Teschi mesolitici rivelano strani rituali di sepoltura in Scandinavia

In una notevole scoperta archeologica, almeno otto teschi umani disarticolati, disposti intenzionalmente sul fondo di un ex lago, sono stati trovati a Kanaljorden, in Svezia. I crani adulti esibivano segni di traumi antemortem differenziati per sesso che erano probabilmente il risultato di atti violenti.

Almeno due dei teschi sembrano essere stati montati su paletti di legno. Lo studio non è ancora in grado di spiegarne il significato, ma sembra che fossero stati così “trattati” per essere esposti in qualche modo. Questo sito unico sfida la nostra comprensione della gestione dei morti durante il Mesolitico europeo.

Oltre alle ossa umane, sono state trovate ossa di almeno 14 altri animali tra cui cinghiali e orsi bruni.

I dati dello studio sono stati pubblicati in un articolo nel numero di febbraio di Antiquity col significativo titolo “Tieni la testa alta”

La Scandinavia mesolitica del medio e del tardo periodo ( tra 9000 e 6000 anni fa) era popolata da gruppi mobili o semi-sedentari che sopravvivevano con la caccia, la pesca e la raccolta. Solo circa 200 sepolture umane risalenti a questo arco temporale di 3000 anni sono state studiate in Scandinavia e la conoscenza dei comportamenti socio-culturali è limitata.
Le pratiche mortuarie mesolitiche nella regione sono dominate da sepolture di inumazione, spesso in gruppi, come a Vedbæk, Danimarca e Skateholm, Svezia meridionale. Dei circa 250 siti di sepoltura europei conosciuti (comprendenti circa 2200 individui), due terzi hanno solo una o due sepolture. Occorrenze di resti umani disarticolate sono registrate in diversi siti.

Mappa di Fennoscandia con un litorale di circa 7600 anni fa. La posizione di Kanaljorden è contrassegnata da una stella. Basato su una mappa costiera di Lars Andersson e Tore Påsse, SGU.

Mappa di Fennoscandia con un litorale di circa 7600 anni fa. La posizione di Kanaljorden è contrassegnata da una stella. Basato su una mappa costiera di Lars Andersson e Tore Påsse, SGU.

Kanaljorden si trova sul margine di un piccolo lago, vicino al fiume Motala Ström. La parte orientale del sito è una bassa collina che degrada verso una zona umida, che si estende a ovest e nord-ovest. All’interno dell’area scavata c’erano due piccoli bacini paludosi.

Attorno a 7700-7500 anni fa, il bacino meridionale conteneva acque di circa 1 m di profondità, mentre il bacino settentrionale era costituito da un canneto paludoso. Il piccolo lago nel bacino meridionale fu utilizzato per attività che comprendevano la costruzione di uno strato di larghe pietre fittamente accostate tra loro di circa 12 × 14 m  sul fondo del lago e la successiva deposizione di resti umani e animali nell’acqua .

Gli scavi compiuti tra il 2009 e il 2013 hanno scoperto questa struttura includeva anche paletti di legno. Sulla struttura sono stati depositati resti umani e animali, oltre a strumenti in pietra, ossa e corna.

Il contesto è datato tra 8000 e 7500 anni fa. Sulle sponde del piccolo lago vi sono tracce di stanziamenti nei periodi precedenti del Mesolitico, ma non vi sono prove di una successiva frequentazione abitativa. Ci sono, tuttavia, due siti di insediamento contemporanei sulle rive del fiume vicino.
Il sito sulla riva sud (Strandvägen) ha anche restituito sepolture a inumazione, nonché depositi di resti umani nelle aree umide adiacenti al fiume. Il materiale archeologico di Motala rivela una società di cacciatori-raccoglitori con un’ampia economia di sussistenza che comprendeva la pesca, la caccia alla selvaggina e la raccolta di piante selvatiche, come noci e bacche. Le analisi isotopiche dei resti umani indicano una dieta con varie fonti proteiche, con un’alta percentuale di risorse acquatiche. I risultati indicano anche un grado di mobilità, sia logistico che residenziale.

Un modello della topografia locale a Kanaljorden. Il contorno nero mostra l'area scavata. Mappa di Karin Berggren e Fredrik Hallgren.

Uno schema della topografia locale a Kanaljorden. Il contorno nero mostra l’area scavata. Mappa di Karin Berggren e Fredrik Hallgren.

L'impostazione topografica a Motala, con Kanaljorden (rosso) a nord del fiume Motala Ström, e il sito Strandvägen (giallo) a sud del fiume. Mappa di Fredrik Hallgren, dati digitali di Lantmäteriet (numero di licenza MS2012 / 02954), © Lantmäteriet.

L’impostazione topografica a Motala, con Kanaljorden (rosso) a nord del fiume Motala Ström, e il sito Strandvägen (giallo) a sud del fiume. Mappa di Fredrik Hallgren, dati digitali di Lantmäteriet (numero di licenza MS2012 / 02954), © Lantmäteriet.

