Cosa c’entra il Metal con la Storia?

Per continuare a dimostrarvi che la Storia, e in questo caso anche la Letteratura antica, sono più che vive ho deciso di affrontare la relazione tra Storia e musica. Non parlerò della musica classica ma del genere che meno riuscite a immaginare: l’Heavy Metal.

L’heavy metal (spesso abbreviato in metal in lingua italiana letteralmente “metallo pesante”), è un genere di musica rock. Derivante dall’hard rock, è caratterizzato da ritmi fortemente aggressivi e da un suono potente e ricco di watt, da distorsioni, amplificazioni e preamplificazioni, da un uso della voce che va dall’urlato (scream) al ringhio gutturale (growl), ma sempre piuttosto aggressivo.

Già molto popolare negli anni settanta ed ottanta, ha continuato ad avere successo nei decenni seguenti e si è inoltre diversificato in numerosi sottogeneri quasi impossibili da elencare, alcuni più melodici e commerciali, altri dalle sonorità estreme e underground; per dare un’idea ne riporto alcuni:

  • Thrash metal
  • Black metal
  • Death metal
  • Doom metal
  • Epic metal
  • Hair metal
  • Power metal
  • Progressive metal
  • Avantgarde metal
  • Grindcore
  • Stoner metal
  • Alternative metal
  • Viking metal
  • Nu metal
  • Post metal

Cosa c’entra il Metal con la Storia?  Molte band si ispirano a materiale inatteso.

Edda e Viking metal

Il Viking Metal ad esempio è focalizzato sull’età vichinga, mitologia nordica e religioni precristiane. L’immaginario eroico e romantico ha un ruolo importante tra i gruppi metal in generale e nel viking forti guerrieri vichinghi in cotta di maglia e pelle, così come presunte scene di vita quotidiana vichinga in paesaggi nordici, si trovano rappresentati su molte copertine.

Per quanto riguarda i contenuti le band viking adottano e reinterpretano temi di saghe, storie e personaggi, principalmente presi nientemeno che dall’Edda, i due testi Edda poetica ed Edda in prosa, risalenti al XIII secolo e principale fonte di studio per la lingua e la mitologia norrena.

Il termine Edda (in norreno, al plurale Eddur) si riferisce ai due testi in norreno: Edda in prosa e Edda poetica, entrambi scritti in Islanda durante il XIII secolo; i due libri sono la maggiore fonte di informazioni sulla mitologia norrena.

Il termine Edda (in norreno, al plurale Eddur) si riferisce ai due testi in norreno: Edda in prosa e Edda poetica, entrambi scritti in Islanda durante il XIII secolo; i due libri sono la maggiore fonte di informazioni sulla mitologia norrena.

Ad esempio il musicista norvegese Varg Vikernes, meglio noto come Burzum, nel suo ultimo album Umskiptar (in norreno “metamorfosi”) ha in pratica messo in musica e interpretato tutte le strofe della Vǫluspá  (La profezia della veggente), il primo e più famoso poema dell’Edda poetica, senza aggiungere o togliere alcun verso con l’unica variante di qualche ripetizione. La Vǫluspá di Burzum è divisa in undici brani i cui titoli sintetizzano il contenuto dei versi del poema. Si deve a Burzum anche un’ulteriore definizione del suo genere musicale, ovvero skaldic metal, con riferimenti alla figura nordica dello skald. Lo scaldo (skáld in norreno e islandese) era un poeta presso le corti scandinave e islandesi, durante l’era vichinga. Gli scaldi erano spesso, al contempo, anche bardi, consiglieri di corte e guerrieri.

Ma non di solo Burzum è fatto il pantheon nordico. Gli svedesi Amon Amarth, per esempio, producono testi ispirati alla mitologia norrena e mostrano una spiccata avversione per il cristianesimo, visto come distruttore della religione odalista e causa del declino dei regni pagani scandinavi.

Titoli come Twilight of the Thunder God (Crepuscolo del Dio del Tuono), Guardians of Asgaard (Guardiani di Asgard, la dimora degli dei norreni) o The Fate of Norns (Il destino delle Norne) non lasciano dubbi.

