A causa del riscaldamento del clima tratti di permafrost artico e ghiacciai si stanno sciogliendo rivelando nuovi elementi di vita antica ad alta quota e l‘archeologia glaciale si è sviluppata per salvare i manufatti esposti con questo processo in siti di Nord America, Alpi e Scandinavia.
Nella contea di Oppland, Norvegia, il Glacier Archaeology Program ha sistematicamente esaminato 51 siti glaciali, recuperando più di 3000 manufatti, compresi tessuti e strumenti, e oltre 450 reperti associati (ad esempio corna di renna, ossa di cavallo e campioni di sterco di cavallo). Tutti i siti dell’Oppland sono stati utilizzati per la caccia, una caratteristica che condividono con siti nordamericani. Solo uno di questi siti norvegesi, Lendbreen, si distingue per fornire anche prove di uso come passo di montagna, facendone il primo passo di montagna del Nord Europa che torna alla luce con lo scioglimento dei ghiacci, mentre gli esempi finora studiati erano situati sulle Alpi.
Uno studio condotto da Cambridge University e University Museum of Norway, pubblicato su Antiquity il 16 aprile 2020, rivela le scoperte effettuate a Lendbreen. Gli artefatti esposti dallo scioglimento del ghiaccio indicano un lungo utilizzo, con un picco di attività attorno al 1000 d.C. durante l’epoca vichinga, periodo di maggior mobilità, centralizzazione politica e crescente commercio e urbanizzazione nel Nord Europa.
Lendbreen divenne famosa nel 2011, in seguito alla scoperta di una tunica di lana del IV secolo d.C. ma già nel 1974, quando il ghiaccio era ancora molto esteso, vi fu ritrovata una lancia di epoca vichinga.
Un’indagine successiva dell’area che circonda i precedenti ritrovamenti ha rivelato circa 800 manufatti, circa 150 ossa e corna, più di 100 tumuli di pietre e le basi di un rifugio in pietra. Ora è chiaro che Lendbreen fu un punto focale per la transumanza regionale e probabilmente anche per viaggi a lungo raggio a partire dall’età del ferro romana (1-400 d.C.) fino alla fine del Medioevo (1050-1537 d.C.). Il materiale archeologico eccezionalmente ricco del sito illustra un sistema di transumanza durato a lungo nel tempo in terreni di montagna che cambiano stagionalmente, e fornisce un modello pertinente allo studio dei passi di montagna a livello globale.
Lendbreen è una piattaforma di ghiaccio (ice patch), non un vero e proprio ghiacciaio, la differenza è che non raggiunge mai una massa in accumulo tale da cedere alla gravità e spostarsi. La neve accumulata in inverno si scioglie progressivamente compattandosi in ghiaccio e restando sul posto. La sua posizione è su un ripido pendio rivolto a nord della cresta di Lomseggen, si colloca tra i 1690 e in e i 1920 m slm. Il passo si trova pochi metri sopra e raggiunge i 1973 m slm.
In uno schema tipico di espansione e contrazione periodica delle lastre di ghiaccio in risposta al cambiamento climatico, la zona ha rivelato aree prive di licheni con sola ghiaia e roccia. È qui che la maggior parte dei manufatti sono stati trovati, appoggiati sul terreno nudo. Sebbene non spostati durante la loro inclusione nel ghiaccio, i reperti hanno subito uno spostamento verticale e a volte laterale per azione dell’acqua di fusione e dei forti venti. Le posizioni degli oggetti (in particolare quelli di materiali organici leggeri), non riflettono la posizione precisa della loro deposizione originale. Uno sci dell’età del bronzo, ad esempio, è stato trovato in quattro pezzi separati distanti tra loro fino a 250 m.
Prima della metà del diciannovesimo secolo, il modo più semplice per viaggiare dalla parte superiore della valle di Ottadalen ai ricchi pascoli estivi nella zona di Neto era attraversare la dorsale di Lomseggen attraverso uno dei passi segnati in a tratteggio nella mappa qui sopra.
