https://www.youtube.com/watch?v=kvVR__ltFFo
Il Salterio
Dal latino cristiano psalterium, dal greco psaltḗrion (ψαλτήριον «cetra»), la parola salterio indica il “canto con accompagnamento di cetra”.
Per estensione prendono il medesimo nome vari strumenti a corda con cui si accompagnava il canto dei salmi. Nel Medioevo la forma dello strumento definito salterio si stabilizza in una cassa armonica triangolare o trapezoidale su cui era teso un numero variabile di corde, suonate col plettro o pizzicandole con i polpastrelli.
Ma, per medesima associazione al canto dei salmi, con il nome di salterio viene definito nel linguaggio biblico-liturgico anche il testo contenente i 150 salmi biblici, in particolare organizzati e distribuiti nei giorni della settimana secondo le ore canoniche. A partire dal VI e VII secolo, rispettivamente in Irlanda e poi nel continente europeo, si diffondono come testi indipendenti dal corpo biblico per divenire manoscritti a se stanti. Nel corso del Medioevo i salteri sono tra i più diffusi tipi di codici miniati , pari solo alla i libri del Vangelo. Dalla fine del XI secolo in poi divennero particolarmente diffusi, spesso includendo un calendario, le litanie dei santi, cantici dal Vecchio e Nuovo Testamento , e altri testi devozionali.
Oltre alle copie di uso strettamente monastico, sobrie o decorate con miniature pertinenti ai testi, sono stati composti nei secoli numerosi esemplari riccamente ornati per volontà o in omaggio a nobili e ricchi esponenti del tempo. Uno di questi nobili del Tardo Medioevo inglese fu Geoffrey Luttrell che commissionò una versione sotto molti aspetti importante di Salterio.
Sir Geoffrey Luttrell III
Sir Geoffrey Luttrell III visse tra il 1276 e il 1345 e fu signore del maniero di Irnham, attuale Lincolnshire, in Inghilterra. Le notizie sul suo conto non sono numerose. Il suo nome è stato tramandato in particolare per la commissione del preziosissimo salterio riccamente miniato eseguito durante gli ultimi anni della sua vita, da almeno quattro diversi artisti.
Che la commissione dell’opera fosse collegata alla raggiunta maggiore età del proprio figlio Andrew o a una sorta di atto devozionale a seguito della dispensa papale ottenuta per sposare una donna della famiglia Sutton, il manoscritto testimonia la volontà del nobile di affermare la propria importanza come mecenate e facoltoso possidente, riportando almeno due ritratti del committente: uno in splendido assetto da cavaliere sovrastato dalla scritta “Dominus Galfridus Louterell me fieri fecit ” (il signore Geoffrey Luttrell mi fece fare) compare al folio 202v.
Il secondo lo raffigura con la famiglia, seduto a una ricca tavola imbandita, assieme a due frati domenicani e servi che si affaccendano mentre alle spalle un arazzo allude ancora una volta agli elementi araldici della casata.
Il manoscritto miniato
L’esatta datazione dell’opera non è nota: varie date sono dibattute dagli studiosi in un arco temporale che va tra il 1320 e il 1345. Le sue dimensioni sono di 370 x 270 mm, è stato rilegato in cuoio nel 1929 ed è composto da 309 fogli di pergamena di alta qualità con risguardi in carta. Le illustrazioni riprendono una gran varietà di temi e costituiscono la maggior preziosità dell’opera. Esse non solo raffigurano scene sacre, ma comprendono numerosi esempi di bestie fantastiche e figure grottesche.
E’ possibile sfogliare il volume completo con immagini ad altissima risoluzione sul sito della British Library
I dettagli della vita quotidiana sono comunque l’aspetto più interessante per gli studiosi dell’epoca tardo medievale inglese e non solo: i dettagli sono così precisi da essere di riferimento anche per rievocatori e ricostruttori del periodo, facendo di quest’opera una fonte dalla precisione fotografica. Sparsi nel manoscritto vediamo riprodotte tutte le ricchezze delle terre del “Dominus” : conigli selvatici, cacciati con i furetti dalle loro tane, animali da cortile, tra cui un’oca rubata da una volpe, cinghiali e maiali, così come vediamo l’alveare di api e la coltivazione di grano e patate. Tutto quanto prodotto nella sua tenuta appare poi sulla ricca tavola imbandita del signore.
Ma non basta: abbiamo la fortuna di rivedere, come fossimo stati presenti, gli attrezzi e i mezzi di trasporto e da lavoro, i carri per le merci e quello per il trasporto di nobili passeggeri, l’aratro e le imbarcazioni, una grande nave da guerra e una più modesta condotta da soli quattro rematori e trainata, forse in qualche canale o verso il porto da due uomini che la tengono con una grossa cima.
Vediamo l’allevamento di pecore e le fasi della cardatura e della filatura, così come possiamo apprezzare i diletti dei nobili, falconeria e tornei, assieme all’addestramento dei paesani aiconflitti: il tiro con l’arco e con la balestra.
E’ tutto così vivo che il WAG Community group (derivato dal Washingborough Archaeology Group) ha realizzato un cortometraggio riproducendo esattamente le scene riportate nel salterio. Ha impiegato due anni per realizzarlo nei dintorni della stessa Irnham. Lo troviamo spettacolare!
Confrontate i video realizzati con le immagini del salterio con il film girato grazie alla collaborazione di centinaia di attori e figuranti. Pregevolissima la scelta dei brani musicali. Buona visione!
https://www.youtube.com/watch?v=vJjCkkKh1CI
Il film
Bibliografia:
- Camille, Michael. Mirror in Parchment. London: Reaktion Books, 1998.
- Backhouse, Janet. Medieval Rural Life in the Luttrell Psalter. North America: University of Toronto Press, 2000.
- Brown, Michelle P. The World of the Luttrell Psalter. London: The British Library, 2006
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