Uno scheletro è stato trovato dagli archeologi, in un presunto luogo di sacrificio in Stavby, a nord est di Uppsala.
Un uomo decapitato e uno scheletro femminile soggetto anch’esso a morte violenta sono stati rinvenuti nello stesso luogo 75 anni fa, dove furono rinvenute anche tracce di animali.
Gli archeologi sono abbastanza sicuri che si tratti di un luogo di sacrificio usato a partire dal periodo Vendel fino al Medioevo. Di certo non si tratta di una sepoltura ordinaria. Non è ancora noto il sesso dello scheletro appena trovato.
– Il posto è immeritatamente sconosciuto, afferma Andreas Hennius, uno degli archeologi attivi sul sito di Stavby dove gli archeologi hanno rinvenuto reperti spettacolari. Nel 1939 un contadino trovò per primo due teschi. Una piccola indagine archeologica seguì due anni più tardi, nel 1941. In quell’occasione furono trovate sei teste di cavallo e una piattaforma di legno.
I due teschi nel 1939 appartenevano a una donna e un uomo che risultavano evidentemente morti violentemente. La donna ha un segno di morso chiaro sulla fronte e viene fatta risalire al periodo Vendel (600-700 d.C.). Il cranio dell’uomo mostra evidenti tracce di decapitazione. L’uomo viene datato alla fine dell’epoca vichinga.
Sono state trovate anche tracce di altri animali e di piante di lino. Secondo gli archeologi, i risultati mostrano che il luogo era utilizzato per sacrificare esseri umani, animali e piante agli dei.
Gli scavi nel 1941 non fu mai completato esaustivamente ed è anche per questo che oggi, nel 2015, ne è stato intrapreso un altro. Gli scavi sono condotti dall’archeologa Susanna Eklund dalla fondazione SAU (Societas Archaeologica Upsaliensis), Andreas Hennius, Università di Uppsala, e Christina Fred Branch, Università di Stoccolma. Il progetto è finanziato dalla Carton Flow, SAU e il Consiglio svedese della ricerca.
Fin qui l’articolo di questi giorni
Vale la pena ricordare che la presenza in quel luogo di un grande tempio pagano è citata in varie saghe nordiche e testi, come le “Gesta Danorum” di Saxo Grammaticus, o le cronache di Adamo da Brema nel suo “Gesta Hammaburgensis Ecclesiae Pontificum“. Anche Snorri Sturluson ne parla nel suo “Edda“.
In realtà l’ubicazione e la natura di questo tempio sono questioni ancora dibattute. Alcuni ritengono si trattasse di una struttura connessa alle sale del re svedese, sulla quale sarebbe stata costruita la odierna chiesa. I ritrovamenti di resti di edifici in legno, al di sotto di questa, sembrerebbero apportare indizi a favore di questa interpretazione.
Si ritiene che nel tempio si svolgesse il culto fino all’anno 1078, e che dopo anni di scontri fra cristiani e pagani esso sia stato distrutto nel 1087 dal re Ingold I.
Secondo il resoconto di Adamo di Brema, il tempio era adornato d’oro e ospitava le statue degli dei: Thor, con Wodan (“Odino”) alla sua destra e “Fricco” (“Freyr”) alla sua sinistra.
Ogni nove anni, durante il mese di febbraio, avveniva un sacrificio rituale, in cui 9 esseri viventi di sesso maschile venivano appesi ai rami del bosco sacro presso il tempio. Si trattava di un rito, della durata di nove giorni, che coinvolgeva l’intera popolazione svedese, e i cristiani presenti all’epoca sul territorio dovevano pagare un tributo per non dover prendere parte alle cerimonie. L’importanza deputata a questi sacrifici rituali dalla popolazione vichinga è testimoniata dal fatto che ogni singolo albero nel bosco circostante era considerato sacro e depositario di enormi poteri.
Nel tempio venivano anche incoronati i monarchi svedesi, il cui ruolo di prestigio non li metteva al sicuro dalla possibilità di diventare a loro volta vittime sacrificali. Si ha infatti notizia di re deposti e sacrificati dal popolo in periodi di grave difficoltà.
All’ingresso della chiesa costruita sul terreno del tempio pagano, vi è una sezione di quercia risalente al decimo secolo D.C., il cui uso originario si suppone risalire alle popolazioni pagane della zona che la utilizzavano per lo svolgimenti di sacrifici.
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