Sull’EXPO 2015 di Milano le polemiche e i “fattacci” sono molti. Non è nostro compito né nostra volontà entrare in merito alla politica o all’economia di questo evento.
Ma a quanto pare gli organizzatori sono riusciti a sollecitare il disappunto perfino in semplici appassionati di storia come noi.
Ebbene si, dal momento che con grande orgoglio viene presentata nientemeno che Teodolinda, “donna immagine” e guida del padiglione lombardo.
Abbiamo recuperato le seguenti immagini dalla Gazzetta di Mantova e ve le proponiamo.
Non notate niente di strano? I nostri attenti lettori avranno colto che l’abbigliamento dei nostri eroi Teodolinda e Agilulfo ricalca quello della Cappella di Teodolinda a Monza. … peccato che questa sia una rappresentazione molto tarda del celebre matrimonio, risalente al XV secolo, e niente abbia a che fare con il reale aspetto della corte longobarda, di ben otto secoli antecedente all’affresco.

Particolare dagli affreschi nella Cappella di Teodolinda. Bottega degli Zavattari pittura murale 1441-46 circa Monza, Duomo
Recentemente il Presidente della Regione Lombardia Maroni ha espresso la volontà di candidare all’Unesco proprio questo magnifico monumento e vogliamo sperare, lo vogliamo veramente tanto, che la citazione sia voluta e dichiarata.
Altrimenti si tratta di una svista madornale, perpetrata proprio in casa lombarda e alla importante presenza di chi delle “radici storiche” ha fatto una bandiera.
Dell’abbigliamento della “vera” Teodolinda possiamo dire molto poco. Ne sanno qualcosa i rievocatori dei vari gruppi longobardi italiani che devono ricercare tessuti e modelli filologici in ambiti coevi di tutta Europa. Grazie alle caratteristiche del nostro suolo infatti non restano che minuscoli frammenti di tessuto come reperti di VII secolo, insufficienti certo a disegnare un’intera mise.
Ma anche così la Regina Teodolinda ( di stirpe longobarda Letingia per parte materna e bavarese per parte paterna) risulterebbe sicuramente più credibile se vestita come una delle ricostruzioni eseguite da eminenti musei, i quali hanno elaborato loro interpretazioni dell’abbigliamento di regine dell’epoca e della medesima area culturale ed etnica di Teodolinda.

Illustrazione della mostra Königinnen der Merowinger presso il Museo Archeologico di Francoforte. Da sinistra Wisigarda, Arnegunda, una nobile bambina e Bathilde
Come per esempio la ricostruzione eseguita dal Museo Archeologico di Francoforte per la mostra sulle Regine Merovinge (Königinnen der Merowinger).
Arnegunda, Wisigarda e Bathilde, vissute nel VI e VII secolo, sono certamente esempi più affidabili di quanto lo sia una pur splendida pittura tardo medievale. Se teniamo poi conto che pur essendo sposa di Teodeberto I, re merovingio e quindi Franco, Wisigarda era proprio la zia di Teodolinda e pertanto longobarda, la scelta sembrerebbe quasi obbligata.
Anche una piccola festa locale, come quella per le Nozze di Teodolinda a Lomello, si è preoccupata, dopo anni di rappresentazione ispirata al famoso affresco, di approfondire quest’anno il tema longobardo e adeguarsi a partire dalla filologicità dell’abbigliamento. Siamo orgogliosi che gli organizzatori ci abbiano interpellato in amicizia e di aver fornito loro proprio questi esempi.
Ma sarebbe stato sufficiente per gli organizzatori di EXPO fare un salto a visitare il Museo Archeologico di Milano o anche solo visitarlo virtualmente comodamente da casa, per rendersi conto che l’abbigliamento più consono a una donna del VII secolo non somiglia affatto a quello da loro proposto.
Che peccato l’occasione mondiale di sfoggiare un po’ di conoscenza della storia patria sia andata perduta!
Speriamo non se ne accorgano i cultori stranieri di tale storia, che sono più di quanti si creda a giudicare dai notevoli reperti altomedievali italiani presenti in musei prestigiosi come il Metropolitan Museum di New York o il British Museum di Londra.
Ci auguriamo almeno che con questo omaggio “vivente” (voluto o accidentale non è dato sapere) alle sue raffigurazioni (ma non alla vera regina), la Cappella di Teodolinda guadagni la nomina a sito UNESCO….
Pingback:Il (difficile) mestiere di rievocare la Storia |