle città più importanti e più popolose della moderna Svezia.
Götaland
In svedese terra dei Göter/Guter, ma anche Terra dei Geati o Terra dei Goti è una delle tre regioni storiche svedesi: Götaland occupa la parte meridionale del paese, Svealand la parte centrale e Norrland traducibile in terre del nord, la parte settentrionale. Österland , terre orientali, era l’antico nome dato alla Finlandia; attualmente definisce solo la parte meridionale e centrale della Finlandia.
Le informazioni più antiche sull’attuale Svezia risalgono al I secolo e si devono a Plinio il Vecchio e Tacito.
Plinio il Vecchio narra che i Romani avevano raggiunto la penisola cimbra ( Jutland ) e il Golfo Codanus (il golfo Kattegat o il Mar Baltico?). In questo golfo si trovavano diverse grandi isole tra cui la più famosa era Scatinavia, da cui l’attuale nome di Scandinavia, di cui evidentemente non era ancora nota né l’estensione né i collegamenti con il continente.
Tacito invece scrisse che i Suiones erano una tribù potente” che si distingueva non solo per le armi e gli uomini, ma per le loro potenti flotte”, con navi che avevano una prua in entrambe le estremità. Li collocava nella parte centrale dell'”isola” scandinava.
In seguito, nel II secolo, Claudio Tolomeo nel suo Geografia dimostra di avere un’idea più precisa delle popolazioni e delle regioni citando per la prima volta i Gotoi e la regione del Götaland.
Nonostante nei secoli successivi fioriscano i rapporti commerciali con il mondo imperiale romano, nelle opere romane non si trova più menzione della Scandinavia e dei suoi popoli fino al VI secolo, quando Jordane, nel suo Getica cita per la prima volta l’Östergötland e Procopio di Cesarea menziona ancora i Goti. I primi documenti scritti, non latini, si hanno a partire dalla cosiddetta Epoca Vichinga ovvero tra tra l’VIII e l’XI secolo. Vediamo quindi menzionati i Geati nel poema epico nazionale inglese Beowulf , mentre altre antiche fonti Norvegesi e Islandesi parlano di Gautar riferendosi di volta in volta al solo popolo del Västergötland, il regno a est della regione, o agli abitanti sia del Västergötland che dell’ Östergötland, la zona a ovest. Il nome Götaland probabilmente in origine designava esclusivamente i due regni di Västergötland e Östergötland, ma è stato successivamente esteso a tutta la zona sud.
Nell’Alto Medioevo della Svezia che corrisponde all’epoca vichinga il Götaland consisteva di piccoli regni, i cui abitanti si chiamavano Gutar in lingua norrena,
oggi detti anche Gotlandi. Gli storici affermano che da essi provengano i Geati, coloro che rimasero nel Götaland, già nominati nel Beowulf, e i Goti, coloro che emigrarono dal Götaland precedentemente, una delle principali tribù germaniche che invase l’europa alla fine e dopo l’impero romano d’occidente.
Cristianizzazione
Quali furono i re e gli jarl che governarono questi numerosi piccoli regni in lotta tra loro non è riportato in alcuna cronaca storica, ma soltanto dalle saghe norrene e nella poesia skaldica. Rimangono quindi spesso nomi e personaggi semi-mitologici di cui è difficile accertare la veridicità storica.
La Svezia entra a pieno titolo nella storia solo con la cristianizzazione. La prima evangelizzazione della Svezia sotto il Sacro Romano Impero di Carlo Magno, avviene attorno all’830 e si protrae per circa un secolo senza eccessivo successo. Sebbene si ritrovino tombe cristiane databili al IX e X secolo è testimoniato che il grande centro religioso pagano di Uppsala fosse ancora molto attivo fino alla sua distruzione alla fine dell’XI secolo, seguita dall’edificazione di un tempio cristiano sul medesimo luogo. Durante la penetrazione cristiana si alternano duchi e re di fede pagana e cristiana nei diversi territori. E’ quindi con il XII secolo sotto il re Erik il Santo (1150-1160) che la Svezia entra definitivamente nel mondo cristiano.
Erik tuttavia regnava su una regione dello Svealand, l’Uppland e non su tutta la Svezia. Ma la sua azione legislativa e soprattutto la leggenda della sua morte da martire cristiano, attaccato e decapitato su suolo sacro all’uscita dalla messa nel giorno dell’Ascensione, fu catalizzatore per la definitiva vittoria del cristianesimo. L’assassinio del re fu considerato alla stregua di un martirio da suo figlio Canuto I di Svezia ed i suoi seguaci, tanto che Erik cominciò ad essere venerato come un santo locale nella provincia di Uppland, culto che fu poi esteso in tutta la Svezia e successivamente in tutta la Scandinavia, sebbene non sia mai stato canonizzato. Parallelamente il processo di evangelizzazione e il consolidamento del clero comporta un enorme cambiamento sotto molti punti di vista. Si assiste ad una forma di organizzazione burocratica su ampia scala, quale la regione non aveva mai conosciuto. Si diffonde la scrittura presso le chiese e i monasteri. Si va definendo una cernita tra le piccole e grandi aristocrazie locali in base all’adesione al nuovo credo mentre l’aristocrazia cristiana prende progressivamente il sopravvento, con l’appoggio della Chiesa locale, rispetto agli altri contendenti, sostenuta dal principio dell’investitura regale proveniente da Dio. Tutti questi fattori progressivamente influenzano le lotte per l’egemonia ponendo quindi le basi per l’unificazione sotto un unico regno cristiano.
Consolidamento della Svezia
Mentre in Uppland regnava Eric il Santo, nel Götaland sedeva sul trono Sverker I di Svezia (1134-1155). Era questi un ricco proprietario terriero eletto re del Östergötland nel 1130 che dopo aver sconfitto Magnus il Forte, conquistò anche il Västergötland, unificando per la prima volta il Götaland. Venne assassinato la notte di Natale del 1155 e il suo regno venne annesso da Eric il Santo: per la prima volta Svealand e Götaland avevano il medesimo sovrano.
La casa di Bjälbo è alleata di quella di Eric e nemica del clan Sverker ed è in questo quadro storico che la vicenda del film si dipana.
Esiste in rete una versione priva dei tagli imposti a quella italiana, consigliata ai veri appassionati e che forse risulterà più comprensibile dopo queste precisazioni. Buona visione
Bibliografia
- Lindström, Fredrik; Lindström, Henrik (2006). Svitjods undergång och Sveriges födelse (in Swedish). Albert Bonniers förlag
- Nordisk familjebok
- Nationalencyklopedin
- Plinio il Vecchio, Historia naturalis, IV, 94-104
- Tacito, Germania, 44-45
- Claudio Ptolomeo, La Geografia
- Andersson, Ingvar, historia Sveriges , 7 ° edizione (AB Kopia, Stoccolma, 1975)
- Harrison, Dick, historia Sveriges medeltiden (Falköping, 2002)
- Rosen, Jerker, Svensk historia , quarta edizione (Arlöv, 1983 [1963])
- Weibull, Jörgem, Storia svedese Outline (Trelleborg, 1993 [1997])
- Jan Cornell (a cura di), Den svenska historien , vol 1 (1966), vol 2 (1966)
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