“Il Signore di Baux” e i Del Balzo in Italia

Castello di Les Baux

Castello di Les Baux

“La casa sua il signore di Baux l’ha costruita sui sassi …” così recita il primo verso della canzone che il menestrello della musica italiana, Angelo Branduardi, ha dedicato alla celebre famiglia di feudatari d’oltralpe. Il cantautore ha dichiarato in un’intervista di essersi ispirato ad un’antica leggenda provenzale secondo la quale gli abitanti del castello appartenuto alla famiglia Des Baux sarebbero scomparsi, in una notte, senza lasciare traccia alcuna. Svaniti nel nulla.
Nella canzone, Branduardi immagina di sentire ancora, tra i ruderi, le voci e i suoni che un tempo sicuramente riecheggiavano tra le mura del castello, fino al giorno della strana sparizione della corte e del suo signore. Il brano è uno dei più evocativi del pur amplissimo repertorio del musicista. Descrive con impalpabili pennellate la vita medievale del castello dalla caccia alle danze, fino agli oscuri pensieri notturni del Signore indubbiamente coinvolto in contese territoriali e di potere. La tragica fine della famiglia non viene menzionata eppure risuona nel giro di basso e nella ritmica come nella mantrica ripetizione del primo verso. L’incastellamento infatti, fenomeno caratteristico del periodo medievale, implica la guerra costante tra territori limitrofi e la costante necessità dei Signori del tempo di proteggersi in rocche e rifugi sempre più inaccessibili e difesi da mura e torri possenti. La rocca dei Des Baux fu costruita sui sassi, inerpicata su uno spuntone di roccia a dominare la pianura, ma questo non la salvò dal declino improvviso e misterioso.

Cenni storici

I signori di Baux portavano il nome dell’omonima località di origine della bassa Provenza, nelle Alpilles francesi, dove i resti del loro castello sono ancora visibili. Le prime tracce documentate rimontano al sec. IX e ci parlano di questi Signori come Cavalieri impegnati ad aiutare i Conti di Provenza intenti a scacciare i Saraceni dalle coste provenzali. Sarà proprio a loro che saranno strappati i feudi storici della Famiglia: Les Baux (981) e Marignane (1000).

Stemma Del Balzo inquartato con corno azzurro su fondo d'oro

Stemma Del Balzo inquartato con corno azzurro su fondo d’oro

Due secoli dopo Raimondo, 4° Signore sovrano di Les Baux e marito di Stefanetta di Provenza, insieme ai figli Ugone, Guglielmo e Bertrando, cercherà di togliere ai Conti di Barcellona e nuovi Conti di Provenza, la sovranità sull’intera regione innescando, tra il 1110 ed il 1167, una serie di guerre che sconvolgerà ed insanguinerà quei territori. Pervenuta la Provenza nelle mani di Carlo d’Angiò, alcuni membri della Famiglia lo seguiranno nel 1262 nella conquista del Regno di Napoli acquistando fama ed onori. Da lui ottennero diversi territori in feudo nel Regno di Napoli, italianizzando il nome in Del Balzo. Bertrando otterrà infatti il feudo d’Avellino con il titolo di Conte oltre a diversi altri feudi tra i quali Calvi, Lauro, Conza e Teano. Un secondo ramo della famiglia prenderà il titolo di Duchi d’Andria. Si insediarono anche in Abruzzo. Nel paese di Pescina si trova la torre quadrangolare dei Del Balzo, che si erge su rocce vertiginose e che un tempo fu parte di un poderoso castello detto di “Rocca Vecchia”, simbolo visibile della loro grandezza, appartenuto a Ugone Del Balzo o sarebbe meglio dire Hugues des Baux.

Torre Del Balzo di Pescina

Torre Del Balzo di Pescina

Molte furono le casate d’oltralpe giunte, come i Des Baux, nel Regno di Napoli al seguito di Carlo d’Angiò nella seconda metà del ’200. In Abruzzo, ad esempio, si insediarono i Cantelmo che ottennero vasti territori nella zona di Popoli. Venivano dalla Provenza, ma affermavano di essere discendenti di re Duncan di Scozia. Alla fine del ’600 ottennero da Carlo II d’Inghilterra la possibilità di fregiarsi del nome Stuart, a riprova della loro lontana e mitica provenienza scozzese più leggendaria che reale, diventando così Cantelmo Stuart. Alcuni secoli prima, a ridosso dell’anno Mille, il borgognone Berardo, detto “il francisco”, ottenne da Ugo di Provence la contea dei Marsi e quella di Rieti, inaugurando il dominio plurisecolare di una delle più audaci e potenti famiglie di feudatari del centro Italia: i conti dei Marsi.

Stemma di rosso alla stella piena d'argento (di pertinenza del Duca di Presenzano e suoi discendenti)

Stemma di rosso alla stella piena d’argento (di pertinenza del Duca di Presenzano e suoi discendenti)

Lo stemma araldico dei Des Baux raffigura l’astro che indicò ai pastori la capanna di Betlemme, su sfondo rosso, presente anche nelle varianti grafiche derivate dai vari matrimoni contratti con le altre grandi casate europee (Borboni, Gonzaga, Orange, Orsini ecc.). Scelsero la stella a sedici raggi come simbolo della loro stirpe perché si ritenevano diretti discendenti di re Baldassarre, uno dei tre Magi. E’ interessante notare come i Des Baux abbiano voluto rappresentare l’astro della natività, nel loro scudo, non come la tradizionale cometa, ma come una fulgida stella. Una nova apparsa nel firmamento ad annunciare la buona novella. Ed è proprio una stella in esplosione, cioè una supernova, quella che molti studiosi pensano sia apparsa nei cieli in concomitanza della divina nascita. I motti sono: semper refulget e semper ardentius. Il grido di guerra é: A l’asar Bautezar!

Affresco con l’arme dei Des Beaux –Orange nella Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina.

Affresco con l’arme dei Des Beaux –Orange nella Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina.

Sito della Famiglia del Balzo

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