Ha scatenato filologi, epigrafisti, enigmisti l’appello della British Library per la traduzione delle lettere incise su un’antica spada.
La spada è esibita in mostra alla British Library appunto all’interno della mostra sulla Magna Charta e affianco al codice manoscritto del XIV raffigurante l’invasione francese della Normandia nel 1203, che riporta illustrazioni miniate con immagini di spade molto simili.
Della spada si sa quasi tutto. Fu rinvenuta nel fiume Witham, in Lincolnshire, nel luglio 1825.
Pesa 1,2 chili, è lunga 964 millimetri e larga 165 millimetri, risale al XIII secolo e probabilmente è stata realizzata in Germania. Ha una lama in acciaio a doppio filo, come molte dell’epoca ma presenta una particolarità, ovvero una doppia scanalatura in luogo di una sola come la maggior parte delle lame dell’epoca. In base a questa caratteristica si è ipotizzata un’origine vichinga, ma tale ipotesi è scarsamente riconosciuta, in base a pomolo, scritta e forma della lama stessa, più simile alle spade medievali europee.
Il British Museum l’ha prestata ora alla British Library per la sua esposizione in onore della Magna Charta (13 marzo – 1 settembre 2015) nell’ottavo centenario della sua pubblicazione, avvenuta il 15 giugno 1215.
Ma il significato della sua incisione è ancora sconosciuto, tanto che il curatore della mostra Julian Harrison ha chiesto aiuto per decifrarlo. La scorsa settimana ha pubblicato la richiesta sul blog.
La scritta, intarsiata in oro, recita: “NDXOXCHWDRGHDXORVI”.
Ad una settimana dall’annuncio pubblicato dalla British Library sono pervenuti moltissimi suggerimenti dei cittadini. Marc van Hasselt, dell’Università di Utrecht, sostiene che l’iscrizione sia in latino e che le lettere “NDXOX” possano significare “Nostrum Dominus” (nostro Signore) oppure “Nomine Domine” (nel nome del Signore); mentre i caratteri seguenti potrebbero essere l’invocazione del nome di un santo. La British Library condivide l’ipotesi dell’invocazione religiosa, ma resta aperta a qualunque suggerimento.
In un sito web abbiamo trovato la proposta della filologa medievale Anna Maria Giannella
In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen. N (oster) D (ominus) Ch (ristus). O Ch (riste) C (aritatem) H (abeas). [In] W (i) dr (i) gh (il) d (o), Ch (riste), O (ex), V (ITAM) I (ndulge). In nomine Patris et filii et Spiritus Sancti. Amen.
Le due croci sono per “In Nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen. “Come in tutta la Paleografia medioevale, diplomatica e epigrafica. “X” è la lettera greca chi, che ho traslitterato in latino come “Ch”, come di consueto per iscrizioni cristiane latine. Perchè la mia interpretazione sia corretta, la parola-Widrigildo l’istituto giuridico tedesco per il risarcimento per omicidio avrebbe dovuto essere reso in una variante grafica come “Widrighildo“, che non sarebbe sorprendente. “Vitam Indulge” potrebbe anche essere “Vitae Ignosce”, “Vivis Indulge” o altre varianti. In questo senso, la scritta può essere interpretata più o meno come:
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Cristo è il Signore. Oh Cristo, pietà: per vendetta (Che ho intenzione di fare con questa spada?), Oh Cristo Re, risparmia (la mia / nostra) vita. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Ci sembra che non siamo lontani dallo svelare il mistero.
Nel blog della BL potrete leggere gli altri suggerimenti.
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