In un angolo remoto della Cina nord-occidentale è stato recentemente scavato un altare che gli esperti reputano dedicato a divinità solari e risalente a 3000 anni fa.
Le rovine sono state scoperte nel 1993 nella regione autonoma di Xinjiang Uygur, ma non sono state scavate fino all’anno scorso. Gli archeologi possono ora confermare i sospetti iniziali, ovvero che il sito sia stato utilizzato come un altare del sole durante l’età del bronzo.
Le praterie di questa regione erano un tempo dominate da popolazioni nomadi. La regione seguì le vicende storiche del Turkestan sino al secolo XVII, quando entrò nella zona d’influenza cinese. Ma tra il sec. XVIII e il sec. XIX la pressione cinese provocò sanguinose rivolte musulmane per cui la Cina fu costretta (1863) a lasciare il Paese.
Sorse allora il regno di Kashgaria, in precario equilibrio tra Russia e Cina tanto che nel 1881 fu diviso tra le due potenze. La valle dell’Ili, abbandonata dalle truppe sovietiche nel corso della seconda guerra mondiale (1942), fu in seguito occupata (1949-50) dai Cinesi che nel 1955 crearono la provincia autonoma.
Ancora oggi, nonostante il programma di sinizzazione forzato dal governo che incentiva lo stanziamento di popolazione di etnia cinese Han, la maggioranza della popolazione è di origine turcica con tratti somatici caucasoidi: gli Uiguri.
Date le vicende storico-politiche e la rivendicazione di indipendenza mai sopita degli Uiguri, la scoperta del complesso templare in questa regione, simile ad altri già noti più a est, desta particolare interesse negli studiosi e in qualche modo anche nel governo cinese.
Gli archeologi ritengono che la scoperta sia importante soprattutto in quanto suggerisce un forte legame culturale tra le regioni nomadi e le antiche dinastie regnanti cinesi.
“Questo dimostra che la cultura della pianura centrale aveva già da tempo raggiunto i piedi del Monte Tianshan, nella Bayanbulak Grassland, il punto di strozzatura della Via della Seta“, ha detto Liu Chuanming, uno degli archeologi che studiano i resti.
Le tratte dell’Asia centrale della Via della seta si espansero attorno al 114 a.C. soprattutto grazie alle missioni e alle esplorazioni di Zhang Qian sotto la Dinastia Han.
Lungo queste vie commerciali in uso fino al XV secolo, notoriamente si diffusero non solo il commercio e l’economia ma anche la cultura, in modo bidirezionale.
L’altare è composto da tre cerchi di pietra, il più ampio dei quali misura un diametro esterno di circa 100 metri. “Sin dai tempi antichi tutte le civiltà del continente Eurasiatico utilizzarono forme circolari per rappresentare il sole. Le tradizionali yurte mongole hanno la stessa struttura dell’altare,” commenta l’archeologo Wu Xinhua, sottolineando la similitudine con la struttura del famoso Tempio del Cielo a Pechino, sebbene questa costruzione risalga al XV secolo.
Il tempio di Pechino è ora considerato come appartenente alla religione taoista, ma il periodo in cui fu costruito suggerisce che originariamente fosse utilizzato per il culto solare pre-taoista.
Il culto del cielo è considerato una delle più antiche forme di religione in Cina, e cumuli circolari sono stati spesso utilizzato per elaborate cerimonie e sacrifici non umani. Il culto del sole era però comune anche tra le antiche civiltà africane e indo-europee. Lo scopo esatto dell’altare sole nello Xinjiang, tuttavia, deve ancora essere identificato.
Gli archeologi continuano a scavare, nel tentativo di scoprire di più sulla storia dell’antica Via della Seta.
Articolo originale integrato da La Storia Viva
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