Una donna di fede, profondamente colta, che si sente prescelta da Dio per diffondere la sua parola: questo è il ritratto di Hildegard von Bingen tracciato dalla regista tedesca Margarethe von Trotta nel suo “Vision”,presentato al Festival del Cinema a Roma nel 2009.
L’affascinante figura di questa donna vissuta nel 1100 ci viene raccontata nelle diverse tappe della sua vita, da quando viene condotta da bambina nel convento di Disibodenberg e affidata alle cure dell’aristocratica Jutta di Sponheim, fino a quando ne diventa la Badessa. Hildegard confiderà all’amico Padre Volmar di essere soggetta a visioni da quando era piccola, attraverso le quali Dio la invita a rivelare i suoi messaggi divini.
La donna, che all’epoca per le sue dichiarazioni rischiava di essere accusata di eresia, trascrive e diffonde le sue visioni, divenendo una figura amata e rispettata perfino da potenti come Federico Barbarossa. Anni dopo fondò il monastero di Rupertsberg, dove si trasferì con le consorelle, tra cui la prediletta Richardis von Stade, dalla quale sarà costretta a separarsi.
La Von Trotta mostra nel film una donna intelligente, che anticipa di gran lunga i tempi: la regista lascia in secondo piano le opinabili visioni, soffermandosi invece sulla sua sete di cultura, sull’umiltà e sul forte senso materno che nutriva nei confronti delle altre suore.
“Avevo in mente questo film dagli anni ’80” ha dichiarato Margarethe von Trotta in un perfetto italiano in conferenza. “Mi hanno davvero colpito la biografia e le lettere di Hildegard. Riguardo le visioni, che nel film non vengono mostrate per evitare di renderle kitch, sono d’accordo con il neurologo Oliver Sacks, che le attribuisce una forma di epilessia, ma cosa importa: lei credeva fossero messaggi divini, e nella sua vita ha agito sempre alla ricerca del bene e della conoscenza. Se fosse vissuta ai giorni nostri, sarebbe stata stata un’illustre scienziata“.
Filosofa, scienziata, scrittrice, poetessa e musicista, Hildegard von Bingen, badessa benedettina, tra le figure più rilevanti della cultura tedesca del Medioevo. Chi se non Margarethe von Trotta poteva rievocarla e farne un’eroina moderna?
Dietro il mantello da madonna, corazza contro il mondo dei poteri ecclesiastici, si sprigiona la forza di Hildegard, seducente e liberatoria nella relazione sentimentale (contrastata) con la giovane monaca Richardis von Stade (Hannah Herzsprung) e nella ribellione al clero cattolico.
Von Trotta libera il genere claustrale, racconta leggera e appassionata una «storia d’amore», la sua per Hildegard, che ricambia, mistica e profetica, ma solidamente anticonfomista nel convento di Disibodenberg. Non piace ai prelati la sua creativà «demoniaca», la sua “musica inaudita”, il linguaggio segreto che riempe volumi e volumi di opere filosofiche, di medicina alternativa, musica, teatro e perfino di studi sul sesso.
Hildegard vorrà un convento tutto per sé e la vediamo costruire insieme alle monache il magnifico “castello” che sarà il monastero di Rupertsberg. Il suo regno, dove inscena opere in costume, circondata dalle sorelle vestite di veli e gioielli, trasgressiva e dominante nelle relazioni privilegiate con nobili e vescovi.
“Nel Medioevo – ha dichiarato la regista – dove le donne non avevano il diritto di aprire bocca, ecco che compare una donna che dice: Dio vuole parlare attraverso di me… Questo era un grande dono. Dopo tanti film su donne della storia contemporanea, ho voluto andare nel passato, oggi Hildegard sarebbe una specie di Rosa Luxemburg”. C’è un’altra donna proveniente da un passato meno remoto che Margarethe von Trotta non è riuscita a mettere in primo piano, Hannah Arendt. I produttori “non sapevano chi fosse”, ovvero “la banalità del male”.
