Il nostro ormai consueto appuntamento con la rubrica dell’almanacco di Archeologia tardoantica e altomedievale a Siena grazie a Marco Valenti.
La pellicola odierna è molto bella ed abbastanza coraggiosa per essere stata girata alla metà degli anni ’60 del XX secolo.
Il titolo originario, The War Lord, è molto più azzeccato della versione italiana: principe guerriero ha un significato ben diverso da signore della guerra, per non parlare di quello tedesco (Arrivano i Normanni).
Storia abbastanza lunga, di oltre 2 ore, interpretata da attori importanti come Charlton Heston per il quale sono superflui commenti e Richard Boone, questo secondo un attore poliedrico e dinamico che si divideva tra teatro, cinema e televisione, chiudendo la sua carriera come insegnante all’Actor’s Studio di New York.
Altri artisti notevoli, co-protagonisti in questa storia, erano la canadese Rosemary Forsyth che ha lavorato sino alla tarda età anche con John Carpenter e fu candidata al Golden Globe proprio per The War Lord, inoltre quel Guy Stockwell molto popolare, interprete di oltre 30 film e 250 episodi di serie televisive.
Il regista Franklin James Schaffner è poi uno dei miei preferiti.
Innovatore (in televisione introdusse la camera in movimento e non statica come era prassi), ha girato pochi ma significativi film tra i quali elenco L’amaro sapore del potere, Il pianeta delle scimmie (cult movie con addirittura quattro sequel, una serie televisiva ed un remake del 2001 di Tim Burton), Patton generale d’acciaio per il quale vinse l’Oscar di miglior regista, Papillon, I ragazzi venuti dal Brasile, Lionheart.
Russell Metty fu invece il direttore della fotografia; già premio Oscar per Spartacus, poi grande professionista in molte pellicole di successo come La Magnifica ossessione, Gli Spostati, Il visone sulla pelle, in questo film fornisce veramente una gran prova con colori quasi irrealistici.
Anche la scelta dei costumi rompe la usuale e cialtronesca tradizione hollywoodiana che trova il suo top ne I cavalieri della tavola rotonda di Richard Thorpe, con i coloratissimi, sgargianti ed impennacchiati costumi di Robert Taylor, Mell Ferrer e Ava Gadner.
Qui siamo invece di fronte ad una seria ricerca iconografica.
Trama
Il film è tratto dalla pièce teatrale di Leslie Stevens dal titolo di The Lovers del 1956.
Ambientata nell’XI secolo, la storia, un’insolito dramma avventuroso, si apre con Chrysagon de la Crue, un cavaliere al servizio del duca di Normandia al quale viene concesso un territorio di frontiera, con torre e villaggio, sulle rive del Mare del Nord. Territorio che oltre a difendere deve rivitalizzare.
Al suo arrivo si verifica subito uno scontro con i barbari Frisoni il cui capo, Wilcoxon, è un vecchio nemico del cavaliere, avendone in passato rapito il padre e chiesto un alto riscatto per il suo ritorno in libertà. Il pagamento aveva reso povero Chrysagon.
Nello scontro, un servo, il nano Volc, cattura un ragazzo, perennemente tenuto come un cane al guinzaglio, che è in realtà il figlio di Wilcoxon: evento che, in seguito, una volta scoperto causerà il continuo assalto dei Frisoni.
Chrysagon è una figura tormentata; scontento di essere relegato in un’area marginale dell’estrema periferia, si accorge in breve di governare su una popolazione pagana ma anche di detenere particolari privilegi come quel “droit du seigneur” che il prete gli spiega essere una sua prerogativa (nel film si intende lo ius primae noctis, in realtà le “droit du seigneur” era qualcosa di diverso).
Tale diritto, spinto dal perfido e traditore fratello di nome Draco, cercherà di esercitare con freddezza nei confronti della bella Bronwyn, incontrata casualmente nella foresta durante una battuta di caccia; si tratta di un amore e un’attrazione reciproca, a prima vista.
Tutto inizia quando Odins, l’anziano del villaggio, arriva alla torre per chiedere il permesso di far sposare suo figlio Marc proprio con la ragazza della foresta; il clou avverrà durante una suggestiva cerimonia nuziale pagana, in corso sotto un magnifico albero.