Le condizioni di conservazione hanno consentito analisi dettagliate del materiale osteologico. I resti ossei consistono principalmente di ossa disarticolate e incombuste provenienti sia da uomini che da animali.

Sono stati identificati i resti di almeno dieci individui, di cui nove adulti e uno appartenente a un feto di circa 36-40 settimane, probabilmente di un bambino nato morto o morto immediatamente dopo la nascita. E’ questo l’unico scheletro quasi completo mentre gli adulti, tra i 20 e i 50 anni, sono rappresentati esclusivamente dai crani. Due crani sono stati identificati come femminili e quattro come maschili.

Sette individui presentavano ferite da corpo contundente. In quattro di questi individui, sono state documentate nove fratture superficiali, rotonde o ellittiche, sulla volta cranica. Altre fratture coinvolgevano la zona nasale e zigomatica. La maggioranza delle lesioni si trovava vicino alla sommità della testa. Due degli individui affetti erano femmine e quattro erano maschi. Entrambe le femmine mostrano evidenze di diversi casi di trauma alla parte posteriore della testa (una di loro mostrava anche una frattura guarita all’osso temporale destro), mentre i maschi mostravano un singolo evento traumatico alla sommità della testa o alla faccia.

Esempi di trauma da corpo contundente su alcuni individui analizzati. Fotografia: Sara Gummesson e Fredrik Hallgren.

Esempi di trauma da corpo contundente su alcuni individui analizzati. Fotografia: Sara Gummesson e Fredrik Hallgren.

Posizione dei traumi a su cranio femminile (segni grigi) e maschile (segni neri), rispettivamente. (Immagine da Antiquity)

Posizione dei traumi a su cranio femminile (segni grigi) e maschile (segni neri), rispettivamente. (Immagine da Antiquity)

Oltre ai resti umani, sono state recuperate le ossa di almeno 14 animali di 7 specie diverse dalla medesima struttura in pietra. Cinghiale e orso bruno erano le specie più comuni, ma vi erano tassi, caprioli, cervi, e i loro resti sono principalmente mandibole e ossa post-craniche. Fu recuperato un solo cranio animale intatto, appartenente a un tasso. Anche le ossa animali, come quelle umane, per esempio diverse ossa di orso,  mostrano tracce di manipolazione e disarticolazione delle carcasse.

Segni di taglio su una mandibola di orso. Foto: Sara Gummesson.

Segni di taglio su una mandibola di orso. Foto: Sara Gummesson.

 

I resti umani a Kanaljorden furono depositati in acque ferme. Negli ambienti sommersi, la disarticolazione delle ossa può derivare dal trasporto dell’acqua di corpi completi, che gradualmente si disarticolano, o di singoli elementi. Il cranio è uno dei primi elementi a separarsi dal corpo nell’acqua e la morfologia del cranio lo rende vulnerabile a un trasporto rapido e prolungato. Il trasporto fluviale spesso crea schemi identificabili di abrasione, in particolare sull’area facciale, poiché le ossa sottili del viso con processi sporgenti sono più vulnerabili ai danni. Ma a Kanaljorden non è stato possibile identificare alcun tipo di danno o abrasione sulle ossa. Piuttosto, le aree facciali sono abbastanza ben conservate. La presenza di ossa piccole e sottili, come l’osso nasale, su diversi crani indica un effetto minimo da trasporto in acqua.

Vista anteriore del cranio F296 con ossa facciali ben conservate. Foto: Sara Gummesson.

Vista anteriore del cranio F296 con ossa facciali ben conservate. Foto: Sara Gummesson.

L’assenza di mandibole (con una eccezione) tra i resti umani è notevole. Sebbene l’articolazione della mandibola sia una delle prime a disarticolarsi, essa è una parte robusta, sopravvive bene ai processi post-deposizionali e non è facilmente trasportabile dall’acqua. Pertanto, l’assenza di mandibole umane è probabilmente una conseguenza delle pratiche deposizionali intenzionali.

I reperti più spettacolari sono i due paletti di legno recuperati dall’interno di due crani umani.
Un palo è stato trovato sporgente da un cranio. Il paletto è intatto, largo 25 mm e lungo 0,47 m, di cui gli ultimi 0,2 m sono stati incorporati nel cranio.

L’altro palo, trovato all’interno di un altro cranio durante l’esame post-scavo in laboratorio, è stato rotto, con la parte conservata alloggiata nel cranio. In entrambi i casi sono stati inseriti attraverso il foramen magnum, raggiungendo fino la tabula interna. Questi reperti mostrano che almeno due dei crani sono stati installati in qualche modo. Inoltre, sono stati recuperati 400 pali, tra intatti e frammentari, alcuni dei quali potrebbero essere stati usati similmente per montare oggetti (ad esempio teschi, resti di animali o artefatti) che nel tempo si sono separati; altri sono interpretati come resti di costruzioni in legno o recinzioni.

Cranio F318 con paletto di legno. Fotografia: Fredrik Hallgren.

Cranio F318 con paletto di legno. Fotografia: Fredrik Hallgren.