La censura perseguita di secolo in secolo e di millennio in millennio le agenti del disordine maschile, e viene in mente il caso di Hypatia, astronoma e filosofa di Alessandria, protagonista del bellissimo kolossal spagnolo di Alejandro Amenabar, Agora, presentato a Cannes 2009, distribuito in tutto il mondo e giunto, brevemente, in Italia nel 2010 solo dopo notevoli insistenze di pubblico e di varie testate giornalistiche. Hypatia, secondo la versione accettata da Agorà, fu lapidata dagli integralisti cristiani. Le visioni di luce di Hildegard invece strapperanno il velo e la consacrano quasi santa (il processo di canonizzazione, guarda caso, non giunse mai a compimento). Nel film di Margarethe von Trotta, la badessa eccentrica ha una materialità forte, i suoi “contatti divini” sono risolti nella dimensione dell’intuizione e della sapienza, “Avrei avuto bisogno di un grande videoartista. – dice la regista – Ma non avevamo abbastanza soldi”. Allora, è solo un lampo folgorante l’effetto speciale dell’aldilà, poi ritorno sulla terra, tra umorismo, passione e l’intrigo noir del monastero. Hildegard è assalita da lancinanti mal di testa e vede quelli che gli altri non vedono. Sente anche sinfonie celesti, e mette in scena, cantante d’opera tra le allegre suore, La schiera delle virtù, con tanto di prete-diavolo, il fedele Volmar (Heino Ferch) l’unico che la segue, beato tra le donne, nel monastero di Rupertsberg , in mezzo a una verdeggiante valle.
Una sensualità ambigua attraversa il film, nei corpi che sfuggono le vesti pesanti, i baci sulla bocca, la frenesia del monastero come un centro multiculturale, il rapporto di forza con il papato… Hildegard, la badessa filosofa, sceglierà alla clausura il viaggio, e passerà «all’esterno-giorno» in sella al suo cavallo.
Il film, mai doppiato in italiano e distribuito, ha una versione in spagnolo, sottotitolata in italiano che vi proponiamo.
E’ nata su Facebook la proposta di promuovere eventi allo scopo di sollecitare il doppiaggio e la messa in onda sulle reti nazionali.
Il gruppo facebook “Il Medioevo non è stata un’epoca buia”, dal quale era già partita la petizione sul sito di Rai Storia, per maggiore visibilità ha deciso di creare un evento dedicato alla richiesta alla RAI di trasmettere il film Vision (2009) di Margarethe von Trotta nell’edizione italiana. Si è pensato, per dare maggiore visibilità all’iniziativa, di organizzare in una data prefissata – il 4 ottobre – una serie di eventi congiunti in tutta Italia sulla figura di Ildegarda (durante questi eventi potrebbero essere fatti visionare alcuni spezzoni del film). Invitiamo tutti coloro che siano interessati, gruppi di rievocazione storica, associazioni culturali, compagnie teatrali o ensembles musicali, a dare la loro adesione e a passare parola così da creare un caso mediatico, com’è già accaduto in altri casi. Per informazioni contattare gli amministratori.
Tra le realtà che finora hanno aderito ci sono le Edizioni Il Cerchio di Rimini, le Edizioni Penne e Papiri di Tuscania (VT), l’associazione culturale “Civitas Zumellarum” di Belluno, l’associazione culturale “Accademia Medioevo” di Roma, L’Associazione culturale “Armarium Historiae” di Milano, Associazione culturale “Spino Fiorito” di Pavia, la “Compagnia d’Arme della Lince Rhodigum” di Rovigo, l’associazione culturale “Imperiales Friderici” di Foggia e l’”Associazione Culturale Scaligeri” di Verona.
Luigi Carillo: 3332501643
Raffaele Bruno 3491948308
Indirizzo e-mail – raffaele.bruno.77@gmail.com
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