Con i due milioni donati si restaura anche la sala degli Orazi e Curiazi ai musei Capitolini
Fu l’ultimo dei Fori imperiali ad essere costruito. Lo volle l’imperatore Traiano, che lo inaugurò nel 112 d.C.: sarà il più grande e maestoso mai edificato e per quasi tre secoli fece bella mostra di sé. Poi la decadenza. Diciannove secoli dopo, il foro di Traiano torna prepotente sulla scena di Roma. “Grazie a un mecenate”, annuncia il sindaco di Roma, Ignazio Marino, “potremo alzare di nuovo le sei colonne del Foro di Traiano che non erano più alzate dal 350 d.C., così cambierà di nuovo lo scenario di questo spettacolare posto della città”. E il mecenate ha un nome: Alisher Usmanov; e un obiettivo: destinare una cospicua somma di denaro al restauro della Sala degli Orazi e Curiazi nei musei Capitolini e della fontana del Quirinale e, come detto, all’anastilosi del Foro di Traiano che tornerà così al suo antico splendore. Il magnate uzbeco ha donato complessivamente a Roma due milioni di euro. L’accordo di mecenatismo è stato siglato in Campidoglio tra Usmanov e Marino. Un accordo che prevedeva all’inizio una donazione di 900mila euro. Cifra che poi, a sorpresa, è aumentata: “Usmanov ha visionato il progetto completo del Foro di Traiano ed ha deciso di finanziarlo per intero facendo salire la donazione a 2 milioni di euro cambiando così a mano il contratto siglato», spiega il primo cittadino. “Ciò che riceviamo questa sera è per me il modo con cui dobbiamo raccogliere denaro per restaurare il nostro patrimonio archeologico”, dice Marino, “e sono molto orgoglioso della scelta fatta da Usmanov”. E il magnate uzbeco: “Amo molto l’Italia e quando abbiamo tenuto il congresso della nostra federazione a Roma (Usmanov è presidente della Federazione internazionale scherma, ndr) ci siamo incontrati con il sindaco. Con questa donazione ho voluto dimostrare la mia gratitudine per l’ospitalità dimostratami dal sindaco. Sono rimasto colpito da come il popolo italiano è riuscito a conservare la propria storia e con molto piacere sponsorizzerò questi progetti. È un grande onore”. E a chi gli chiede se fosse pronto ad altre donazioni Usmanov risponde: «Se mi indicheranno altre opere, sì”.
“Il progetto del Campidoglio – spiegano dalla soprintendenza capitolina – vuole restituire al pubblico l’idea dello sviluppo verticale del Foro di Traiano attraverso un intervento di ricomposizione e ricostruzione degli ordini architettonici, che dalla visione frammentaria dei reperti passi a un’unità visiva comprensibile”. Quattro colonne, già complete con il loro capitello antico, saranno restaurate e ancorate secondo i criteri antisismici, in grado di reggere in una prima fase la ricostruzione del fregio architrave con figure di Vittorie (ottenuta attraverso riprese al laser scanner degli originali conservati a Roma e a Monaco di Baviera), e in una seconda fase le tre colonne in cipollino, smontate, restaurate, integrate, ancorate in sicurezza. Il progetto statico, antisismico, di restauro e conservazione, nonché di ricostruzione e ricomposizione, architettonico-scultoreo sarà curato dalla soprintendenza Capitolina ai beni culturali, avvalendosi di esperti nei diversi settori professionali.
Il Foro di Traiano, celebre per la sua piazza dominata dalla statua equestre di Traiano (alta quattro volte quella di Marco Aurelio oggi in Campidoglio) e per la Colonna Traiana, un nastro scolpito che con 2500 figure racconta le gesta dell’imperatore in Dacia (odierna Romania), ospitava il più grande edificio civile dell’antichità, la Basilica Ulpia, grande quanto la basilica di S. Paolo fuori le mura. La Basilica Ulpia si articolava in cinque navate, delle quali la centrale era molto ampia e delimitata da colonne in granito (denominato «del Foro»), sostenenti un alto fregio-architrave con la decorazione famosa che vede alternate le vittorie che uccidono il toro a quelle che adornano candelabri: soggetti mitici e sacrali. Al di sopra svettava un secondo ordine di colonne in prezioso e splendente marmo cipollino, verde smeraldo, raggiungendo così circa 23 metri di altezza. Di questa maestosa struttura, sepolta nei secoli dopo l’Impero, fu scavata tra l’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento un’ampia area oggi visibile con colonne in granito rialzate e in parte estesa anche sotto i giardini lungo via dei Fori Imperiali. Tre colonne in cipollino ricomposte furono collocate fuori posto in corrispondenza dell’attuale sottopassaggio verso i Mercati di Traiano, perdendo così il loro ruolo di secondo ordine architettonico. Un tratto del fregio-architrave fu collocato nell’area sotterranea, oggi esteso deposito archeologico.
Un interessante video ci guida alla scoperta del Foro di Traiano
e un altro ci mostra la ricostruzione 3D
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