Il passaggio sul crinale Lomseggen era un tragitto più breve rispetto alle valli fluviali, e il terreno era facile da percorrere in molte aree sopra il limite del bosco. L’uso di percorsi di montagna ha facilitato il trasporto e la comunicazione sia come parte dei viaggi interregionali che della transumanza stagionale tra insediamenti permanenti lungo il fiume Otta e le fattorie estive a Neto (in verde nella mappa), dove il bestiame veniva pascolato stagionalmente a quote più elevate. Molte di queste rotte su Lomseggen sono note dalla tradizione orale locale e, sebbene Lendbreen non sia noto tra questi percorsi, la distribuzione di elementi archeologici e manufatti in tutto il sito dimostra che una volta doveva avere svolto una funzione simile. Lendbreen è unico, in quanto è il primo percorso noto di un passo che attraversa un ghiacciaio e quindi offre condizioni di conservazione eccezionali per i manufatti smarriti dai viaggiatori del passato.
Il percorso era segnato da numerosi tumuli di pietre che indicavano la strada verso nord, parzialmente coperta di ghiaccio, la cresta sommitale e poi giù per la sua parete meridionale verso la valle di Bøverdalen. Qui, il percorso probabilmente si divideva, con un tratto verso la grande fattoria permanente di Sulheim e un altro in direzione sud-ovest verso Neto.
La rovina di un riparo in pietra non datato è situata vicino alla cima della ice patch. Tra cinque passi di montagna sul Lomseggen noti dai racconti orali e/o dall’archeologia, solo Lendbreen ha un tale riparo e un gran numero di tumuli. Era chiaramente una via di significato speciale.
L’insieme di reperti associato al passo di montagna è vario, contenente
manufatti ed ecofatti relativi al trasporto, come i resti di slitte, bastoni da camminata, ferri e ossa di cavallo e perfino sterco di cavallo. Include anche oggetti di uso quotidiano, in particolare abbigliamento, come una tunica, un guanto, diverse scarpe di cuoio e più di 50 porzioni tessili. Oltre ai tumuli, il percorso principale è indicato da una distribuzione di manufatti ed ecofatti legati al cavallo. Data la loro massa, i ferri di cavallo in metallo hanno meno probabilità di essere spostati rispetto agli oggetti organici più leggeri e dovrebbero quindi fornire un’indicazione affidabile del percorso.
Nell’estate 2019, dopo la stesura della ricerca, lo stesso gruppo diarcheologi fece ulteriori sopralluoghi, trovando altri oggetti rivelati dall’ulteriore scioglimento del ghiaccio. Tra i più particolari una scatola in legno con coperchio che conteneva l’occorrente per accendere il fuoco e una ciaspola per cavallo.
Ritrovato anche uno scheletro quasi completo di cavallo da soma e un cane con collarino e guinzaglio. I reperti del 2019 non sono ancora datati, ma gli studiosi ritengono che appartengano al periodo principale di utilizzo per il percorso di montagna, cioè 300-1500 / 1700 d.C.
Le conclusioni allo stato attuale di ricerca sono che Lendbreen vide una certa attività nell’età del bronzo (1750–500 a.C.), indicata dallo sci e
una freccia di questo periodo. A seguito di una pausa, l’attività di caccia sembra essere ripresa attorno al 300 d.C., quando iniziò anche l’utilizzo del passo per trasporto, ma diminuì nel X secolo d.C.; le eccezioni includono tre proiettili da balestra, di cui uno chiaramente post-medievale. Gli altri reperti più abbondanti suggeriscono un prevalente transito per trasporto
e viaggio con picco massimo attorno all’anno. 1000 d.C., e poche datazioni successive tra il XV e il XVI secolo.
Quali furono i motivi di tali interruzioni non lo sappiamo, forse variazioni climatiche o diverse soluzioni successive al miglioramento di strade lungo le vallate. Di certo l’ascesa sul pendio ripido sul ghiaccio con animali da soma carichi non doveva essere facile e non attuabile in ogni periodo dell’anno,ma solo quando lo strato di ghiaccio fosse ricoperto da almeno un po’ di neve.
Antiquity 2020 Vol. 94 (374): 437–454
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