Le norne nella mitologia norrena sono tre dísir, divinità femminili minori, chiamate Urðr, Verðandi e Skulld, vivono tra le radici di Yggdrasill, l’albero della Vita al centro del cosmo, dove tessono l’arazzo del destino. La vita di ogni persona è una corda nel loro telaio e la lunghezza della corda è la lunghezza della vita dell’individuo. Una versione nordica delle tre Parche romane o delle Moire greche.

Amon Amarth - Copertina dell'album Twilight of the Thunder God

Amon Amarth – Copertina dell’album Twilight of the Thunder God

I gruppi di Viking Metal sono anche altri, come i norvegesi Enslaved che nei primi album cantavano in norreno e norvegese antico o i faroesi Týr, il cui nome è quello della divinità norrena della vittoria, della gloria e dell’eroismo.
Týr, identificato con Ares in questa illustrazione di un manoscritto islandese del XVIII secolo.

Týr, identificato con Ares in questa illustrazione di un manoscritto islandese del XVIII secolo.

Divina Commedia e Death/Groove Metal

Ancora più sorprendente appare la relazione tra Dante Alighieri e i Sepultura, gruppo storico brasiliano che ha attraversato tutti i sottogeneri del metal. Si tratta di un intero concept album Dante XXI, suddiviso in tre parti come la Comoedia di Dante con cinque brani dedicati all’inferno, cinque al purgatorio e soltanto uno al paradiso.

Anche in questo caso i testi sono direttamente ispirati dai versi dell’opera e colpisce particolarmente che il capolavoro del nostro Alighieri abbia potuto essere scelto come espressione di una band contemporanea ed esponente di tale genere.
In realtà quale miglior ispirazione per un gruppo con questo nome per un viaggio completo nell’aldilà? Sconsiglio comunque agli studiosi puristi della materia un ascolto immediato, se privi di una dimestichezza con le sonorità dei brasiliani.

Copertina di Dante XXI dei Sepultura

Copertina di Dante XXI dei Sepultura

 William Wallace e il Power Metal

Per comprendere un intero album dei Grave Digger Tunes of War bisogna avere una buona dimestichezza con la storia Scozzese.
La Power Band tedesca infatti ha dedicato, nel 1996, quello che viene ancora considerato il loro capolavoro alla lotta per l’indipendenza Scozzese. A brani che ricordano i più antichi episodi, come Scotland United sulla battaglia di Carham tra il Regno Scozzese e quello di Northumbria combattuta a Carham on Tweed nel 1018, o The Dark Of The Sun che si riferisce alla battaglia di Largs, combattuta tra Scozzesi e Norvegesi nell’ottobre del 1263, si aggiungono William Wallace (Braveheart) che parla appunto delle gesta di William Wallace, vincitore a Stirling contro Edoardo I Plantageneto d’Inghilterra, The Bruce (Lion King) ispirata a Robert I the Bruce primo re scozzese dopo la guerra di indipendenza guidata da William Wallace. Seguono poi The Battle Of Flodden sulla battaglia di Flodden Hill relativa al tentativo di invasione dell’Inghilterra da parte di Re Giacomo IV di Scozia nel 1513. The Ballad Of Mary (Queen Of Scots) parla di Maria Stuarda, Regina Scozzese imprigionata e decapitata nel 1587. Passando per The Truth che parla della Riforma Protestante e Cry For Freedom in cui Giacomo IV viene visto come il traditore che vendette la Scozia all’Inghilterra, si arriva a quello che è diventato l’inno della band: Rebellion (The Clans Are Marching). Si riferisce all’ascesa giacobita, una serie di ribellioni che si protrassero dal 1688 al 1746. Nella canzone si parla della battaglia di Prestonpans (1745) che vide affrontarsi le armate scozzesi di Carlo Edoardo Stuart e quelle inglesi di Giorgio II e prevalere le prime. Culloden Muir parla della battaglia di Culloden che pose fine alle rivolte scozzesi. Dopo questa sconfitta nuove leggi punirono severamente il sistema dei clan delle Highland, e il loro modo di vestirsti divenne proibito. Nei tour relativi a questo album e in alcune frequenti esecuzioni successive, i membri della band si presentano in scena proprio in kilt.
Un album che è un vero compendio di Storia, a cui nel 2010 fecero seguito con The Clans Will Rise Again.

