Continuiamo la rassegna di film storici recensiti dall’ almanacco di Archeologia tardoantica e altomedievale a Siena a cura di Marco Valenti
Un po’ di storia
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno è il titolo della raccolta di tre popolarissimi racconti (Le sottilissime astutie di Bertoldo, Le piacevoli et ridicolose simplicità di Bertoldino e Novella di Cacasenno, figliuolo del semplice Bertoldino), i primi due scritti da Giulio Cesare Croce e l’ultimo da Adriano Banchieri, pubblicati nel 1620.
I racconti riprendono e rielaborano novelle antichissime, in particolare la medievale Disputa di Salomone con Marcolfo.
Questo dialogo è già citato tra i testi proibiti nel Decretum Gelasianum del VI secolo, dove appare come Scriptura quae appellatur Salomonis Interdictio. Il personaggio di Marcolfo, in relazione a una disputa con Salomone, è citato attorno al 1000 dall’abate del monastero di San Gallo Notkero III).
Più nello specifico, Croce sostituì il contesto biblico di Salomone con quello dell’epoca longobarda di re Alboino e Marcolfo con Bertoldo. Abbassando fortemente il tono volgare del dialogo al quale si ispirò e così affossandone l’aspetto satirico. Nella successiva novella l’autore prende ancora spunto dall’antico racconto inserendo il personaggio della Marcolfa, moglie di Bertoldo, (in un ruolo analogo a quello di Politana, moglie del Marcolfo).
Nel Bertoldo si narra dell’immaginaria corte di re Alboino a Verona e delle furberie di Bertoldo, contadino rozzo di modi ma di mente acuta, che finisce per diventare consigliere del re. Bertoldo è affiancato nelle sue imprese dalla scaltra moglie Marcolfa e dal figlio sciocco Bertoldino.
Nel racconto di Banchieri il protagonista è invece lo stolto Cacasenno, figlio di Bertoldino, il quale crescendo ha messo un po’ di giudizio.
Principio narrativo comune ai racconti di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno è la contrapposizione tra la vita semplice dei contadini e quella artificiosa e vana dei cortigiani.
I film
Tre sono i film dedicati a questi racconti.
– Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno di Giorgio Simonelli, del 1936 con grandi interpreti come Cesco Baseggio (Bertoldo) e Umberto Sacripante (Bertoldino).
– Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno di Mario Amendola, Ruggero Maccari, del 1954 (remake del film del 1936)
– Infine il Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno di Mario Monicelli del 1984 con straordinari interpreti come Ugo Tognazzi nel ruolo di Bertoldo, Maurizio Nichetti in quello di Bertoldino, Lello Arena un improbabile ma esilarante Alboino con accento napoletano, Alberto Sordi un irresistibile Frate Cipolla venditore di false reliquie.
Il film di Mario Monicelli
Il film di Monicelli è gustosissimo, con esterni girati al Forte di Exilles in Valsusa, antica fortificazione del Ducato di Savoia (il castello del re Alboino), a Marano Lagunare un piccolo paese friulano (il villaggio di Bertoldo) e in Cappadocia (il villaggio rupestre).
E’ ispirato al lavoro di Giulio Cesare Croce, con riferimenti alla novella Frate Cipolla del Decameron di Boccaccio, ma con spunti anche da altri autori classici, medievali e moderni.
Il film pur incontrando successo di pubblico non ebbe buone critiche poiché veniva paragonato al precedente Armata Brancaleone che tanto entusiasmò per il singolare linguaggio, per la storia in se stessa e per la fisicità di scena di Vittorio Gassman.
Il Bertoldo di Monicelli è comunque una colorata favola, con grottesche caricature che nel complesso costituiscono una pellicola esilarante e di alto livello.
Due grandi mattatori che coprono la scena da par loro (Tognazzi e Sordi) in un confronto di bravura, dialoghi e battute di gran divertimento, eccellenti ambientazioni e la ricostruzione di un villaggio altomedievale formidabile in anni nei quali poco o nulla si sapeva dalla ricerca archeologica.
La firma di un grande maestro che con grande curiosità ha guardato spesso al medio evo mettendo in scena il suo medio evo con intelligenza, humor e amore.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.