La Riva Verde

9788889682647Bruges, 1379. Sullo sfondo dello scisma d’Occidente, in piena guerra dei Cent’anni e in mezzo alle contese tra tintori del rosso e tintori del blu, le dame della Compagnia della Conocchia si riuniscono ogni notte in gran segreto. Un nugolo di donne che, per sfuggire alla tirannia maschile, sfida la sorte per coltivare un diverso sapere, foriero di sciagure.

Tra loro, Greta du Glay, additata come la fattucchiera, e Rose, innamorata di Robin, un tintore del rosso, ma imminente sposa di un tintore del blu.
Sulle due corporazioni, da sempre rivali, d’improvviso piomba lo scompiglio, allontanando più d’una dalla Compagnia della Conocchia.
Il sospetto di un assassinio e una fuga inaspettata agiteranno ancor di più le acque della Riva Verde.

 

Le recensioni della stampa

La Riva Verde di Adriana Assini: i colori, gli amori e la solidarietà femminile  di Cinzia Giorgio

La Riva Verde (Scrittura e Scritture, 2014) della scrittrice e artista romana Adriana Assini. Ambientato nella Bruges del 1379, sullo sfondo della Guerra dei Cent’anni, La Riva Verde è un romanzo che regala forti emozioni. La Assini ci porta alla scoperta di un mondo ricco di colori e suggestioni in cui l’elemento femminile appare predominante nella sua raffinata delicatezza.
Le dame della Compagnia della Conocchia, che si riuniscono ogni notte in gran segreto, sembrano esseri senza tempo, donne unite dal forte impegno sociale e fervide di desiderio di libertà e amore. Tra loro la straordinaria Greta du Glay, che tutti considerano una fattucchiera, e la bellissima Rose, innamorata di Robin. Un romanzo vivo, impegnato e coinvolgente che
rispecchia in pieno lo stile dell’autrice, sempre attenta alle fonti storiche e a dipingere, così come fa con i suoi acquerelli, donne dal carattere forte e volitivo. La scrittura è attenta e vivace. I personaggi sono delineati con estrema cura così come l’affresco storico è dipinto con maestria.
Adriana Assini, nota acquerellista di livello internazionale (le copertine dei romanzi sono solo un saggio delle sue opere pittoriche), è già fortunata e prolifica autrice dei romanzi Le Rose di Cordova (Scrittura e Scritture, 2007) che è alla sua terza edizione, Un sorso di Arsenico (Scrittura e Scritture, 2009) e Il Mercante di Zucchero (Scrittura e Scritture, 2011). Le abbiamo chiesto di parlarci della sua ultima fatica letteraria e di cosa si nasconde dietro le sue storie di successo, amate da donne e uomini di tutte le età.

Nazario Pardini – nazariopardini.blogspot.com

Guerra dei cent’anni: desolazione, campagne abbandonate, vedette per mettersi al riparo entro le mura, pestilenze (celebre quella del Boccaccio: “Nell’anno del Signore 1348 la mortifera pestilenza giunse a Firenze…”); un tremendo flagello in Europa; interrogatori e sentenza del 24 maggio 1431 per Giovanna D’Arco: “…per questo motivo noi ti giudichiamo come eretica e stimiamo che tu sia da espellere dalla Chiesa e che tu debba essere
consegnata alla potenza secolare”; una guerra, appunto, questa dei cent’anni, che finendo nel 1453, si trascina fino alle soglie dell’età moderna.
Ma per quanto riguarda Bruges, località in cui si sviluppa la maggior parte degli avvenimenti del nostro romanzo, il mercato della lana, dei vestiti, e l’industria tessile vi prosperano fin dal XII secolo, grazie
alla stabilità garantita dal patronato dei conti di Fiandra. Tra il XIII e il XIV secolo il re di Francia Filippo il Bello invia nella regione una forza di occupazione per annettere le Fiandre. Ma la città si ribella in massa e caccia i francesi durante i famosi Mattutini di Bruges; successivamente il predominio sul fiorente mercato tessile di cui Bruges è il centro commerciale sarà una delle principali cause di questa ferale guerra tra Francia e Inghilterra. È in questo periodo che si dipanano gli avvenimenti del romanzo La riva verde di Adriana Assini…
Un romanzo di intrighi , di vicende, che, anche se ben collocate storicamente, vanno al di sopra dei fatti per la singolarità dei personaggi e per la contemporaneità dei nèssi che ne fanno una storia attualissima: rivalità, amore conteso, contorni ambientali di supporto alla psicologia degli attori.
Già fin dai primi accenni si può percepire il saggio uso che la scrittrice fa del paesaggio. Si apre con una scena tridimensionale, da cinemascope: “Un vento salato muggiva su Bruges. Il cielo, gessoso, incombeva sui vicoli, lambiva i possenti bastioni e le torri, incorniciando in una fredda aureola lo scuro castello del conte”. Un quadro di manzoniana memoria che riporta al simbiotico mèlange fra natura e psiche, e che fa da prodromico avvio all’avvicendamento degli interpreti principali: Greta du Glay, vecchia, vergine, folle; una specie di fattucchiera; Rose, figlia di Jakob, timida di sorgente, vergine, promessa a certo Jan, al soldo di suo padre, ma innamorata di Robin Campen, di parte avversa (lavorava la robbia, il rosso). In contesa erano i tintori del rosso e quelli del blu. E i fatti si susseguono con un incalzante fluire narrativo, ma più che altro con una sequela dialogica secca e apodittica di grande effetto attrattivo. Qui sta la novità della prosa di Adriana: il gioco analitico delle vicende. Ogni parte della narrazione volge a delineare la varietà dei caratteri sulla scena, a fare della passione storica dell’autrice un serbatoio di input umani che si traducono in sentimenti universali; sentimenti che si distaccano dal periodo per trasferirsi oltre il tempo, oltre gli avvenimenti stessi. I conflitti di classe, l’amore condizionato che ambisce alla piena libertà, i raggiri, come tanti ce ne sono ai
nostri tempi. Là la paura dei lupi e dei lampi; oggi la stessa paura per motivi non certo meno pericolosi. Là un nugolo di donne che sfida la sorte contro la tirannia maschile, qui quell’attuale femminismo che tende a valorizzare il ruolo della donna. Per non dire di assassinî e fughe inaspettate, che tanto hanno a che vedere con gialli che viviamo ogni giorno. Insomma una rinfrescata di modernità che fa dell’opera un racconto a noi vicino; un racconto che pulsa di passioni e contaminazioni emotive di grande sostanza
e potenzialità creativa. Ed è un piacere abbandonare il pensiero a quegli amori contrastati, a quelle lotte per la libertà, a quegli intrighi che sanno tanto di vita comune, di normali quanto occasionali accidents di un percorso che si dipana con una tale fluidità da tenere avvinto il lettore fino alla fine. Sì!, un andare senza vuoti, senza inceppi, dove gli uomini, le donne, le abitudini, i contrasti si stagliano davanti all’anima con una tale generosità esplicativa da lasciare senza fiato.

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