L’intervento di Chrysagon e il sequestro della ragazza sarà il passo che porterà i due, in breve, ad amarsi con grande intensità.
Il promesso sposo, al rifiuto di vedersi restituita la donna amata, si rivolge ai Frisoni, rivelando l’identità del ragazzo prigioniero e causando così la loro reazione attraverso assalti mischiati con una rivolta della popolazione locale.
La vicenda poi si dipana in modo molto articolato, sottolineando la forza e la potenza dei sentimenti che da sempre sfidano gli ordini e le coscienze costituite.
Ma non dirò di più al riguardo, lasciandone la visione a chi ci segue.
Commento
Il film è un dramma storico intelligente, emozionante e nonostante i grandi quadri d’insieme o le scene di massa girate, non perde mai di vista le passioni umane cioè la sua forza trainante.
Dominato dalla grande recitazione di Charlton Heston, nonché dalla sua fisicità, è incentrato sulla nascita di una grande passione d’amore e l’attore esprime benissimo il conflitto interiore di Chrystagon.
L’amore tormentato tra due persone è così il vero protagonista.
Segnalo vari elementi che mi piacciono molto: i dialoghi di origine teatrale e talvolta introspettiva; l’aderenza al dramma shakespeariano, ma anche freudiano e biblico, dello scontro tra fratelli (Chrysagon intende svolgere la volontà del Duca e trattare la popolazione in modo equo; Draco, ambizioso sino a cospirare contro il fratello stesso, si riferisce alla terra come un “letamaio” e vede le cose in termini più utilitaristici); la figura del cavaliere che si ritrova solo contro tutti (tema, questo, caro al regista) e in un conflitto interiore, ma sorretto dalla propria fede e anche dal suo spirito d’onore e di civiltà in contrapposizione alla barbarie.
Inoltre evidenzio il tentativo ben riuscito di effettuare analisi sociologiche sulla cultura medievale dominata dalle superstizioni, ardite ed inusuali per il tempo.
Il film è quindi anomalo ma eccezionale.
Ricordatevi l’anno in cui è uscito!
Fu però ingiustamente snobbato e sottovalutato, talvolta accade ancora oggi.
L’XI secolo è qui narrato con realismo e schiettezza, senza le usuali e stereotipate esagerazioni sulle durezze e le asperità del mondo medievale.
Esemplari sono le operazioni di fortificazione della torre, il contrasto torre-villaggio di capanne, l’uso e la magia del bosco fatto dai villici locali, il tratteggio dei riti pagani.
L’assedio finale alla torre da parte dei Frisoni è poi non solo da antologia ma anche filmato e montato con grande classe (pur se frutto di pesanti interventi dell’Universal che rifece il montaggio e inserì scene di battaglia, affidate a un altro regista).
Ricchissimo di primi piani, mirabilmente affrescato per quanto riguarda ambientazioni e costumi, così come nel contrasto fra la religiosità dell’élite ed il paganesimo “naturalistico” dei villici, fu girato in realtà non nei luoghi di ambientazione bensì in California fra Colusa, Malibu e Marysville; gli Studios hanno per anni esposto la ricostruzione effettuata per la torre ed oggetto di visite da parte dei turisti.
Il film sarebbe dannatamente perfetto se talvolta, per quei tagli di budget al quale fu per esempio sottoposto lo stesso capolavoro Spartacus, non si notassero alcune sbavature sceniche.
Il pubblico comunque gradì molto questa pellicola in fin dei conti molto atipica per il 1965: incassò $3.500.000.
E’ uno dei miei cult movie e guardandolo vi assicuro che c’è da imparare.
Non ho trovato il film completo sui canali youtube (ma credo lo si possa facilmente rintracciare)
Segnalo comunque alcuni video a seguire
http://www.youtube.com/watch?v=FvjP9-mhofU
http://www.youtube.com/watch?v=GUCfL9OGBRU
http://www.youtube.com/watch?v=OTQ9N91mTBU
http://www.youtube.com/watch?v=-qdG0_rVORM
http://www.youtube.com/watch?v=G-5bPWDNLUM
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