Il sito solleva moltissimi quesiti.
La scoperta di resti selezionati di dieci individui mesolitici depositati su una struttura artificiale in pietra è unica. Il ritrovamento solleva questioni riguardanti la vita e il destino finale di quegli individui.

L’incidenza dei traumi a Kanaljorden è alta, in quanto la maggior parte dei crani ne porta evidenze. Ci sono molte possibili spiegazioni: incidenti, violenza interpersonale, rapimento forzato, abuso coniugale, violenza non letale regolata socialmente o guerra. L’identificazione delle armi non è possibile e l’interpretazione non è chiara.

Se la violenza può essere accettata come agente causale, devono essere prese in considerazione diverse pratiche governate culturalmente. Il modello traumatico potrebbe essere riconosciuto come ripetitivo e forse correlato al genere, poiché le lesioni ai maschi sono nella parte superiore del cranio, mentre quelle alle femmine sono raggruppate sul retro. In una società socialmente stratificata, questo modello di trauma potrebbe implicare che le vittime rappresentassero un gruppo speciale stigmatizzato, ad esempio schiavi. La schiavitù è, tuttavia, rara tra i cacciatori-raccoglitori mobili. Sarebbe stata anche una sfida logistica per i cacciatori-raccoglitori a bassa densità di popolazione della Scandinavia centrale mesolitica, mantenere dei prigionieri per un certo periodo di tempo. Un’alternativa sarebbe quella di considerare il trauma come un risultato della violenza tra gruppi; per esempio razzia e guerra, entrambi eventi comuni tra i cacciatori-raccoglitori.

Il modello di trauma legato al genere ricorda schemi osservati tra i cacciatori-raccoglitori preistorici del Nord America, che sono stati interpretati come risultato di diversi ruoli e comportamenti in combattimento. Questo potrebbe essere associato al modo in cui individui di sesso ed età diversi possono avere ruoli diversi in una situazione di combattimento..

La gravità delle lesioni registrate è oltretutto difficile da valutare perché la gravità del trauma cranico è più spesso correlata al danno endocranico. E’ possibile che le ferite abbiano avuto un impatto sull’individuo sopravvissuto. Alcuni studiosi sottolineano che le fratture craniche sono importanti, poiché la violenza alla testa è un modo molto efficace di soggiogare un avversario o una vittima. Inoltre, un trauma non letale ripetuto alla testa causerà danni cerebrali e traumi neurologici che influiscono su funzioni come la parola, la memoria, la visione, il comportamento e il controllo motorio. Tali lesioni potrebbero rendere la vittima soggetta a successive violenze con recidiva di lesioni.

La femmina con lesioni multiple può essere interpretata come appartenente a un gruppo a rischio particolarmente esposto ad atti violenti. Tuttavia, i segni di violenza non hanno sempre una connotazione negativa, poiché le ferite possono essere una fonte di status riverito. Alcuni studi ci dicono che nelle società tradizionali, i disturbi medici causati da trauma cranico possono essere interpretati come uno stato alterato di coscienza, un dono che conferisce una speciale capacità di comunicare con entità spirituali.
Data la mancanza di scheletri completi, le ipotesi riguardanti i modelli di trauma post-craniale, le condizioni di  salute dei bambini e degli adulti e le potenziali disabilità devono rimanere senza risposta. Vale la pena sottolineare che la causa della morte non può essere identificata per nessuno degli individui.

La rappresentazione degli elementi a Kanaljorden solleva questioni di manipolazione del corpo e deposizione che  compare in vari siti neolitici europei con modalità varie, ma Kanaljorden differisce da quei siti in quanto non ci sono indicazioni di decapitazione. La deposizione cerimoniale di teschi è ben nota dal repertorio archeologico, storico ed etnografico. Ci sono ad esempio casi di manipolazione e interazione con teschi di parenti in riti di sepoltura secondari, e anche esempi di esposizione e deposizione di teschi come trofei di nemici uccisi. Talvolta i crani usati come trofei vengono fatti circolare come parte di sistemi di scambio.

Le circostanze contestuali di Kanaljorden indicano che i depositi erano strutturati e disposti in modo consapevole. La deposizione di resti di animali dovrebbe molto probabilmente essere vista come parte dello stesso evento deposizionale e vi sono indicazioni di una rigida organizzazione spaziale. I resti umani sono stati recuperati dalla parte centrale, mentre la maggior parte dei resti faunistici sono stati recuperati dalla parte meridionale del basamento in pietra e con un certo grado di separazione di specie diverse. Quindi, la deposizione può essere descritta come attentamente pianificata ed eseguita, dalla costruzione della struttura in pietra sommersa alle deposizioni spazialmente separate di resti umani e animali curati.

Distribuzione spaziale delle ossa umane (rosso), di orso bruno (blu) e di cinghiale (giallo) sulla base in pietra

Distribuzione spaziale delle ossa umane (rosso), di orso bruno (blu) e di cinghiale (giallo) sulla base in pietra

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