L’iniziativa, frutto della sinergia tra la Soprintendenza Archeologia del Piemonte e il Museo Civico di Cuneo, premiata dal bando Valorizzazione – Giacimenti culturali della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, si pone l’obiettivo di esporre al pubblico piccoli lotti degli straordinari ritrovamenti archeologici messi in luce tra il 2009 e il 2011 durante la realizzazione dell’autostrada Asti-Cuneo (tratto Cuneo, Castelletto Stura, Consovero), attraverso un allestimento coinvolgente, al passo con le più sofisticate tecnologie e fruibile per tutti i visitatori, con particolare attenzione al pubblico portatore di disabilità.
Dopo il successo della prima fase del progetto, con l’esposizione di tre corredi della necropoli longobarda messa in luce a Sant’Albano Stura, la mostra che si inaugurerà venerdì 22 maggio fornirà l’occasione per esporre una selezione di reperti di età romana provenienti dagli scavi archeologici condotti nei siti di Castelletto Stura, località Revellino, Montanera e Cuneo, località Cascina Bombonina, a seguito delle indagini di archeologia preventiva connesse alla costruzione dell’ autostrada.
“Questa Amministrazione è orgogliosa di sviluppare un progetto diretto dalla Soprintendenza Archeologia del Piemonte e finalizzato alla conoscenza del nostro straordinario passato, rivolto a tutti, perché capace di coniugare una comunicazione scientifica di altissimo livello con le più attuali tecnologie di comunicazione e con un’efficace interesse verso i nuovi pubblici dei musei”, commenta l’Assessore alla Cultura Alessandro Spedale.
Per info: Museo Civico di Cuneo, tel. 0171.634175, e-mail: museo@comune.cuneo.it
Per approfondire: i siti archeologici di Castelletto Stura (loc. Revellino), Montanera e Cascina Bombonina
Nel comune di Castelletto Stura si è individuata a circa un centinaio di metri dal corso attuale del fiume Stura un’area di risorgiva naturale, che doveva essere considerata sacra già in età preromana, come testimonia la deposizione nell’acqua ed immediatamente intorno alla sorgente di alcuni frammenti ceramici. La zona fu poi frequentata in modo più continuativo a scopo religioso in età romana (I-III secolo d.C.), per la presenza della sorgente d’acqua, fonte di vita e per questo fortemente connessa alla fertilità umana, dei campi e del bestiame, ma anche simbolo di rinascita, elemento salvifico e terapeutico. Testimonianza della frequentazione di devoti sono circa 200 lucerne in terracotta, parte delle quali rinvenute ancora intere o completamente ricomponibili talvolta decorate da motivi figurati (pesci, coppe per bere, anfore, ma anche teste sileniche, animali in corsa ed elementi vegetali) e più di 170 di monete in bronzo, molte delle quali illeggibili a causa della lunga permanenza nell’acqua e nel terreno umido. Ad esse si aggiungono frammenti di ceramica da cucina, carboni e ossa animali, resti probabilmente di sacrifici o pasti rituali consumati presso la risorgiva. Il ritrovamento riveste un particolare interesse poiché assai rari sono in età romana in Italia ed in particolare nell’area nord-occidentale del nostro paese depositi votivi all’interno di sorgenti, ed ancor meno frequente è l’associazione in situazioni simili di lucerne e monete, elementi sempre presenti nelle sepolture che potrebbero forse alludere ad un collegamento della sorgente anche con il mondo dell’Aldilà.
La necropoli rinvenuta a Montanera si compone di 74 tombe a cremazione databili in base agli elementi di corredo tra I e II sec. d.C.
Circa un terzo delle tombe indagate sono del tutto prive di elementi di corredo e contengono esclusivamente le ceneri del defunto. Nelle altre, invece, agli oggetti personali del defunto e a quelli usati durante il rituale funebre, posti sul rogo e deformati dal calore, si accompagna anche un vero e proprio corredo, spesso collocato su un lato della fossa. Si tratta nella maggior parte dei casi di vasellame ceramico legato al consumo del vino e di altri alimenti, balsamari in vetro e monete, cui si aggiungono più raramente monili, oggetti da toletta, elementi in metallo, e in un solo caso una lucerna in terracotta.
La necropoli individuata in località Cascina Bombonina, utilizzata tra I e II sec. d.C., ha restituito 13 tombe ad incinerazione, dieci delle quali contenevano oltre alle ceneri del defunto elementi di corredo, raggruppati generalmente nella metà est della fossa, talvolta rivestita di tegole. I corredi erano composti in prevalenza da vasellame ceramico, balsamari in vetro e monete in bronzo, raramente erano presenti altri elementi in metallo. Si distingue tra gli altri per la particolare ricchezza dei reperti il corredo della tomba 2, nella quale, all’interno di un vaso in ceramica comune, si sono rinvenuti una coppia di orecchini in argento, un anello in argento con pietra dura, una pinzetta e una moneta in bronzo.
Per info: Museo Civico di Cuneo, tel. 0171.634175, e-mail: museo@comune.cuneo.it
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