Chiamate anche l’impero dei morti, le catacombe di Parigi sono una delle più grandi necropoli del mondo (qualcuno dice addirittura la più grande). Ancora non sono state mappate completamente, ma si stima che si estendano per più di 300 km.
L’ossario conserva i resti di circa 6 milioni di persone e occupa una parte di caverne e gallerie di un’antica cava. Inaugurato nel tardo XVIII secolo, il cimitero sotterraneo è diventato un’attrazione turistica su piccola scala all’inizio del XIX secolo, ed è stato aperto al pubblico in modo regolare dal 1874. A seguito di un episodio di vandalismo, è stato chiuso al pubblico nel settembre 2009 per poi essere riaperto il 19 dicembre dello stesso anno. Il nome ufficiale delle catacombe è “l’ossuaire municipal”. Anche se questo cimitero copre solo una piccola sezione dei tunnel sotterranei che comprende “les carrières de Paris” (“le cave di Parigi”), i parigini oggi spesso fanno riferimento all’intera rete di tunnel come “le catacombe”.
Per raggiungerle dovete prendere la metropolitana e scendere alla stazione di Denfert Rochereau. All’ingresso c’è un cancello con un cartello, Arrêté! C’est ici L’Empire de la Mort, che significa “fermatevi! Qui è l’impero della morte”.
Fin dai tempi romani, i parigini seppellivano i propri morti nella periferia della città, ma questa abitudine cambiò con l’avvento del cristianesimo e la diffusione della pratica di seppellire i fedeli in terra consacrata sotto e intorno le chiese, a prescindere dalla loro ubicazione. Dal X secolo molti dei cimiteri parrocchiali di Parigi che sorgevano entro i limiti della città, a causa della loro posizione centrale e della densa crescita urbana, non erano più in grado di espandersi divenendo molto affollati. Un tentativo di ovviare a questa situazione arrivò all’inizio del XII secolo con l’apertura di un terreno centrale per la sepoltura di massa per chi non poteva permettersene una nei pressi della chiesa. La chiesa di San Opportune, nel quartiere centrale di Les Halles, fu là prima a usare la sepolture di massa e per questo il cimitero entro la fine del secolo venne denominato cimitero degli Innocenti. Altre chiese adottarono questa tecnica di sepoltura. Una volta che lo scavo del cimitero era pieno, veniva ricoperto per poi aprirne un altro. Tuttavia le sostanze provenienti dalla decomposizione della materia organica, il cui processo chimico veniva accelerato con l’uso della calce, defluirono direttamente nel terreno creando una situazione inaccettabile per una città la cui fonte principale di acqua erano i pozzi.
Nel XVII secolo le condizioni sanitarie nei pressi degli Innocenti erano insostenibili. Dato che era uno dei più ambiti cimiteri di Parigi e una grande fonte di entrate per la parrocchia e la chiesa, il clero continuò a seppellirvi i defunti per quanto possibile. Il cimitero fu rivestito su tutti e quattro i lati con tombe “riservate” alle ossa dei defunti riesumati dalle fosse comuni e per cui il porcesso di decomposizione fosse stato completato. In questo modo, una volta svuotate, le fosse sarebbero state utilizzate di nuovo.
Una serie di decreti atti a limitare l’utilizzo del cimitero fecero ben poco per porre rimedio alla situazione, ed è solo nel XVIII secolo che si decise di creare tre nuovi grandi cimiteri suburbani alla periferia della città, e di chiudere tutti i cimiteri parrocchiali esistenti entro i limiti cittadini. I nuovi cimiteri vennero creati al di fuori della zona centrale della capitale, nel XIX secolo: cimitero di Montmartre a nord, Père Lachaise a est e cimitero di Passy a ovest. Più tardi sorse il cimitero di Montparnasse a sud.
Per una lunghezza di circa 1,7 km, le catacombe fanno in realtà parte di un circuito artificiale di 100 km, una cava dalla quale venivano estratti calcare, gesso e argilla. Sfruttata fin dall’epoca gallo-romana, nel XVIII secolo, venne chiusa per salvaguardare la città dai numerosi crolli che aveva provocato.
Il governo aveva cercato a lungo di consolidare la cava dentro e intorno alla capitale dal 1777, ed era il tenente di polizia Alexandre Lenoir a sovrintendere i lavori di ristrutturazione. Fu lui che per primo ebbe l’idea di utilizzare i vuoti sotterranei della periferia della capitale a tal fine. Il suo successore, Thiroux de Crosne, scelse come luogo la “Barrière d’Enfer”, una porta a sud della città. L’esumazione e il trasferimento di tutti i morti di Parigi iniziò nel 1786, e venne completata nel 1788.
Decorate con le ossa, diventarono una sorta di museo della morte, che attirava visitatori di ogni ceto sociale: anche Napoleone Bonaparte volle andarci. Se vi capitasse di visitarle, noterete che le uniche ossa visibili sono braccia, gambe e teschi. Le altre ossa sono state adoperate per creare muri di sostegno nelle parti crollate e danneggiate delle catacombe.
Durante la seconda guerra mondiale il sistema di tunnel è stato utilizzato anche dai militari. I membri della resistenza vi si muovevano agilmente. E i soldati tedeschi crearono un bunker sotterraneo sotto Lycée Montaigne, una scuola nel 6° arrondissement di Parigi.
Ci sono decine di ingressi delle catacombe, ma molti sono stati murati o sono nascosti. I turisti possono entrare solo attraverso quello ufficiale a Place Denfert Rochereau. Le persone che esplorano le catacombe sono noti come les cataphiles, che significa “gli amanti clandestini”. Negli ultimi anni, le catacombe hanno anche ospitato festini segreti e illegali. Per questo oggi l’area viene pattugliata dalla polizia, anche di notte.
Poiché gran parte delle catacombe si trovano a circa 30 metri sotto la superficie, ancora più in basso dei binari della metropolitana parigina, la temperatura è stabile. Si aggira quasi tutto l’anno attorno ai 12 °C.
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