La flotta di Kublai Khan

Fasciame della Flotta di Kublai Khan conservato con acqua di mare, Museo di Takashima, distretto di Nagasaki

Fasciame della Flotta di Kublai Khan conservato con acqua di mare, Museo di Takashima, Prefettura di Nagasaki

Erano in 40mila a bordo di una flotta di circa mille imbarcazioni che rappresentavano l’eccellenza dell’ingegneria navale del XIII Secolo, diretti alla conquista del Giappone.
Non sopravvissero però al tifone che spirava a oltre 250 chilometri orari; simile, per potenza, a quello che ha devastato le Filippine. La ‘corrente nera’, come viene chiamata dal sud-est asiatico all’Estremo Oriente. Oggi quella maestosa flotta agli ordini di Kublai Kahn è stata ritrovata, dopo sette secoli, nelle acque dell’isola di Takashima, regione delKyushu, sud del Giappone; a compiere la storica scoperta, di cui si è parlato alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, è stata la spedizione italo-nipponica composta da International Research Institute forArchaeology and Ethnology, Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e Ariua giapponese.

La recente scoperta, spiega l’archeologo Daniele Petrella a capo della spedizione, “ha confermato le nostre teorie: abbiamo ricostruito graficamente le navi, sappiamo di che modelli si tratta, quale era la sequenza costruttiva”. Si trattava di “navi fluviali, sottratte alla dinastia Song sbaragliata da Kublai Kahn, non adatte ai viaggi d’alto mare”.
Dai resti delle navi in fondo al mare, spiega Petrella, si è avuta la conferma che “i Song erano massimi ingegneri navali dell’antichità. Sono scafi divisi in compartimenti stagni, che in Occidente abbiamo usato solo quattro secoli dopo con le navi in metallo, mentre loro lo facevano in legno. Pur senza una grande chiglia sono riuscite a arrivare fino al Giappone, ma non hanno resistito al tifone”.

Approfondimento

Kublai Khan in un ritratto cinese

Kublai Khan in un ritratto cinese

Ma chi era Kublai Khan?

(in mongolo Хубилай хаан, Hubilaj haan; anche detto Qubilai Khan o, nelle lingue turche, Kubilay Han (28 agosto 1215 – 18 febbraio 1294) è stato un condottiero mongolo, Khagan (il quinto, dal 1260 al 1294), nonché fondatore del primoImpero cinese della Dinastia Yuan.

Figlio secondogenito di Tolui e Sorghaghtani Beki, quindi nipote di Gengis Khan e successore del fratello Munke, in quanto Gran Khan dei mongoli, Kublai è anche noto come l’ultimo dei Gran Khan.

Appartenne a una famiglia di condottieri, conquistatori e sovrani mongoli: suo fratello Hülegü conquistò infatti la Persia fondando l’Ilkhanato, e anche suo cugino Kaidu, figlio del secondo Gran Khan Ögödei, fu un importante condottiero mongolo e per tutta la sua vita fu acerrimo oppositore dello stesso Kublai Khan.

In Europa, Kublai Khan era noto sin dal Medioevo, in quanto Marco Polo visitò il Catai durante il suo regno, divenendo presto un suo favorito e servendo alla sua corte per oltre diciassette anni, secondo quanto racconta lui stesso nel Milione.

Da giovane, Khubilai studiò la cultura cinese e se ne innamorò. Nel 1251, allorché suo fratello maggiore Mongke diventò Khan dell’impero mongolo, fu da lui nominato governatore dei territori meridionali dell’impero. Governò bene, aumentando la produzione agricola dello Henan e, dopo che gli fu assegnata anche Xi’an, migliorò i servizi sociali. Tali attività furono accolte con grande favore dai signori della guerra cinesi e risultarono essenziali per la fondazione della Dinastia Imperiale Yuan in Cina.

Nel 1253 gli fu ordinato di attaccare lo Yunnan, e distrusse l’antico Regno di Dali, mentre il suo generale Uriyankadai avanzava fino sulle coste dell’odierno Vietnam (1257). Nel 1258, Mongke gli affidò il comando dell’esercito orientale ordinandogli di attaccare sia il Sichuan, e per la seconda volta lo Yunnan. Tuttavia nel 1259, prima che potesse arrivare in aiuto del fratello, Khubilai apprese che suo fratello maggior, Möngke era morto. Continuò quindi l’attacco a Wuhan, ma di lì a poco ricevette la notizia che il suo fratello minore Arig Bek aveva il controllo della situazione: raggiunto prontamente un accordo di pace con le truppe della Dinastia Song, tornò nelle pianure mongole.

Gran Khan dei mongoli

Alla morte di Mongke (1259), nell’impero mongolo si creò una situazione di ostilità tra il fratello maggiore, Arig Bek, capo delle tribù nomadi orientali, deciso a mantenere e imporre le usanze tradizionali del popolo mongolo, e gli altri due, Hülegü e Khubilai, inclini al contrario a una fusione con le popolazioni sottomesse.

Arig Bek era di stanza in Asia centrale, nel Karakorum, mentre Khubilai era in Cina. Due Kuriltai vennero indetti contemporaneamente con l’elezione all’unanimità di due Gran Khan, ciascuno tra i propri generali. La guerra civile che ne conseguì, si concluse nel 1264 con la vittoria di Khubilai, che impose di essere riconosciuto Gran Khan dei mongoli. Catturò e ridusse in catene il fratello che due anni dopo morì in prigionia.