Una delle più belle versioni dal vivo del brano Rebellion (the clans are marching) con la partecipazione di Hansi Kürsch dei Blind Guardian e del gruppo Van Canto, al Wacken Open Air del 2010

De Bello Gallico e Folk Metal

Un gruppo esponente di questo genere è quello degli Eluveitie (elvetico in gallico). Per alcuni brani del gruppo, come ad esempio SiraxtaSlania’s Song, Omnos o Dessumiis Luge viene utilizzzata la lingua gallica, per la consulenza sulla quale la band si affida addirittura ad un docente dell’Università di Vienna, David Stipfer.

Ma non è solo la ricerca linguistica la peculiarità di questo gruppo, alcuni brani infatti rievocano episodi storici narrati in vari scritti, come ad esempio nel brano Dominion che rievoca passi narrati da Cesare nel De Bello Gallico. Si tratta infatti dell’eduo Diviziaco, favorevole alla sottomissione a Giulio Cesare durante la campagna delle Gallie. Nella struggente confessione, espressa in prima persona, il druido si rivolge al fratello Dumnorige, fiero anti-romano ucciso per volere del generale romano, giustificando le proprie scelte “Dobbiamo allinearci al potente: Perdere la tua anima o perdere la tua vita” esordisce il druido, per concludere però con “In nome della mia avidità sono diventato schiavo di Roma”. E’ davvero emozionante sentire interpretato il dramma personale dell’eduo che Cesare riporta tanto cinicamente nel suo diario di guerra. Sempre da Cesare è ripreso il racconto della disfatta subita da Vercingetorige ad Alesia, nell’omonimo brano.

Il De bello Gallico di Giulio Cesare in un'edizione del 1783

Il De bello Gallico di Giulio Cesare in un’edizione del 1783

Lo spirito della band è ben descritto dalle affermazioni del leader Chrigel Glanzmann, che alla domanda sul significato dell’essere elvetico al giorno d’oggi ha risposto:« Non è una domanda facile, dipende dai punti di vista ma, in ogni caso, vogliamo tributare la cultura e le tradizioni di una civiltà che ha vissuto negli stessi posti in cui vivo ora io, quelli nei quali sono cresciuto. Gli Eluveitie vogliono essere il simbolo odierno di un passato da non dimenticare mai. »

Tantissimi sono i gruppi e gli album non citati in questa brevissima carrellata, ma spero di aver sollecitato la curiosità degli appassionati di Storia e di aver dimostrato che in molti modi… La Storia è Viva.

Bibliografia:

  • Della Cioppa, Gianni, Heavy Metal. I contemporanei, Giunti Editore, 2010. ISBN 978-88-09-74962-7..
  • Ian Christe, Sound of the beast. La storia definitiva dell’heavy metal, Arcana, 2009. ISBN 88-6231-086-2.
  • Luca Signorelli, Heavy metal: i Classici, Giunti Editore, 2007. ISBN 978-88-09-05383-0.
  • (EN) Daniel Bukszpan; Ronnie James Dio, The Encyclopedia of Heavy Metal, Barnes & Noble Publishing, 2003. ISBN 978-0-7607-4218-1.
  • Iannini, Tommaso, Nu metal, Giunti Editore, 2003. ISBN 88-09-03051-6..
  • Luca Signorelli, Metallus. Il libro dell’Heavy Metal, Giunti Editore, 2001. ISBN 88-09-02230-0.
  • McIver, Joel, Metal Estremo, Omnibus Press, 2000. ISBN 88-7333-005-3.
  • Deena Weinstein, Heavy Metal: The Music and its Culture, Da Capo, 2000. ISBN 0-306-80970-2.
  • (EN) Robert Walser, Running with the Devil: power, gender, and madness in heavy metal music, Wesleyan University Press, 1993. ISBN 978-0-8195-6260-9.
  • Gaio Giulio Cesare, De bello Gallico 1.3, 1.9, 1.16-20, 5.5-7, 7
  • http://www.metal.it/articles.aspx
Taggato , , , , , , , , . Aggiungi ai preferiti : permalink.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.