Tuttavia, durante questa guerra, Li, il governatore di Yizhou, si rivoltò contro il dominio mongolo. Khubilai schiacciò prontamente la ribellione, ma questo evento lo rese diffidente nei riguardi dell’etnia Han. Divenuto imperatore, istituì dunque diverse leggi contro di loro, come il bando dei titoli di Signore della guerra e il divieto di imporre balzelli.

L’impero mongolo venne così suddiviso, ma lo era già di fatto, in quattro Khanati, ciascuno governato da un diverso khan, sotto la supervisione (più teorica che reale) del Gran Khan. Il khanato del Kipchak (detto anche Orda d’Oro) governava l’Asia centro-occidentale, l’Ilkhanato governava l’Asia sud-occidentale, il Khanato Chagatai governava l’Asia Centrale e il Gran khanato controllava in realtà unicamente il Karakorum e la Cina. Con questa conquista fu raggiunta la massima estensione dell’Impero.

Imperatore

Come imperatore della Dinastia Yuan, Khubilai Khan lavorò per minimizzare l’influsso dei signorotti regionali, che avevano detenuto grande potere prima e durante la Dinastia Song. La già citata diffidenza verso l’etnia cinese degli Han gli fece preferire uomini appartenenti ad altri gruppi etnici.

Nell’8º anno di Zhiyuan (1271), Khubilai dichiarò ufficialmente la creazione della Dinastia Yuan, e l’anno dopo ne proclamò come capitale la località di Pechino, allora denominata Khanbalik (città del Khan o Cambuluc – secondo Marco Polo – o Dadu 大都 lett. grande capitale). Per unificare la Cina, nell’11º anno di Zhiyuan Khubilai organizzò un’enorme offensiva contro ciò che rimaneva della Dinastia Song di Hangzhou e nel 16º (1279) la distrusse, unificando finalmente il paese.

Regnò meglio dei suoi predecessori, promuovendo la crescita economica dell’impero con la ricostruzione del Grande Canale Cinese, il restauro degli edifici pubblici e l’ampliamento della rete viaria. Tuttavia la sua politica interna si fondava anche su aspetti delle antiche tradizioni mongole. E con il perdurare del suo regno, tali usi entrarono sempre più frequentemente in conflitto con la cultura tradizionale dei cinesi negli ambiti dell’economia, della società, e anche della religione (o filosofia di vita). Introdusse inoltre la moneta cartacea, benché l’inflazione e l’assenza di una disciplina fiscale finissero con il convertire in un disastro l’iniziativa. Incoraggiò le arti cinesi e dimostrò tolleranza religiosa, fatta eccezione per il taoismo.

Personalmente favorevole al cristianesimo nestoriano e simpatizzante del Buddhismo tibetano, aveva infatti in profonda antipatia nello spirito ribelle e individualistico, soprattutto nei confronti dei taoisti.

Entrato in contatto con l’abate di Sakya Drogön Chögyal Phagpa, ne fece un suo consigliere, affidandogli la sovranità temporale del Tibet e il compito di creare l’alfabeto tibetano. L’impero fu visitato da diversi europei, in particolar modo, negli anni 1270, Marco Polo, che vide forse la capitale estiva di Shangdu (上都; lett. capitale superiore o Xanadu).

Dopo avere conquistato lo Yunnan e il Goryeo (Corea), sotto la pressione dei suoi consiglieri mongoli, tentò la conquista di Giappone, Myanmar (Birmania), Tran Hung Dao (Vietnam) e Giava. Ma il fallimento di questi costosissimi tentativi, unitamente all’introduzione della moneta cartacea, causò una forte inflazione, anche se Khubilai Khan, riuscì a costringere i signori della guerra di nordovest e nordest a capitolare, assicurando stabilità a quelle regioni. Khubilai Khan morì nel 31º anno di Zhiyuan (1294).

Come per Gengis Khan, la salma del grande imperatore fu riportata in patria e sepolta in un sepolcreto familiare nel Khentii aimag. Nel settembre 2007 un esploratore italiano ha rintracciato il cimitero della famiglia imperiale in una zona impervia e da sempre tabù.

Samurai giapponesi all'arrembaggio di una nave mongola nel 1281. Moko Shurai Ekotoba, circa 1293.

Samurai giapponesi all’arrembaggio di una nave mongola nel 1281. Moko Shurai Ekotoba, circa 1293.

La storia del più grande impero del mondo, quello Mongolo, costruito in soli 70 anni ed esteso quattro volte più dell’impero romano, si può ripercorrere in questo documentario.

 

Bibliografia

  • Storia segreta dei mongoli, Guanda, 1988. ISBN 978-88-7746-346-3
  • Bussagli, Mario, Asia Centrale e mondo dei nomadi, in Nuova storia universale dei popoli e delle civiltà, Vol. XX – Asia centrale e Giappone, UTET, 1970
  • Di Pian di Carpine, Giovanni, Storia dei mongoli, Fondazione CISAM, 1989, ISBN 978-88-7988-435-8
  • di Rubruc, Guglielmo, Viaggio nell’impero dei mongoli, Marietti, 2002 ISBN 978-88-211-6511-5
  • Morgan, David. The Mongols (Blackwell Publishers; ristampa dell’aprile 1990), ISBN 0-631-17563-6.
  • Rossabi, Morris. Khubilai Khan: His Life and Times (University of California Press (May 1, 1990)) ISBN 0-520-06740-1.
  • Saunders, J.J. The History of the Mongol Conquests (University of Pennsylvania Press (March 1, 2001)) ISBN 0-8122-1766-7.
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